«Le sbandierate azioni di rilancio non sembrano aver dato alcun risultato»


La discussione di questi giorni sulla Parchi Val di Cornia Spa e la presa d’atto di una situazione di gravità economica finanziaria dettata dalla proroga tecnica del contratto di servizio “a tempo”, delinea in maniera inequivocabile lo scarso interesse per questa società da parte dei Soci.

Da anni oramai leggiamo di tensioni sulla composizione del CdA (ad oggi espressione del solo Comune di Piombino, una vera anomalia) e della modalità oramai consolidata dell’approvazione dei Bilanci di spesa preventivi sempre in riduzione e sempre in ritardo, che creano di conseguenza problemi per la gestione e programmazione ottimale della società.

Le sbandierate azioni di rilancio non sembrano aver dato alcun risultato, pertanto, perseverare in tale direzione appare una inutile perdita di tempo senza considerare la frustrazione di chi lavora nella società.

Leggiamo ancora dalla stampa, che la discussione verte sempre su questioni di basso profilo, quali i costi di gestione dei vari parchi ed i contributi dei singoli comuni, perdendo di vista il vero valore del progetto Parchi quale progetto unitario per l’intero territorio.  I Soci non hanno ancora compreso che la gestione unitaria di emergenze storico culturali ed ambientali, che sono gli elementi di eccellenza e di peculiarità dei nostri territori sia per i residenti che per i nostri ospiti, è l’elemento cardine che permette loro di risparmiare denaro pubblico. I Soci non devono cadere nel ragionamento grossolano per cui qualcuno di loro potrebbe risparmiare al di fuori della gestione unitaria sotto l’azione della Parchi. Chi crede questo dimostra di non avere chiaro il progetto Parchi proprio sul profilo economico finanziario.  

Ci Appelliamo quindi ai Soci, chiedendo loro di approntare uno sforzo serio e risolutivo per dare alla Parchi il sostegno necessario, per continuare il proprio lavoro e contestualmente suggeriamo alle forze politiche e sociali del territorio di avviare una discussione seria e di prospettiva per questa società pubblica. Come Associazione ambientalista vogliamo denunciare tutta la nostra apprensione per una società che ha dato tanto a questo territorio e che ha permesso, sino ad oggi, di mantenere e valorizzare al meglio il sistema dei parchi e dei musei distribuiti sulla Val di Cornia con ottimi risultati.

Dobbiamo anche dire che, il progetto iniziale della Parchi, non è stato portato a compimento, mancando alla gestione diretta molte aree previste dal progetto iniziale, quali il Parco di Montioni, il Promontorio di Piombino e il Parco di Poggio Neri a Sassetta e comunque, riteniamo opportuno riportare alla gestione unitaria, anche il Parco di Rimigliano da poco sottratto alla società.

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Legambiente, come sua natura, si pone nella discussione stimolando i Soci a trovare le soluzioni finanziare per la Parchi ma al contempo intende stimolare la discussione per il futuro di questa società.

Per risolvere i problemi a medio termine della Parchi, siamo convinti che sia necessario tornare a progettare il territorio vasto e riaprire una stagione di programmazione delle Aree protette locali. Per questo riteniamo come primo passo, il passaggio delle ex-ANPIL in Aree protette di valenza regionale secondo la normativa regionale vigente. Contestualmente attraverso, l’individuazione di nuovi e coordinati strumenti di tutela, una nuova Riserva Naturale regionale in grado di unire l’esistente Riserva di Orti-Bottagone all’ex ANPIL Sterpaia ed all’ex Parco Provinciale di Montioni ed ancora l’ampliamento della zona tra la ZSC “Promontorio di Piombino e Monte Massoncello” e l’area urbanizzata di Piombino per la zona nota come “Parco di Punta Falcone”.  Infine l’istituzione del parco fluviale del Fiume Cornia, già interno ai progetti del Contratto di Fiume.

Avviare un percorso di evoluzione delle aree protette attuali nella direzione di aree protette di valenza regionale ed una loro visione unitaria, ciò al fine di progettare un unico disegno complessivo di aree protette quale base concreta per istituire un vero Parco regionale. Tale ipotesi permetterebbe da un lato offrire maggiori garanzie alle aree protette e contestualmente avere un sistema di finanziamento anno per anno diverso dall’attuale e, in prospettiva, entrare a pieno titolo in un circuito di finanziamenti che ad oggi non sono disponibili per la natura stessa della società.

Tutto questo crediamo che sia la naturale evoluzione di una società per Azioni, nata in un certo periodo storico per permette di gestire ingenti flussi di finanziamenti e che oggi, forse non sembra l’assetto giuridico più consono per gestire il presente e con dei soci che, oggi, sembrano aver smarrito il proprio orizzonte su questo argomento.  Avere il coraggio anche di mettere in discussione la natura della Parchi può aiutarci a trovare qualche soluzione, senza però perdere di vista la gestione unitaria del patrimonio diffuso e la sua evoluzione di tutela.

di Legambiente Circolo Val di Cornia



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