La risposta di Hamas: il portavoce, Hazem Qassem, ha fatto sapere che l’organizzazione jihadista è pronta ad accettare la richiesta dei Paesi mediatori \”su tutto ciò che riguarda la cerimonia di liberazione degli ostaggi, per porre fine alla crisi e ottenere la liberazione dei detenuti palestinesi\”.
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A fine gennaio i gazawi hanno potuto iniziare il proprio esodo solo a piedi. I veicoli si sono potuti spostare verso nord dopo un’ispezione a partire dalle 9 ora locale, le 8 in Italia. \”Chi è arrivato ci dice che manca l’acqua, l’elettricità, il cibo, le medicine. Le strade non esistono più e quindi mancano i punti di riferimento\”, racconta un palestinese. \”Il ritorno degli sfollati è una vittoria per il nostro popolo\”, ha affermato Hamas. LE FOTO
“,”postId”:”2480a8c8-34aa-4723-b713-49ac23a701bb”},{“timestamp”:”2025-02-24T21:35:00.667Z”,”timestampUtcIt”:”2025-02-24T22:35:00+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Medio Oriente, la situazione a Gaza e il ruolo degli Usa: i possibili scenari su rifugiati e aiuti”,”content”:”
Dallo scoppio della guerra tra Israele e Hamas si è aggravata la situazione degli sfollati palestinesi che da anni trovano accoglienza nei Paesi dell’area come Giordania e Libano. Mentre la tregua vacilla, la proposta del presidente americano Trump sul futuro della Striscia rischia di aumentare il numero di rifugiati. Anche di questo si è parlato in una puntata di \”Numeri\”, l’approfondimento di Sky TG24. IL PUNTO
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A dirlo è stato il numero due dei Guardiani della rivoluzione, il generale Ali Fadavi. Nel corso del 2024 Teheran ha già lanciato due offensive, scatenando la reazione dello Stato ebraico. LEGGI L’ARTICOLO
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\”Tutte le parti devono rispettare i termini dell’accordo di cessate il fuoco. La nostra missione al confine di Rafah è un contributo utile e concreto al sostegno del cessate il fuoco sul campo. È stata una notizia positiva il rilascio di altri sei ostaggi sabato, tra cui due persone che erano detenute da più di dieci anni, ma stiamo seguendo da vicino gli sviluppi e non possiamo nascondere la nostra preoccupazione\”. Lo ha detto l’Alta rappresentante Ue, Kaja Kallas, in conferenza stampa al termine del Consiglio di associazione Ue-Israele. \”Per quanto riguarda la Cisgiordania – ha aggiunto – il cessate il fuoco è un’occasione concreta per spezzare il ciclo della violenza. È imperativo che ora si passi alla seconda fase\” del cessate il fuoco. \”Oggi i ministri hanno sottolineato che non ci può essere altra soluzione che quella dei due Stati. Sosteniamo l’Autorità Palestinese e il suo ritorno a Gaza. Sosteniamo il ritorno di tutti i palestinesi sfollati, Gaza è la loro casa.\” ha concluso.
“,”postId”:”9bd95965-f568-427d-b197-88b5304060bf”},{“timestamp”:”2025-02-24T20:43:44.301Z”,”timestampUtcIt”:”2025-02-24T21:43:44+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Israele: \”Piano Trump su Gaza? È la cosa più morale da fare\””,”content”:”
\”Durante l’incontro, ho spiegato che la libera scelta di ogni persona deve essere rispettata. Quando parliamo di immigrazione, quando parliamo di libera scelta di un individuo, e dall’altra parte uno Stato è pronto ad accettare questi individui, questa è la cosa più morale e umana da fare. Non si tratta di imporre qualcosa o di imporre uno sfollamento\”. Lo ha detto il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Saar, in conferenza stampa, sottolineando come l’inviato Usa in Medio Oriente Steven Witkoff stia seguendo \”la stessa linea\”.
