Anche conversanesi coinvolti nell’operazione “Messa a Fuoco”. Droga in un B&B del centro storico – oggiconversano.it


Sarebbero quattro le persone di Conversano coinvolte nella maxi operazione denominata “Messa a fuoco” che la notte passata ha portato a 37 misure cautelari eseguite dai Carabinieri.
Nell’ordinanza del GIP del Tribunale di Bari vengono riconosciuti gravi indizi di colpevolezza dei 37, tra cui alcuni risultano affiliati a clan mafiosi baresi.
Sempre dei 37, 15 indagati sono stati colpiti dalla misura della custodia cautelare in carcere, 16 da quella degli arresti domiciliari mentre gli altri 6 sono stati destinatari dell’obbligo di dimora nel comune di residenza con la prescrizione di non allontanarsi dalla propria abitazione nella fascia oraria compresa tra le 22.00 e le 7.00 di ogni giorno.

A Conversano c’è stata la perquisizione in case private e presso un B&B del centro storico dove sono stati rinvenuti 8gr. di cocaina suddivisa in 14 dosi; 7 panetti di hashish dal peso complessivo di 335 gr; materiale per il confezionamento nonché somma contante di € 1350 ritenuta provento da attività illecita.

IL COMUNICATO della Procura della Repubblica di Bari – DIREZIONE DISTRETTUALE ANTIMAFIA
Questa mattina, i Carabinieri del Comando Provinciale di Bari, coadiuvati in fase esecutiva dai militari dei reparti territorialmente competenti, dal Nucleo Cinofili CC di Modugno e dal 6° Nucleo CC Elicotteri, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari emessa dal Gip del Tribunale di Bari, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nella quale vengono riconosciuti, secondo l’impostazione accusatoria accolta dal Gip (fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa) gravi indizi di colpevolezza a carico di 37 indagati tra cui figurano soggetti affiliati ai clan mafiosi baresi, ritenuti responsabili a vario titolo di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti anche con l’aggravante della cessione a soggetti minori d’età, ricettazione e detenzione illegale di armi clandestine, violazione degli obblighi inerenti alla sorveglianza speciale, estorsione aggravata, accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti, favoreggiamento personale, ricettazione, fraudolento danneggiamento dei beni assicurati, falsità ideologica, violenza o minaccia a pubblico ufficiale, estorsione aggravata dal metodo mafioso, incendio aggravato dal metodo mafioso.

I provvedimenti scaturiscono dall’indagine, convenzionalmente denominata “Messa a Fuoco”, condotta dall’ottobre 2021 al maggio 2023 dal NOR – Sezione Operativa del Comando Compagnia Carabinieri di Gioia del Colle, mediante intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali (eseguite anche presso la sala colloqui della Casa Circondariale di Bari), installazione di sistemi di videosorveglianza e di monitoraggio della posizione con GPS, servizi di OCP, perquisizioni e sequestri, avviata a seguito di un incendio doloso di veicoli avvenuto in Turi.

Le indagini hanno permesso di accertare la natura dolosa dell’incendio, scoprendo che l’azione delittuosa era una ritorsione contro un gruppo criminale per aver violato il divieto di spacciare droga a Turi. Sono state identificate due associazioni armate rivali, dedite al traffico di cocaina, facenti capo ai clan baresi “Parisi” e “Strisciuglio”. Questi gruppi, strutturati in modo piramidale, erano in lotta per il controllo della piazza di spaccio turese. Le intercettazioni telefoniche e ambientali hanno rivelato la precisa ripartizione dei ruoli all’interno delle associazioni: promotori, dirigenti, contabili, organizzatori e venditori al dettaglio di cocaina.

Gli indagati utilizzavano nascondigli ingegnosi per occultare la droga, come le intercapedini dei box seminterrati e i muretti a secco, per ridurre il rischio di perquisizioni da parte delle forze dell’ordine e un linguaggio convenzionale per scongiurare il pericolo di intercettazioni. Le indagini hanno documentato molteplici attività di narcotraffico, anche verso minori, ed episodi di estorsione aggravata dal metodo mafioso, legati alla riscossione di debiti di droga e alla lotta per l’egemonia territoriale.

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Dopo l’arresto di alcuni promotori di una delle due associazioni, altri membri, tra cui una donna, hanno assunto il controllo delle operazioni illecite, continuando a recuperare i proventi dello spaccio e garantendo la continuità dell’attività criminale.

Gli investigatori hanno scoperto che un gruppo era sotto la direzione di un detenuto che dal carcere dava ordini per gestire il traffico di droga.

Gli spacciatori seguivano turni, anche durante le festività, e usavano schede telefoniche intestate a prestanomi, social network e applicazioni di messaggistica per evitare le intercettazioni. Documentate videochiamate tra i membri delle associazioni, inclusi i capi detenuti.

Durante le indagini sono stati effettuati 11 arresti in flagranza di reato, 13 denunce in stato di libertà, il sequestro di oltre 1 kg di droga, una pistola e denaro contante.

Il quadro indiziario raccolto dai Carabinieri a carico degli indagati è stato condiviso dalla Direzione Distrettuale Antimafia che ha avanzato la richiesta di emissione di misura cautelare contestando 146 capi di imputazione. Il Gip del Tribunale di Bari, accogliendo la richiesta, ha disposto la cattura dei soggetti.

Dei 37 indagati, 15 indagati sono stati colpiti dalla misura della custodia cautelare in carcere, 16 da quella degli arresti domiciliari mentre gli altri 6 sono stati destinatari dell’obbligo di dimora nel comune di residenza con la prescrizione di non allontanarsi dalla propria abitazione nella fascia oraria compresa tra le 22.00 e le 7.00 di ogni giorno. L’operazione odierna testimonia la costante attenzione dell’Autorità Giudiziaria e dell’Arma dei Carabinieri nel contrasto al traffico di sostanze stupefacenti che rappresenta, a pieno titolo, una delle principali fonti di ricchezza per i Clan.

È importante sottolineare che il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e che, all’esecuzione delle misure cautelari odierne, seguirà l’interrogatorio di garanzia e il confronto con la difesa degli indagati, la cui eventuale colpevolezza, in ordine ai reati contestati, dovrà essere accertata in sede di processo nel contraddittorio tra le parti.

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