«Il Ponte è un immane spreco di risorse pubbliche. Con Lucano modello Riace in Europa»


REGGIO CALABRIA “Il Ponte sullo Stretto mette insieme tanti interessi, ma buttare 14 miliardi di euro, al netto di tutti i problemi di carattere ambientale, rappresenta un gigantesco ed immane spreco di risorse pubbliche”. Lo ha detto il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, parlando con i giornalisti a Reggio Calabria a margine di un’assemblea alla quale ha partecipato l’europarlamentare e sindaco di Riace Mimmo Lucano. “Il settore dei trasporti pubblici – ha aggiunto Fratoianni – avrebbe bisogno di enormi investimenti per fare in modo che possano essere resi efficienti per i milioni di pendolari che ogni giorno devono fare i conti con una gimkana infernale che nega i loro diritti. Mi sembra un elemento di puro buon senso che dovrebbe essere al centro dell’interesse di tutte le forze politiche. E che la Lega continui ad insistere su questo enorme spreco di risorse è francamente inaccettabile”.

Il tema dell’immigrazione

“La politica del Governo sull’immigrazione sta andando sempre più in direzione ostinata e contraria, continuando a sbagliare. Ma questa volta non si tratta di errori ma di scelte che consapevolmente producono disagio del sistema. E la vicenda dei centri di permanenza in Albania ne è un clamoroso esempio”, ha poi detto Fratoianni, rispondendo ad una domanda sul secondo anniversario della strage di Steccato di Cutro, in cui morirono 96 migranti e ci fu un numero imprecisato di dispersi. “I centri in Albania – ha aggiunto Fratoianni – rappresentano un gigantesco spreco di denaro, del tutto inutile, peraltro, per affrontare un fenomeno complesso come quello delle migrazioni, che ha bisogno invece di risposte di tutt’altra natura, non solo per ragioni di carattere etico politico, ma anche di efficacia. “L’esperienza di Mimmo Lucano, nonostante qualcuno abbia provato ad ammazzarla, anche attraverso lo strumento giudiziario – ha detto ancora il segretario di Sinistra Italiana – ha dimostrato che è possibile affrontare l’immigrazione in un altro modo. E non solo per motivi etici, ma per ragioni di efficacia. Quando si costruisce un’altra modalità di rapporto con un fenomeno strutturale come quello delle migrazioni, i risultati arrivano. E quando si pensa di gestire l’immigrazione in modo emergenziale, arrivano le stragi. Perché quelle in mare non sono sciagure, non sono incidenti, sono stragi legate a politiche immorali, ingiuste e, ripeto, del tutto inefficaci. È questo il motivo per il quale siamo impegnati al fianco di Mimmo Lucano, che sta portando in Europa il ‘modello Riace’ per trasformarlo da esperienza, peraltro formidabile, di un piccolo comune calabrese a modello per tutta l’Europa”.

L’intervento di Lucano

A sua volta Lucano nell’incontro con Fratoianni ha evidenziato che “le forze progressiste devono assumersi il coraggio di scelte nette e radicali.  La destra italiana (e quella di tutto il mondo) si ammanta di cinismo e spregiudicatezza, come ampiamente dimostrato dal caso della protezione del torturatore libico Almasri e dalle atroci inadempienze che hanno provocato la strage di migranti a Cutro di cui dopodomani ricorre, a perenne vergogna dell’attuale governo italiano, il secondo anniversario).  Le sinistre sanno bene che se decidono di posizionarsi senza indugi a favore dei più deboli e oppressi, della protezione dei beni e servizi pubblici (la sanità, l’acqua, la casa e il suolo su tutti) e dell’ambiente, riconquistano l’adesione – non solo politica, ma anche emotiva – di ampie fasce di elettori, oggi terribilmente sfiduciati”. Lucano ha poi ribadito il suo impegno “perché l’accoglienza dolce e diffusa dei migranti, attiva a Riace da più di 25 anni, diventi il nuovo punto di riferimento per le politiche migratorie dell’Unione europea. Essa deve rappresentare, calata e adattata ai diversi contesti territoriali, l’alternativa agli inutili e disumani respingimenti, ai campi di contenimento in Albania e a quelli di tortura in Libia, alle baraccopoli, ai ghetti, prodotti dal razzismo “urbanistico” di segregazione socio-economica, delle nostre città. In una parola: alla fortezza Europa”. (Foto Ansa)

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