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L’accordo per un cessate il fuoco sulla Striscia di Gaza è scattato il 19 gennaio. Durante la prima delle tre fasi saranno in tutto 33 le persone riconsegnate allo Stato ebraico (anche se quelle vive sono 25). In cambio vengono liberati centinaia di prigionieri palestinesi. Dalle donne portate via dai kibbutz israeliani ai partecipanti rapiti durante il festival di Nova: ecco chi sono gli ex ostaggi. L’APPROFONDIMENTO
“,”postId”:”87634e10-7641-4083-8aaa-4c88b98dc082″},{“timestamp”:”2025-02-24T20:04:00.412Z”,”timestampUtcIt”:”2025-02-24T21:04:00+0100″,”altBackground”:false,”title”:”La questione israelo palestinese, cos’è e come è nata”,”content”:”
L’attacco del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas contro Israele e la conseguente offensiva a Gaza hanno riacceso i riflettori su una contrapposizione che va avanti da decenni e su cui non si riesce a trovare una soluzione. Anche se, negli anni, qualche tentativo è stato fatto. IL PUNTO
“,”postId”:”471b2a08-a11c-4aac-917e-b2aaed415550″},{“timestamp”:”2025-02-24T19:52:29.394Z”,”timestampUtcIt”:”2025-02-24T20:52:29+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Media: Hamas consegnerà due ostaggi morti a Egitto”,”content”:”
Secondo Channel 12, si starebbe concretizzando un accordo in base al quale Hamas trasferirà i corpi di due ostaggi morti in Egitto, mentre Israele rilascerà 301 dei 602 detenuti che avrebbe dovuto scarcerare sabato scorso. Se questa operazione avrà successo, la stessa formula potrebbe essere ripetuta con altri due ostaggi uccisi e i restanti 301 prigionieri dovrebbero essere rilasciati nella prima fase. Passare per l’Egitto significa che probabilmente la cerimonia con le bare di giovedì scorso non si ripeterà. Israele intende verificare l’identità delle salme prima del rilascio dei detenuti.
“,”postId”:”37f27255-15f3-43a7-b820-eb07cd36bedd”},{“timestamp”:”2025-02-24T19:46:00.494Z”,”timestampUtcIt”:”2025-02-24T20:46:00+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Israele vuole subito 4 corpi per i 600 detenuti”,”content”:”
La conclusione della prima fase dell’accordo di tregua a Gaza si è incagliato sul lugubre scambio di salme tra Shiri Bibas e un’anonima donna palestinese. Oltre che sullo show definito ‘abominevole’ dall’Onu delle quattro bare nere esposte da Hamas su un palco nella Striscia. Per rappresaglia Israele sabato non ha scarcerato 602 detenuti palestinesi in cambio degli ultimi sei ostaggi vivi rilasciati, ma lunedì ha cercato una soluzione con i Paesi mediatori. Se Hamas restituisce immediatamente altri quattro corpi di rapiti morti, senza organizzare umilianti cerimonie con le bare come ha fatto la settimana scorsa con i corpi della famiglia Bibas e di Oded Lipshitz, i detenuti palestinesi saranno rilasciati. Si tratta di centinaia di condannati a lunghe pene detentive, molti dei quali stanno scontando ergastoli per attacchi terroristici. Hamas non ha ancora risposto ufficialmente, ma due diversi funzionari hanno fornito due versioni contrastanti: il primo, anonimo, ha dichiarato al quotidiano Asharq al Awsat, che i corpi di due ostaggi israeliani potrebbero essere restituiti nelle prossime ore. Mentre un altro funzionario del gruppo fondamentalista, Mahmoud Mardawi, ha smentito la notizia affermando che \”non c’è alcun cambiamento nella posizione di Hamas, il nemico deve attuare l’accordo liberando i 600 prigionieri palestinesi\”.
