La gestione della sanità in Puglia continua a suscitare forti preoccupazioni, soprattutto alla luce delle recenti difficoltà di bilancio regionale emerse in queste settimane. È inaccettabile che eventuali problemi finanziari regionali vengano scaricati sulle spalle dei pugliesi. L’ipotesi di un aumento dell’Irpef, seppur ventilata come possibilità, per la Cisl Puglia è del tutto irricevibile. Chiediamo alla Regione di individuare soluzioni praticabili e responsabili per evitare un ulteriore peggioramento del disagio dei cittadini, già costretti a confrontarsi con liste d’attesa interminabili e difficoltà nell’accesso alle cure sanitarie. Diventa, urgente e necessario che tutte le direzioni delle ASL garantiscano ai cittadini informazioni chiare, presso i CUP, sui percorsi di tutela previsti dalla normativa nel caso in cui i tempi di attesa del servizio pubblico non rispettati, con particolare attenzione agli anziani, che risultano essere i più penalizzati. Più volte è stata evidenziata l’attuale situazione della sanità e del welfare in Puglia. Purtroppo, è il risultato di carenze, non sempre di risorse economiche a disposizione, bensì di programmazione e gestione territoriale. Diventa imprescindibile individuare le responsabilità, poiché non si può accettare che il sistema sanitario pugliese operi, anno dopo anno, in una condizione di deficit cronico. Occorre perciò chiarire le cause delle inefficienze, rafforzando il controllo e il monitoraggio rigoroso delle direzioni generali delle ASL, e parallelamente migliorare anche l’appropriatezza delle prescrizioni, dato il loro impatto sulla spesa farmaceutica e sui tempi delle prestazioni. Poi destano preoccupazione, per il rischio di perdere risorse fondamentali, i ritardi nell’attuazione dei progetti finanziati dal PNRR e finalizzati al potenziamento del sistema sanitario. In Puglia, troppe le famiglie che si impoveriscono a causa delle elevate spese sanitarie che incidono soprattutto sui costi di farmaci e visite specialistiche, sia preventive che terapeutiche e, come evidenziato da diversi studi, tali problematicità economiche costringono le stesse famiglie in seguito a rinunciare alle cure essenziali. Nel 2024 circa 2,4 milioni di residenti in Italia hanno dovuto rinunciare all’assistenza sanitaria, con il Sud particolarmente colpito (5,9% delle famiglie), seguito dal Nord-Ovest (4,3%), dal Centro (3,9%) e dal Nord-Est (3,3%). Dati, questi, che evidenziano e confermano l’impatto negativo delle criticità del sistema sanitario sulla popolazione. Con il progressivo invecchiamento demografico, considerando che gli italiani sono i più anziani d’Europa, questa tendenza purtroppo è destinata ad aggravarsi ulteriormente in assenza di interventi mirati e urgenti. In Puglia, intanto, persistono problemi divenuti cronici ancora irrisolti: liste d’attesa interminabili, difficoltà di accesso alle cure e un preoccupante aumento delle aggressioni al personale sanitario. Nonostante le diverse dichiarazioni ufficiali, la sanità pubblica regionale continua a soffrire di una carenza di personale ormai insostenibile, nella realtà la qualità, l’efficienza dei servizi offerti ai cittadini. Pensiamo che sia giunto il tempo di avviare una maggiore concertazione tra istituzioni, politica e parti sociali. Insistiamo che un primo passo responsabile è l’attuazione del protocollo d’intesa del 2 maggio 2023, sul quale ci aspettiamo una tempestiva convocazione da parte della Regione. Ricordiamo che l’accordo sottoscritto prevede l’istituzione di un tavolo permanente di monitoraggio regionale su sanità e welfare con il coinvolgimento di assessori, dirigenti, direttori generali delle ASL e Organizzazioni Sindacali Confederali. L’obiettivo deve essere condividere attraverso la partecipazione e la condivisione scelte sempre più responsabili per migliorare il sistema sanitario. Occorre andare oltre gli slogan e i proclami: i cittadini pugliesi risposte concrete e un sistema sanitario più efficiente, accessibile e capace di garantire cure adeguate a tutti.
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