Manifestazione contro il rincaro bus il 1° marzo


La protesta contro l’aumento del costo del biglietto Tper non si placa ed è anche “trasversale”. Sabato 1° marzo, alle ore 14:00, in piazza XX Settembre, si terrà una manifestazione che coincide con l’entrata in vigore del rincaro, da 1,50 a 2,30 euro. 

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I promotori dell’iniziativa parlano di una “stangata” per le classi popolari già colpite dalla crescente inflazione: “Lepore esca dalla torre d’avorio e apra un reale confronto democratico con la cittadinanza – scrivono in una nota – è il trasporto pubblico più caro d’Italia – mentre – la Regione Emilia-Romagna annuncia aumenti sulle tasse, sui ticket sanitari e sul bollo auto, in un periodo di carovita, mentre i nostri salari sono fermi da 30 anni. Vogliono trasformare questa città e questa regione in un luogo solo per ricchi e turisti, mentre i lavoratori e gli studenti vengono espulsi, e fanno sempre più fatica a muoversi”. 

“La responsabilità è della giunta”

Per i promotori “la responsabilità è della giunta Lepore: Tper è una Spa con partecipazione pubblica di Comune, Regione e Città Metropolitana. La convenzione è stata prorogata senza alcuna gara d’appalto, nonostante fossero già noti i costi eccessivamente elevati di Tper. Con la scadenza fissata al 2028 – prospettano – tra soli tre anni ci troveremo di fronte a nuovi rincari”.

“Il sindaco tenta – quindi – di scaricare le colpe sul governo nazionale, attribuendo gli aumenti ai tagli ai fondi per gli enti locali, un’altra politica antipopolare di un esecutivo che riduce la spesa sociale per favorire quella militare. Ma i conti non tornano: il governo taglia 8 milioni di euro all’anno, mentre Lepore punta a farne 12 all’anno. Non si spiega quindi un aumento così spropositato e ingiustificato, soprattutto considerando che la Regione ha già stanziato nuovi finanziamenti”. 

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“Scelte sbagliate di Tper” 

Quindi, l’aumento del biglietto sarebbe “un modo del Comune da una parte di coprire le scelte sbagliate di Tper – ma anche – di usare questa voce di bilancio con cui fare cassa per coprire spese su altri fronti, a partire dal, fondo di riparazione per l’emergenza climatica, con il paradosso che l’emergenza climatica viene pagato da chi già usa il trasporto pubblico”. 

Di fronte a una manovra così sfacciata non bastano più i tentativi di copertura politica di Coalizione Civica (che come sul Passante oggi dice il contrario di quanto diceva ieri), e dei sindacati concertativi CGIL-CISL-UIL che hanno già accettato gli aumenti e adesso cercano di trovare qualche correttivo che possa indorare la pillola.

La manifestazione del 1° marzo 

“Mobilitiamoci per fermare gli aumenti dei biglietti, così come delle tasse regionali”, scrivono “Il trasporto pubblico è lo strumento essenziale per la transizione ecologica, per una città meno inquinante, per combattere l’emergenza climatica, che dovrebbe essere incentivato in tutti i modi, e non penalizzato a vantaggio del trasporto privato e di un peggioramento dell’inquinamento. E d’altra parte non possiamo più sopportare che i costi delle politiche sbagliate siano scaricati sui cittadini. Raccogliamo le firme per chiederne l’immediata sospensione e obblighiamo il Comune a un vero confronto pubblico sui bisogni di questa città”. 

“C’è bisogno di rimettere in campo una visione alternativa del trasporto pubblico fuori dalle logiche della privatizzazione – concludono – e che torni a essere orientato alla gratuità del servizio e al soddisfacimento dei bisogni di mobilità pubblica, cioè quelli dei lavoratori, degli studenti, di chi vive in questa città.  

Per questo chiamiamo tutti a una mobilitazione cittadina sabato 1° marzo alle ore 14.30 in piazza XX Settembre”.

Hanno già aderito 

Comitato Besta, RECA Rete Emergenza Climatica e Ambientale Emilia-Romagna, Ecoresistenze, Cambiare Rotta, Potere al Popolo Bologna, USB, SGB, OSA – Opposizione Studentesca d’Alternativa, Rete dei Comunisti Bologna, Rifondazione Comunista Bologna, Giovani Comuniste/i Bologna, Sinistra Unita Bologna, PCI Bologna, comitato Bologna l’Aeroporto incompatibile, Citta Invisibili, Centro Sociale Culturale Villa Paradiso, Confederazione COBAS, Comitato No Palazzoni Due Madonne, Extinction Rebellion Bologna, Assemblea No Passante, circolo Granma, associazione Schierarsi, A.Ba.Co Emilia-Romagna (lista in aggiornamento). 

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