“,”postId”:”f4ed869b-ae37-4988-a5b7-6685a33d8708″},{“timestamp”:”2025-02-24T19:33:00.654Z”,”timestampUtcIt”:”2025-02-24T20:33:00+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Israele si ritira dal Consiglio dei diritti umani dell’Onu: \”Ci demonizza\””,”content”:”
In un post su X, il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar fa sapere di accogliere con favore \”la decisione del presidente Trump di non partecipare al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite. Israele si unisce agli Stati Uniti e non parteciperà al Consiglio\”. LEGGI L’ARTICOLO
“,”postId”:”80263a7c-7309-45ae-9d5d-21a002371867″},{“timestamp”:”2025-02-24T19:14:00.455Z”,”timestampUtcIt”:”2025-02-24T20:14:00+0100″,”altBackground”:false,”title”:”L’Ue allenta le sanzioni, sostegno alla nuova Siria”,”content”:”
Dopo quasi 14 anni, l’Unione Europea ha deciso di togliere una serie di sanzioni economiche, commerciali e finanziarie alla Siria \”per sostenere una transizione politica inclusiva\” nel paese, dove l’8 dicembre scorso si è dissolto il regime incarnato da più di mezzo secolo dalla famiglia Assad. Con questa mossa, più volte auspicata dalle nuove autorità siriane, l’Ue afferma di voler contribuire alla \”rapida ripresa economica\” della Siria, alla \”ricostruzione e stabilizzazione\” di un paese travolto da una guerra in corso dal 2011. L’allentamento delle sanzioni arriva mentre a Damasco si è aperta la Conferenza del dialogo nazionale, un’iniziativa delle autorità di fatto guidate dall’autoproclamato presidente Ahmad Sharaa (Jolani). L’obiettivo, gettare le basi per la creazione di una commissione incaricata di scrivere la nuova costituzione. Nell’ambito degli sforzi di Sharaa di mostrarsi aperto a una transizione di potere inclusiva, nei giorni scorsi una commissione preparatoria per il dialogo nazionale – formata da 7 membri, cinque dei quali maschi e vicini alla coalizione jihadista che ha preso il potere a dicembre – si è recata in quasi tutti i capoluoghi per incontrare le élite locali.
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\”Stiamo parlando di un milione e mezzo di persone, e noi ripuliremo tutto\”, ha detto il presidente Usa ai giornalisti, definendo Gaza un \”cantiere di demolizione\” e affermando che la mossa potrebbe essere \”temporanea o a lungo termine\”.IL PIANO
“,”postId”:”aca22ceb-f453-40e7-91da-52c490a847e4″},{“timestamp”:”2025-02-24T18:31:00.515Z”,”timestampUtcIt”:”2025-02-24T19:31:00+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Quanto costerà ricostruire la Striscia di Gaza? La conta dei danni”,”content”:”
Una devastazione senza precedenti. Oggi, più della metà della Striscia di Gaza è completamente rasa al suolo. Secondo gli esperti, non si è mai registrato un simile livello di distruzione in un’area così piccola e densamente popolata. Le stime per la ricostruzione di Gaza, che potrà essere avviata solo dopo il completamento delle tre fasi dell’accordo di tregua tra Israele e Hamas, sono esorbitanti. Ecco le ultime stime su quanto costerà ricostruire Gaza dopo la devastazione causata dal conflitto tra Hamas e Israele e sulla conta dei danni. L’ANALISI
“,”postId”:”05fdacd2-70db-4aa4-86ba-e27281185f4e”},{“timestamp”:”2025-02-24T18:11:00.984Z”,”timestampUtcIt”:”2025-02-24T19:11:00+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Ong, rinvenuta prima fossa comune nella provincia di Damasco”,”content”:”
In Siria, paese in guerra dal 2011, è stato oggi segnalato il ritrovamento della prima fossa comune a Damasco. La fossa contiene i resti di decine di persone, tra cui bambini. L’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria riferisce che nella fossa comune rinvenuta nel quartiere periferico di Sbeine, a sud-est della capitale, sono stati per ora trovati i resti appartenenti a una ventina di persone. Secondo le informazioni disponibili, i resti dei corpi mostrano segni di colpi di arma da fuoco. Alcuni resti indicano che i corpi sono stati parzialmente carbonizzati. Secondo l’Osservatorio, dalla caduta del regime degli Assad, l’8 dicembre scorso, sono state documentate 21 fosse comuni, che ospitano i resti di 1681 vittime, distribuite nelle regioni centrali ,orientali e meridionali: 1.220 corpi in 4 fosse comuni nella regione di Homs; 167 corpi in 4 fosse nella provincia Campagna di Damasco; 137 corpi in 4 fosse nella provincia di Daraa; 106 corpi in 5 fosse a Deir az Zor, tra cui resti di 6 bambini; 31 corpi in 3 fosse nella provincia di Hama; 20 corpi in una fossa comune nella provincia di Damasco.
