Si chiama «Pianificazione della linea di costa» e il Comune ha già messo mano al Pua – Piano urbanistico attuativo – del tratto che va da Capo Posillipo a Mergellina.
Piano presentato in Commissione urbanistica – il presidente è Massimo Pepe – la settimana scorsa il cui incipit è questo: «L’intento del Pua – si legge nel documento – per la linea di costa di Posillipo è di valorizzare le potenzialità che il mare come risorsa rappresenta per la città, per la qualità di vita dei napoletani e dei turisti. La riqualificazione del fronte mare mira a combinare la realizzazione delle infrastrutture produttive, turistiche, sportive nel rispetto della qualità storico-ambientale della costa napoletana».
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La sostanza di questo documento è avvicinare Posillipo al mare – che sembra un paradosso – e rendere fruibile a tutti uno dei luoghi più iconici di Napoli. Concretamente si deve fare una passeggiata che da sopra Posillipo porta a mare e collegarla con i siti archeologici della Gaiola e Marechiaro. Un percorso – a oggi interrotto – dall’abusivismo edilizio. Non ci sarà sanatoria, in luogo di queste manufatti fuorilegge verranno installate passerelle. Tema caldissimo è quello della riorganizzazione delle concessioni balneari. Non c’è chiusura ai privati, ma bisognerà trova equilibro per dare più spazio alle spiagge pubbliche.
«È sulla linea costiera di Posillipo e su quella compresa tra via Caracciolo e Molosiglio – racconta Andrea Ceudech il dirigente del Servizio Urbanistica – che il Pua si concentrerà, compatibilmente con i vincoli imposti dall’attuale Piano Regolatore che non prevede misure radicali, ma piccoli interventi che consentiranno finalmente la fruizione libera della costa attraverso la realizzazione di passerelle e pedane. E l’abbattimento degli abusi edilizi». «Sul tratto costiero di Posillipo – spiega ancora Ceudech – esiste già un livello avanzato di progettazione che va tuttavia attualizzato, mentre la priorità verrà data alla redazione di un Piano della linea di costa relativo al tratto Caracciolo- Molosiglio». Anticipato da Il Mattino che sostanzialmente stabilisce come i chioschi saranno dislocati lontano dalla costa.
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Dunque, va liberato il dedalo di accessi al mare che a un certo punto è interrotto da manufatti abusivi. La priorità è «la riqualificazione della rete dei percorsi storici verso il mare» incluso «il percorso trasversale “bordo mare” attraverso banchine, scogliere, basamenti, passerelle di collegamento, un sistema di aree verdi pubbliche o di uso pubblico fino al mare».
Che si accompagna «alla regolamentazione dei tratti balneari e delle superfici attrezzabili». Fuori dai tecnicismi aree da destinare a fruizione pubblica con la creazione di «una pista natatoria nella fascia marina costiera».
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A cala san Basilio meglio nota come la spiaggia della Gaiola, spiaggia pubblica dove sotto all’azzurrissimo mare c’è un parco archeologico sono programmati questi interventi: la creazione di percorsi pedonali, il restauro della scala in pietra, un nuovo attraversamento pedonale nel centro polifunzionale San Francesco, una nuova scala di collegamento alla spiaggia, l’installazione di un alveo per raccolta acque, terrazze e un spazio per uno scavo per indagini archeologiche, un’area sosta minibus, una nuova illuminazione e arredo urbano.
Dove c’è la famosa “Fenestella” a Marechiaro il Piano prevede in via prioritaria la «razionalizzazione delle strutture balneari e piattaforme galleggianti di tipo stagionale» per allargare l’area da destinare a mare e spiagge pubblici.
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Largo Sermoneta deve tornare a essere una spiaggia pubblica e va attrezzata e collegata alla linea di costa. In questa direzione va il recupero del sottopasso che da via Sermoneta porta a Villa Quercia verso la spiaggia. Dove è previsto anche il «recupero del passaggio sotto Palazzo Donn’Anna, il recupero della fruizione pubblica della spiaggia l’accesso alla spiaggia dall’Ospizio Marino». Dovesse farcela il Comune sarebbe una autentica rivoluzione copernicana.
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