gli scenari dopo la vittoria di Merz


L’aula del Bundestag di Berlino durante una seduta. Credits: Steffen Prößdorf via Wikimedia Commons.

All’indomani delle elezioni federali in Germania, che hanno avuto un’affluenza record dell’84% su 60 milioni di aventi diritto, il partito più votato è stato la Cdu-Csu, l’Unione Cristiano-Democratica di Germania e l’Unione Cristiano-Sociale di Baviera guidata da Friedrich Merz, che ha ottenuto il 28,6% dei voti e 208 seggi al Bundestag, il Parlamento federale con sede a Berlino. Al secondo posto si è piazzato il partito di estrema destra Afd (Alternative für Deutschland) con il 20,8% delle preferenze e 152 seggi, seguito dal Partito socialdemocratico del cancelliere uscente Olaf Scholz (16,4% e 120 seggi), i Verdi (11,6% e 85 seggi) e il partito di sinistra Linke (8,7% e 64 seggi).

Il risultato potrebbe riportare un minimo di stabilità nell’Unione Europea, che soprattutto dopo la Brexit ha legato il suo “stato di salute” a quello dei due principali Stati membri: Germania e Francia. Con il Presidente francese Emmanuel Macron impegnato a gestire da mesi un Parlamento frammentato e un governo debole e sotto la continua minaccia di sfiducia e la Germania senza un governo, la fine del 2024 ha visto un’Unione Europea che sembrava priva di una direzione da seguire. Una debolezza resa ancora più evidente dall’inizio della presidenza di Donald Trump negli Stati Uniti, che in poche settimane ha riavvicinato la sua amministrazione alla Russia di Vladimir Putin, umiliato e insultato a più riprese il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e dimostrato ostilità verso l’Europa e i valori che rappresenta.

Il probabile governo Cdu-Spd: cosa potrebbe accadere

In questo contesto, le elezioni di domenica 23 febbraio in Germania assumono un valore che va molto oltre i confini della Repubblica federale tedesca. Il prossimo cancelliere sarà quindi il leader della Cdu Friedrich Merz, che ha già dichiarato di voler formare un governo entro Pasqua, ossia metà aprile. La scelta più probabile è quella di una coalizione tra la Cdu e i Socialdemocratici (Spd), che insieme avrebbero i seggi per garantirsi una solida maggioranza parlamentare senza aprire a un terzo partner come i Verdi.

Friedrich Merz.

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Merz sull’Ucraina

Ma cosa significa il futuro governo di Friedrich Merz per l’Unione europea? Un indizio può arrivare da alcune dichiarazioni che  il futuro cancelliere ha rilasciato durante la campagna elettorale. In particolare, sulla posizione dell’Unione riguardo alla guerra in Ucraina e i rapporti con gli Stati Uniti è stato molto chiaro. Merz ha ribadito che le istituzioni europee non possono essere escluse dalle trattative in corso tra Mosca e Washington sul futuro dell’Ucraina. Un concetto che ha ripetuto subito dopo le elezioni, affermando che la Germania resterà al fianco di Kiev fornendo finanziamenti e materiale militare perché «ora più che mai dobbiamo mettere l’Ucraina in una posizione di forza» e garantire che il governo ucraino partecipi ai negoziati come garanzia di una «pace giusta». Ad oggi, la Germania è già il secondo fornitore di materiale bellico all’Ucraina dopo gli Stati Uniti, ma Merz ha detto di volersi impegnare più del suo predecessore. Per esempio, ha aperto alla possibilità di inviare in Ucraina i missili da crociera Taurus, in grado di volare a bassa quota per colpire bersagli di alto valore strategico.

Volodymyr Zelensky.

La Germania cambia l’Europa? Possibile Difesa comune

Ampliando il discorso oltre la guerra in Ucraina, Merz è anche un convinto sostenitore della necessità per l’Unione europea di sviluppare una Difesa autonoma e un’industria in grado di sostenerla, senza più fare affidamento sull’ombrello della NATO e in particolare degli Stati Uniti. Anche se in parte mitigate negli ultimi giorni, Merz ha dichiarato che l’Europa si deve preparare all’eventualità che l’Alleanza Atlantica possa presto scomparire. Per questo ha anche suggerito che Germania, Francia, Regno Unito e altri partner europei interessati dovrebbero rafforzare la loro cooperazione nel campo della difesa nucleare, in modo da poter fare a meno di quello fornito dagli Stati Uniti dal 1945 a oggi. Facendo una previsione, è probabile che la posizione di Merz sul rafforzamento della Difesa della Germania e dell’Unione europea incontrerà la posizione che sostiene da tempo anche il Presidente francese Macron. Con l’asse franco tedesco rinnovato e rafforzato dalla solidità del governo di Merz, è probabile che l’Unione europea vada in questa direzione.

L’aumento delle spese militari in Europa

Un primo segnale è già arrivato il 14 febbraio scorso, quando la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha annunciato la volontà di introdurre una clausola di salvaguardia sugli investimenti dei Paesi membri dell’Ue in materia di Difesa e sicurezza. Questo signigifica che le spese dei governi europei in questi campi non verranno contate nei parametri fiscali previsti dal Patto di stabilità e crescita che devono rispettare i 27 Stati dell’Unione. Rispondendo alle domande dei giornalisti durante le commemorazioni del 24 febbraio a Kiev per il terzo anno dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, von der Leyen ha anche sostenuto che il Paese potrebbe diventare membro dell’Unione entro il 2030. Un’affermazione che messa in prospettiva dell’aggressività russa e dell’aperta ostilità dell’attuale amministrazione statunitense nei confronti dell’Unione rende ancora più concreta la possibilità che le spese militari europee aumenteranno in modo costante nei prossimi anni.

La Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.





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