Il Limite / RANIERO REGNI / 191
Nel corso della vita, oramai pluriennale, di questa piccola rubrica, ci siamo chiesti più volte quali significati potesse avere il termine “limite”. Uno dei sinonimi è regola, regolamento. Da molti anni è in corso una tendenza, che in questi ultimi tempi ha subito una forte accelerazione, a considerare negativamente le regole come un impaccio all’azione.
Un tempo si diceva che le regole proteggono tutti i partecipanti ad una azione collettiva. La democrazia, ad esempio, è un insieme di regole, leggi e controlli, anche se naturalmente le regole scritte e i contratti firmati si basano su “elementi precontrattuali”, direbbe Durkheim, forme di solidarietà precontrattuale come la fiducia reciproca e il perseguimento del bene comune.
Oggi la democrazia viene descritta come un meccanismo troppo farraginoso, dove i poteri si bilanciano e si limitano l’uno con l’altro, dove esistono troppe leggi, troppe regole, troppi controlli. Chi fa questi discorsi sono spesso politici e imprenditori che vorrebbero avere la mano libera per fare quello che vogliono. Anche per questa ragione siamo ad una svolta epocale, il capitalismo sembra separarsi dalla democrazia, per cui la libertà di un mercato senza regole finisce per intaccare le radici della convivenza tra persone che agiscono nel rispetto reciproco e nella ricerca di un equilibrio tra libertà ed eguaglianza, tra interesse individuale e bene comune.
Ritorno ancora sul testo citato la scorsa settimana del “The New England Journal of medicine”, in cui più di trenta ricercatori, membri del Consorzio per la salute ambientale dei bambini, hanno pubblicato un rapporto intitolato Manufactured Chemicals and Children’s Health — The Need for New Law. (Prodotti chimici fabbricati e salute dei bambini – La necessità di una nuova legge). Che cosa c’entra questo articolo con la premessa fatta fino ad ora? Vediamo i passaggi, sperando di arrivare ad una risposta convincente.
Gli studiosi, autori dell’articolo, dicono che la ricerca in pediatria ambientale, fiorita negli ultimi 25 anni, ha documentato ripetutamente che anche esposizioni brevi e di basso livello a sostanze chimiche tossiche durante i primi periodi vulnerabili sono collegate a un aumento del rischio di malattie e disabilità nei bambini che possono persistere per tutto il corso della vita. Le esposizioni prenatali sono particolarmente pericolose. Sebbene l’adagio tradizionale, che dice “la dose fa il veleno”, rimanga una massima comprovata, il momento dell’esposizione è chiaramente importante almeno quanto la dose durante lo sviluppo umano precoce. Un esempio ben studiato è il danno cerebrale silente con perdita di QI nei bambini esposti a bassi livelli di piombo. Tali studi hanno rivelato collegamenti tra esposizioni prenatali a ftalati e disturbi dello sviluppo riproduttivo maschile; tra esposizioni in utero a ritardanti di fiamma bromurati, ftalati e organofosfati e diminuzioni per tutta la vita della funzione cognitiva; e tra esposizioni precoci a sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche (PFAS) e disfunzione immunitaria, dislipidemia e disturbi della tiroide.
Nell’articolo citato, che è troppo lungo e dettagliato anche solo per essere riassunto qui ma che invito i lettori a leggere per intero, ci mostra come la grande industria chimica sia sostanzialmente difesa dalla legislazione statunitense che, ad esempio, non imponendo la dimostrazione della tossicità alle imprese chimiche ma a chi deve controllarle, di fatto incoraggia la produzione chimica senza limiti a spese della salute dei bambini. I pericoli che sono stati riconosciuti sono stati in genere ignorati o minimizzati, e le sostanze chimiche responsabili hanno potuto rimanere in uso senza restrizioni o con restrizioni limitate. Pertanto, si dice in questo rapporto, oggi non si sa praticamente nulla sulla tossicità o persino sulla composizione chimica di molti prodotti chimici venduti nei mercati statunitensi.
Nell’Unione Europea, la legislazione chimica è apparentemente più rigorosa. In pratica, neanche da noi si riesce a limitare la produzione chimica sicura. Lo screening pre-commercializzazione nell’Unione Europea si basa in gran parte sui dati dei test di tossicità forniti dall’industria chimica stessa, che vengono accettati con pochi controlli di qualità.
Poi le politiche di gestione chimica sia negli Stati Uniti che nell’Unione Europea presentano due inadeguatezze aggiuntive. In primo luogo, prendono in considerazione i pericoli di una sola sostanza chimica alla volta, il che ignora la realtà che i bambini sono esposti quotidianamente a miscele di più sostanze chimiche prodotte che possono avere effetti cumulativi o sinergici. In secondo luogo la maggior parte delle leggi che riguardano le sostanze chimiche non considera in genere le particolari sensibilità dei bambini.
Come cambiare? Qui entrano in campo le regole, i controlli, i limiti. La salvaguardia della salute dei bambini contro le sostanze chimiche sintetiche prodotte richiederà di spostare la legge sulle sostanze chimiche verso un approccio più precauzionale, dando priorità alla protezione della salute rispetto alla produzione senza vincoli di sostanze chimiche e materie plastiche. I prodotti chimici, le plastiche e i prodotti a base chimica sarebbero autorizzati a entrare e rimanere sui mercati solo se una rigorosa valutazione scientifica indipendente dimostrasse che non sono tossici per le persone di qualsiasi età, in particolare i bambini, ai livelli di esposizione previsti.
Per garantire che tali informazioni siano affidabili, tutti i test di tossicità dovrebbero essere svolti in laboratori esenti da conflitti di interesse finanziari e non soggetti a controlli contrattuali o di altro tipo da parte degli sponsor del settore.
Ancora. Il testo si conclude con la proposta di un dettagliato Trattato globale sulle sostanze chimiche. Per affrontare la crescente crisi globale dell’inquinamento chimico e i suoi effetti peggiorativi sulla salute dei bambini, saranno essenziali sforzi internazionali rafforzati. Una strategia chiave potrebbe essere un trattato globale sulle sostanze chimiche legalmente vincolante sviluppato e implementato sotto gli auspici delle Nazioni Unite.
La proposta dell’unità e della collaborazione internazionale, che sarebbero necessarie anche in questo caso, saranno possibili nel contesto odierno di deregulation totale, di sovranismi e imperialismi aggressivi? In una situazione di Unione Europea sotto attacco? Di Nazioni Unite e OMS che qualcuno vuole smantellare?
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