fermata in piazza Trento e passaggio per le vie del centro


Fermata simbolica in piazza Trento e Trieste: è qui che, questa mattina, sabato 22 febbraio, ha preso il via il flash mob organizzato dall’associazione HQMonza per ribadire la necessità di portare la metropolitana in città. Numerosi i partecipanti alla manifestazione, così come i cittadini incuriositi che si sono uniti all’iniziativa, sventolando foglietti di carta velina color lilla (come la linea M5) e disponendosi in fila indiana fino all’Arengario, per poi tornare alla “futura fermata” prevista in piazza Trento.

Le richieste di HQMonza: “La politica trovi i fondi”

Isabella Tavazzi, portavoce di HQMonza, è stata chiara: “I cittadini vogliono la metropolitana e vogliono che arrivi fino al Polo Istituzionale. Servirà a ridurre il traffico di attraversamento, ma anche a incentivare il turismo in città”. HQMonza, ancora una volta, ha rivolto un appello ai politici monzesi e brianzoli, invitandoli a lavorare insieme. “Mancano i soldi, e la politica deve trovarli. Così come si finanziano altre opere in tutta Italia, devono essere reperite le risorse anche per la M5 a Monza”, ha concluso Tavazzi.

Il dibattito politico: tagliare le fermate o realizzare il progetto completo?

Alla manifestazione erano presenti diversi esponenti politici. Il senatore Massimiliano Romeo (Lega) ha sottolineato che l’aumento dei costi è dovuto sia ai ritardi, sia al rincaro dell’energia, fondamentale per lo scavo con la talpa. Tuttavia, ha ribadito: “La metropolitana a Monza deve arrivare. Non con due lotti, ma eventualmente riducendo il numero di fermate. Se si ipotizza un ridimensionamento del progetto su Monza, lo stesso principio dovrebbe valere anche per gli altri comuni attraversati (Milano, Sesto San Giovanni, Cinisello Balsamo)”.

Dello stesso avviso l’assessore al Commercio Carlo Abbà, che ha adottato un approccio pragmatico: “Se il progetto non è finanziabile nella sua interezza, bisogna rivederlo senza alterarne la struttura. Alcune fermate si possono tagliare, ma non quella del Polo Istituzionale, dove verrà realizzato lo studentato. Per esempio, si potrebbe rinunciare a quella di piazza Trento e Trieste”.

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La metro fino a Monza: e se si fermasse (non è uno scherzo) solo fino a Bettola

Di parere opposto la consigliera comunale e regionale Martina Sassoli: “Ora dobbiamo batterci tutti insieme per Monza. La M5, con le sue sette fermate in città, serve a noi e a tutto il territorio. Dividerla in due lotti o ridurne il tracciato sarebbe un errore sia dal punto di vista ambientale che viabilistico”.

“A Monza servono tutte e sette le fermate”

In piazza c’erano anche politici di lungo corso che da anni sostengono la necessità della metropolitana. L’ex sindaco Roberto Scanagatti (PD) ha ribadito che il progetto deve essere realizzato nella sua interezza. “Viviamo in una delle zone più inquinate d’Europa. L’unico modo per ridurre il traffico è costruire la metropolitana, con capolinea al Polo Istituzionale per intercettare le 70mila auto dirette a Milano ogni giorno. Inoltre, la M5 valorizzerebbe Villa Reale, il Parco e l’ospedale, sede universitaria. Non si può pensare a due lotti o a tagli delle fermate: servono risorse, ma prima ancora serve trasparenza sul piano economico”.

Manifestazione per la metropolitana (Foto Apicella) 3

Dello stesso avviso Pier Franco Maffè (Forza Italia), storico consigliere comunale: “Se vogliamo davvero ridurre il traffico, la M5 a Monza deve avere tutte e sette le fermate. Servono più fondi, ma anche l’impegno congiunto di governo, comuni e MM. Il progetto è stato sviluppato su un certo numero di passeggeri, modificarlo significherebbe comprometterne l’efficacia. Bisogna fare in fretta”.

Anche il consigliere regionale Gigi Ponti (PD) ha ribadito la necessità di un unico lotto di realizzazione: “Questa è un’opera prioritaria non solo per Monza, ma per tutta la Lombardia. Serve una grande alleanza tra tutte le forze politiche per garantirne la realizzazione”.

L’ex assessore Turato: “Monza non è una città di serie B”

Tra i partecipanti anche Giada Turato, ex assessora alla Mobilità, silurata dal sindaco Pilotto ad agosto. Turato ha ricordato come il PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile), approvato dal consiglio comunale quasi un anno fa, prevedesse la M5 con tutte e sette le fermate. “Monza non è una città di serie B. Merita la metropolitana. Dal mio insediamento nel 2022 ho lavorato senza sosta con gli uffici e il ministero per portarla in città. Dire sì ai tagli significa rivedere completamente il PUMS. Senza la M5 nella sua interezza, la mobilità sostenibile resta un’utopia”.

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Manifestazione per la metropolitana (Foto Apicella)

Il Patto del Nord: “Meglio la M5 a Monza che il ponte sullo Stretto”

In piazza ha fatto il suo debutto anche il Patto del Nord, movimento nato da ex leghisti che non si riconoscono più nel progetto politico di Matteo Salvini e che si richiamano alla Lega delle origini. “La metropolitana deve arrivare a Monza per il bene del territorio”, ha dichiarato il referente Roberto Maggi. “Sarebbe stato meglio se fosse stata realizzata prima. Meglio investire nella M5 a Monza che nel ponte sullo Stretto, che persino i cittadini di Messina non vogliono, mentre qui la metropolitana è richiesta a gran voce”.



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