“Taormina e Naxos al bivio. Alta professionalità per stare al passo dei big” (VIDEO)


TAORMINA – Nella “new era” di Taormina che vede i brand del lusso sempre più al centro dello scenario, una sfida sempre più impegnativa attende all’orizzonte le aziende e le professionalità del territorio, chiamate a tenere il passo e a non restare ai margini. In questa stagione di cambiamento si inserisce anche l’eterno tema della comprensorialità e l’irrisolto campanilismo che divide Taormina e Giardini Naxos. Di questo ed altri temi si parla a TN24 in un’intervista a Maria Paola Arcidiacono, albergatrice naxiota che ha fondato di recente l’Associazione Arcadia, una nuova realtà che punta a stimolare un cambio di passo e di mentalità nei rapporti tra Taormina e Giardini Naxos, le due stazioni principali del primo polo turistico siciliano. Arcadia si prefigge di anche e soprattutto di rimarcare la necessità di puntare sull’alta competenza professionale come “via maestra” per approcciarsi al turismo del futuro. La chiave per una collaborazione strategica tra gli attori del territorio e i giganti del lusso.

“La mia iniziativa – spiega Maria Paola Arciadiacono a TN24 – nasce dal bisogno di raccogliere e lasciare un’eredità morale che ho avuto, la vocazione all’ospitalità. Il cliente non è un numero e il “padrone” è l’operaio. A mio avviso tutti nel territorio dovrebbero avere nel territorio la possibilità di lavorare in questo settore e occorre avere una formazione adeguata al cospetto dei nuovi gruppi che stanno arrivando in questa zona. Abbiamo alle spalle una storia importante e una tradizione consolidata ma dobbiamo comprendere che se non ci adeguiamo e se non avremo la capacità di adeguarci alle richieste, ad un certo punto la nostra presenza, anche lavorativa, non ci sarà più e questo porterà alla perdita di un’identità in un luogo che non è soltanto bello per il suo aspetto naturale”.

“Oggi un ragazzo di 20 anni deve acquisire la consapevolezza che la carriera alberghiera è un lavoro meraviglioso, un’arte che può dare tanti sbocchi in giro per il mondo. Lavorare in albergo è è una cosa importante. Non c’è nulla di cui vergognarsi ma dobbiamo essere “camerieri certificati”, capaci e con la giusta preparazione. Bisogna essere in grado di fare ciò che abbiamo fatto per tutta la vita e che appartiene a questo territorio. Noi siamo ospiti naturali, da sempre, abbiamo però aspettato l’arrivo di altri a gestire ciò che è nostro. Serve un cambio di direzione, io vorrei non essere spettatrice di uno show fatto da altri ma fare la mia parte, dare il mio apporto ed essere uno dei personaggi di questa nuova “opera””.

“Non si può pensare che possa bastare la presenza dei nuovi gruppi per andare a dormire e svegliarci e stare bene. I brand del lusso hanno fatto delle valutazioni, non sono arrivati qui per caso e hanno studiato e visto ciò che noi facciamo finta di non vedere. E’ necessario bussare alla loro parte e approcciarsi per collaborare o far sentire la nostra presenza. Loro non verranno mai da noi. Dobbiamo fare un bagno di umiltà e chiederci se siamo in grado di fare questo mestiere. E se lo siamo si deve pretendere di poter lavorare noi, se siamo davvero in grado. Va cambiato l’approccio, non tutto è dovuto. Se le cose si fanno bene, l’ospitalità è una cosa bellissima. Il settore della ricettività esige professionalità. Diventa fondamentale rendersi conto che dobbiamo essere pronti per lavorare con chi arriva e stare al passo con gli standard richiesti”.

Poi la “chiamata” all’ultimo bivio per Taormina e Giardini Naxos. “Da qui ai prossimi anni Naxos rischia di diventare dove i taorminesi andranno a vivere, perché a Taormina chi ha una casa ormai l’affitta. Altrimenti la gente sta andando a vivere nei comuni limitrofi. Giardini Naxos è un posto che tante potenzialità e si dovrebbe smettere con la logica del campanile, definire che il territorio di Taormina senza Giardini non avrebbe senso e idem viceversa. Siamo tutti una cosa e si deve coesistere bene e fare sinergia. E’ doveroso trovare anche una soluzione condivisa sulla questione del porto. E la soluzione non può essere la devastazione della baia di Villagonia. Alla fine di qualsiasi discorso, qui in ogni angolo si respira turismo ma la chiave è cambiare mentalità e realizzare che non possiamo più vivere o ragionare noi da “turisti”. Tra un po’ non lo potremo fare più“.



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