TRENTO. ”I furti sul nostro territorio hanno creato tanto disagio, rabbia e frustrazione nella nostra comunità. Ci troviamo costretti a rinchiuderci per tutelare noi e i nostri cari oppure a lasciare qualche luce accesa quando siamo fuori casa la sera. Certamente, è noto, sono contrario all’istituzione di ronde ‘fai da te‘ anche se è comprensibile la rabbia di chi ha trovato qualcuno che gli è entrato in casa. Ci sono già oggi sul territorio gruppi WhatsApp che hanno raccolto numerose adesioni di cittadini e cittadine e ben venga questa partecipazione se, insieme, riusciremo a strutturarla e a normarla attraverso il cosiddetto progetto di ‘Controllo di vicinato‘, proprio a tutela degli stessi cittadini”. Questo parte dell’intervento che il sindaco dell’Altopiano della Vigolana, Paolo Zanlucchi, ha deciso di fare in merito ai ”colpi” perpetrati sul suo territorio nelle ultime settimane. Anche in val Rendena si pensa a questo strumento, ritenuto interessante a livello di Consorzio delle Autonomie Locali.
I ladri hanno messo a segno vari furti andando a colpire anche la Valsugana e altri territori provinciali. Numerosi gli appelli di prestare attenzione e segnalare movimento sospetti promossi dalle istituzioni locali, Comunità di valle piuttosto che amministrazioni comunali. Ma sulla Vigolana si è deciso di compiere un passo in avanti e di abbracciare il progetto ”Controllo di vicinato”.
”Anticipo in merito a questo – aggiunge il sindaco – che il sottoscritto ha già avuto incontri e varie interlocuzioni con le forze dell’ordine per verificare le modalità di implementazione di questo progetto, che, ovviamente, bisognerà impostare bene, ma credo che questa sarà la strada per cercare di arginare i problemi emersi e per deterrenza, sempre in collaborazione con le autorità preposte di Pubblica Sicurezza: non la panacea di tutti i mali, ma uno strumento quindi, sull’esempio di quanto già strutturato in altri Comuni, per contribuire a dare un maggiore senso di sicurezza ai cittadini e per dare supporto alle azioni delle forze dell’ordine che sono al lavoro per cercare, da un lato, di fare maggiori controlli, dall’altro, di rintracciare i malviventi”.
Quindi Zanlucchi spiega che il progetto “Controllo di vicinato” rappresenta uno strumento strategico per coinvolgere attivamente i cittadini nella tutela del territorio; non è solo un mezzo per favorire la segnalazione di situazioni sospette, ma un modello di collaborazione attiva tra cittadini e istituzioni per presidiare in modo più efficace il territorio: ”Uno strumento che parte dalla giusta e condivisibile richiesta dei cittadini e che vuole organizzare e definire modalità di comportamento corrette e che garantiscano la sicurezza di tutti. In estrema sintesi, i cittadini interessati saranno coinvolti, attraverso un’opportuna formazione, ad avviare, attraverso la loro attività nelle varie zone di competenza del nostro territorio, una modalità più coordinata e puntuale di raccolta delle segnalazioni: cittadini che su base volontaria, organizzati in gruppi, riferiranno tempestivamente le informazioni ad un coordinatore appositamente formato, residente nell’area di controllo, che si occuperà di segnalarle a sua volta ai referenti locali delle forze dell’ordine”.
Punto cardine del progetto “è il controllo del territorio per una cultura della sicurezza partecipata senza sostituirsi alle forze dell’ordine che, non dimentichiamolo, hanno il compito esclusivo di svolgere l’attività di repressione e di ricerca degli autori dei reati”, completa il sindaco Zanlucchi. “La procedura per l’istituzione di questo progetto è in fase di definizione, sarà trasmessa al Commissariato del Governo per l’autorizzazione – auspico a breve di darne conto – e poi si procederà con incontri informativi e formativi con la cittadinanza per la raccolta puntuale dei volontari, che ringrazio fin d’ora per la collaborazione attiva e per l’impegno a favore della nostra comunità”.
I dati relativi al 2023 sono dell’Osservatorio sulla Sicurezza della Casa Censis-Verisure, realizzato con il contributo del Servizio analisi criminale del Ministero dell’Interno, evidenziano che in un anno i furti sono aumentati del 15% ma che il Trentino Alto Adige si colloca al terzo posto in Italia nel grado di sicurezza domestica dietro a Marche e Sardegna.
A questo progetto, il “Controllo di vicinato”, guarda anche la val Rendena dopo gli ultimi episodi. “C’è un ragionamento con le forze dell’ordine in corso perché il percorso comunque non è banale ma è impegnativo”, dice Michele Cereghini, sindaco di Pinzolo. “La sicurezza è un tema sempre più sentito dai cittadini, molto di più rispetto a qualche anno fa e quindi è doverosa una riflessione”.
Ci sono gli approfondimenti necessari per la costituzione di questi gruppi. “La gestione deve essere accurata”, aggiunge Cereghini. “Ci deve essere un corretto modo di comunicare e informare le forze dell’ordine. Questo strumento può essere comunque molto utile”.
In alcune zone del territorio il “Controllo di vicinato” è già attivo, c’è la valutazione di un ulteriore gruppo nel quartiere della Bolghera dopo il raid di danneggiamento alle auto. In linea generale l’idea sembra incontrare il favore delle istituzioni. “E’ uno strumento di prevenzione sviluppato negli Stati Uniti e ipotizzato in Trentino già un paio di anni fa con la Provincia e la Camera di commercio”, commenta Paride Gianmoena, sindaco di Ville di Fiemme e presidente del Consorzio Autonomie Locali. “Abbiamo organizzato in tal senso anche alcuni incontri con esperti e consulenti per capire il funzionamento e l’efficacia di questi gruppi”.
I comitati sono attivi oggi in particolare in alcune aree di Trento, Rovereto e Ala. Altre zone sono pronte a mettere in campo analoghe iniziative. “Attenzione però che non significa avere le ronde e il cittadino non deve mai intervenire o mettersi in pericolo”, evidenzia Gianmoena. “L’obiettivo è la prevenzione e implementare la collaborazione e la solidarietà tra i residenti. Una messa a disposizione di situazioni ritenute strane o informazioni, in particolare in luoghi sensibili come l’abitazione di un anziano, a un coordinatore che è in contatto con le forze di polizia. La gestione resta naturalmente in capo alle forze dell’ordine”.
L’intenzione è quella di canalizzare meglio segnalazioni e informazioni. “Già oggi viene veicolato tutto sui social network, più opportuno invece comunicare con le forze dell’ordine eventuali situazioni considerate a rischio. L’organizzazione comunque prevede diversi passaggi. Non basta aprire una chat ma c’è un metodo e inoltre si prevede il posizionamento dei cartelli per evidenziare che ci sono i ‘Controlli di vicinato’. A ogni modo è una metodologia che riteniamo interessante”, conclude Gianmoena.
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