Ucraina, l’Ue dovrebbe inserirsi nel processo di pace invece di lagnarsi. E fare anche qualcosa in più


I governi europei che vogliono continuare la guerra in Ucraina, invece di lagnarsi perché il presidente americano Donald Trump si sta accordando direttamente con il despota russo Vladimir Putin sulla fine del conflitto, dovrebbero tentare di inserirsi nel processo di pace che si sta svolgendo in loro (anche colpevole) assenza. I principali paesi europei – Francia, Germania, Italia e Spagna – si lamentano che Trump e Putin abbiano avviato una nuova Yalta per il controllo dell’Europa senza di loro e senza l’Ucraina: ma dovrebbero riconoscere non solo che la guerra in Ucraina – come era del tutto prevedibile – è definitivamente persa e che non c’è nessuna possibilità di continuarla (come stupidamente vorrebbero), ma anche che ormai la Nato dell’”amico americano” non esiste più.

L’Europa è ormai sola di fronte alle sue responsabilità. Infatti il presidente americano Donald Trump non concede ormai nessuna garanzia che gli Stati Uniti d’America difenderebbero gli europei in caso di attacco. Non solo la Nato a guida americana non proteggerà l’Europa, ma Trump si sta alleando direttamente con il despota russo Vladimir Putin per spartirsi le risorse ucraine e per lasciare all’Europa il costosissimo compito di finanziare la ricostruzione dell’Ucraina per centinaia di miliardi.

Che fare allora? Invece di piangersi addosso perché la guerra non continua, i principali paesi europei dovrebbero innanzitutto rinegoziare con Trump il senso, le funzioni e i finanziamenti delle basi americane in Europa. Non c’è infatti alcun dubbio che l’accordo tra Trump e Putin non riguarderà tanto e solo l’Ucraina ma anche e soprattutto le basi militari e atomiche sul suolo europeo di entrambi le parti, della Nato e russe. Prima di invadere l’Ucraina, nel dicembre 2021, Putin aveva presentato direttamente all’America di Joe Biden – che anche allora non invitò gli europei agli incontri – un suo piano per avviare un processo di disarmo in Europa. Il piano russo fu rifiutato dagli Usa che non accettavano condizionamenti e limiti riguardo della possibile espansione della Nato, e l’invasione iniziò. Da qui occorre ripartire.

Gli europei dovrebbero finalmente fare sentire la loro voce, forte e chiara sia con Washington che con Mosca, per avviare un processo di demilitarizzazione dell’intera Europa (un continente che, come noto, si estende dall’Atlantico agli Urali). Considerando che la Nato si è praticamente sciolta come alleanza, anche se non sul piano materiale, i paesi europei, invece di lamentarsi perché la guerra non continua, dovrebbero imporre la loro presenza per trattare in prima persona sia con la Russia di Putin che con l’America di Trump il processo di disarmo e denuclearizzazione del vecchio continente.

Di fronte alle iniziative unilaterali di Trump i principali governi europei dovrebbero prendere definitivamente atto che l’Unione Europea come soggetto politico non conta nulla e che, per la verità, non è mai contata nulla. La presidente della Ue Ursula von der Leyen si è coperta di ridicolo con le sue fantasiose velleità di sconfiggere, senza avere nessun esercito, la seconda potenza atomica mondiale, e di sostenere Kiev e la “democrazia ucraina”(?) fino alla “vittoria completa”. Gli europeisti si mettano il cuore in pace, la Ue non potrà mai imporsi sul piano internazionale. I 27 diversi paesi europei non riusciranno mai a mettersi d’accordo sulle questioni di politica estera e militare. Ma almeno i principali governi europei dovrebbero finalmente cercare di elaborare strategie comuni e parlare con una voce sola; dovrebbero capire che è ormai obbligatorio sganciarsi dal rapporto di subordinazione con Washington e elaborare una loro politica estera autonoma verso la Russia.

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La guerra in Ucraina sta finendo e la Russia non dovrebbe essere considerata un nemico dell’Europa a priori e per sempre: prima o poi è conveniente per gli europei tornare alla coesistenza pacifica. Gli europei dovrebbero avviare delle trattative autonome per il disarmo bilanciato in Europa; e dovrebbero imporre che l’Onu garantisca la sicurezza di Kiev con forze internazionali di pace in terra ucraina, e contemporaneamente dovrebbero anche assicurare formalmente la Russia che l’Europa non intende mettere a rischio la sua sicurezza, e che l’Ucraina non entrerà mai nella Nato – che è un’organizzazione militare ovviamente assai minacciosa per Mosca e la cui espansione ha contribuito in maniera determinante a provocare l’invasione russa.

Con la pace, i paesi europei farebbero bene a ritirare le sanzioni economiche a Mosca che hanno fatto male solo all’Europa, e dovrebbero in prospettiva riavviare normali relazioni economiche con la Russia. Dovrebbero vigilare sui processi democratici e sulle elezioni in Ucraina in modo da trasformare il corrotto paese degli oligarchi in una nazione finalmente democratica, pluralista e pacifica che possa gradualmente integrarsi con la Ue. E gli europei dovrebbero anche cominciare a costruire una forza armata autonoma da Washington, concepita però non come una forza di attacco, ma come forza di difesa e di deterrenza.



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