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In serata papa Francesco \”ha chiamato il Parroco della Parrocchia di Gaza per esprimere la sua paterna vicinanza\”, riferisce la Sala stampa vaticana. \”Papa Francesco ringrazia tutto il popolo di Dio che in questi giorni si è radunato a pregare per la sua salute\”, viene aggiunto.
“,”postId”:”80bf540c-8171-4849-b791-89decc728271″},{“timestamp”:”2025-02-24T17:58:00.978Z”,”timestampUtcIt”:”2025-02-24T18:58:00+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Sa’ar: \”Rapporti Ue-Israele non dipendano dal conflitto di Gaza\””,”content”:”
\”Le relazioni con Israele non devono essere ostaggio del conflitto israelo-palestinese. Siamo sempre aperti all’ascolto e al dialogo, ma nessuno ci costringerà a mettere in pericolo il nostro popolo\”. Lo ha dichiarato Gideon Sa’ar, ministro degli Esteri di Israele, nella conferenza stampa al termine del Consiglio di associazione Ue-Israele. \”L’attacco a Israele da sette fronti diversi dal 7 ottobre e le voci che abbiamo sentito negli ultimi giorni, da Teheran, dallo Yemen, da Beirut e da Gaza, dimostrano che ci sono intenzioni concrete di eliminare Israele\”, ha aggiunto. \”Vogliamo una partnership basata su un dialogo reale e rispettoso, con il tentativo di trovare un terreno comune. L’Islam radicale, il programma nucleare iraniano, il terrorismo, l’odio e l’ostilità verso lo stile di vita occidentale, sono tutte minacce comuni a Israele e all’Europa. Anche se stiamo combattendo in prima linea per la nostra esistenza e ne stiamo pagando il prezzo, stiamo combattendo anche la vostra guerra\”, ha concluso.
“,”postId”:”2e0da757-8d5c-4e01-8555-afbfee1e708f”},{“timestamp”:”2025-02-24T17:39:50.296Z”,”timestampUtcIt”:”2025-02-24T18:39:50+0100″,”image”:{“imgSrc”:”https://static.sky.it/editorialimages/9bbf4787c5a50f421257065e7422033d48e1efbb/skytg24/it/mondo/2023/12/14/guerra-israele-palestina-hamas-gaza-14-dicembre-diretta/Gaza.jpg”,”imgAlt”:”Gaza”,”imgCredits”:”©Ansa”,”imgCaption”:null},”altBackground”:true,”title”:”Idf, colpita una postazione di lancio a sud di Gaza”,”content”:”
L’Idf riferisce di aver colpito una postazione di lancio nel sud della Striscia da cui oggi è stato sparato un razzo, che è caduto all’interno del territorio. L’esercito aggiunge di aver colpito anche un secondo sito di lancio nella stessa area.
“,”postId”:”fa41aae2-1ec5-42de-af39-138ad93f73f1″},{“timestamp”:”2025-02-24T17:29:00.657Z”,”timestampUtcIt”:”2025-02-24T18:29:00+0100″,”altBackground”:false,”title”:”La famiglia Bibas contro Netanyahu sulla diffusione dei dettagli degli omicidi”,”content”:”
L’avvocato Dana Fogetz, che rappresenta la famiglia Bibas, ha rivolto un appello affinché si interrompa la diffusione di dettagli sulle circostanze dell’omicidio di Shiri, Ariel e Kfir Bibas. L’appello arriva dopo che il primo ministro Benyamin Netanyahu, durante una cerimonia ufficiale ieri ha rivelato particolari sulle modalità del massacro della famiglia Bibas, dichiarando che i bambini sono stati soffocati a mani nude. La decisione del premier di esporre questi dettagli ha suscitato reazioni contrastanti, con alcuni membri del pubblico che gli hanno voltato le spalle esprimendo la loro protesta. \”A nome della famiglia Bibas, ci siamo rivolti a diverse figure istituzionali per chiarire che la decisione di pubblicare qualsiasi informazione sugli orribili crimini commessi è esclusivamente della famiglia. Nessuno deve esercitare pressioni su di loro per sfruttare l’omicidio per presunti fini pubblici\”, ha dichiarato l’avvocato, aggiungendo che la richiesta è rivolta anche all’opinione pubblica, affinché non partecipi nè contribuisca alla corsa alla diffusione di dettagli dolorosi, invasivi e privati.
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Hamas sospenderà i negoziati con Israele tramite mediatori, a meno che Israele non liberi i 602 prigionieri palestinesi in cambio dei sei ostaggi israeliani consegnati ieri, come da accordo. Ieri, il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha affermato che Israele non avrebbe rilasciato i prigionieri finché Hamas non avesse fornito garanzie che avrebbe posto fine alle cerimonie “umilianti” per celebrare il trasferimento degli ostaggi israeliani.
La risposta di Hamas: il portavoce, Hazem Qassem, ha fatto sapere che l’organizzazione jihadista è pronta ad accettare la richiesta dei Paesi mediatori “su tutto ciò che riguarda la cerimonia di liberazione degli ostaggi, per porre fine alla crisi e ottenere la liberazione dei detenuti palestinesi”.
Approfondimenti:
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Gaza, migliaia di palestinesi sfollati tornano nel nord della Striscia
A fine gennaio i gazawi hanno potuto iniziare il proprio esodo solo a piedi. I veicoli si sono potuti spostare verso nord dopo un’ispezione a partire dalle 9 ora locale, le 8 in Italia. “Chi è arrivato ci dice che manca l’acqua, l’elettricità, il cibo, le medicine. Le strade non esistono più e quindi mancano i punti di riferimento”, racconta un palestinese. “Il ritorno degli sfollati è una vittoria per il nostro popolo”, ha affermato Hamas. LE FOTO
Medio Oriente, la situazione a Gaza e il ruolo degli Usa: i possibili scenari su rifugiati e aiuti
Dallo scoppio della guerra tra Israele e Hamas si è aggravata la situazione degli sfollati palestinesi che da anni trovano accoglienza nei Paesi dell’area come Giordania e Libano. Mentre la tregua vacilla, la proposta del presidente americano Trump sul futuro della Striscia rischia di aumentare il numero di rifugiati. Anche di questo si è parlato in una puntata di “Numeri”, l’approfondimento di Sky TG24. IL PUNTO
Guerra Israele, Iran annuncia terzo attacco missilistico “al momento opportuno”
A dirlo è stato il numero due dei Guardiani della rivoluzione, il generale Ali Fadavi. Nel corso del 2024 Teheran ha già lanciato due offensive, scatenando la reazione dello Stato ebraico. LEGGI L’ARTICOLO
Kallas: “Sostegno al ritorno dei palestinesi, Gaza è loro casa”
“Tutte le parti devono rispettare i termini dell’accordo di cessate il fuoco. La nostra missione al confine di Rafah è un contributo utile e concreto al sostegno del cessate il fuoco sul campo. È stata una notizia positiva il rilascio di altri sei ostaggi sabato, tra cui due persone che erano detenute da più di dieci anni, ma stiamo seguendo da vicino gli sviluppi e non possiamo nascondere la nostra preoccupazione”. Lo ha detto l’Alta rappresentante Ue, Kaja Kallas, in conferenza stampa al termine del Consiglio di associazione Ue-Israele. “Per quanto riguarda la Cisgiordania – ha aggiunto – il cessate il fuoco è un’occasione concreta per spezzare il ciclo della violenza. È imperativo che ora si passi alla seconda fase” del cessate il fuoco. “Oggi i ministri hanno sottolineato che non ci può essere altra soluzione che quella dei due Stati. Sosteniamo l’Autorità Palestinese e il suo ritorno a Gaza. Sosteniamo il ritorno di tutti i palestinesi sfollati, Gaza è la loro casa.” ha concluso.
Israele: “Piano Trump su Gaza? È la cosa più morale da fare”
“Durante l’incontro, ho spiegato che la libera scelta di ogni persona deve essere rispettata. Quando parliamo di immigrazione, quando parliamo di libera scelta di un individuo, e dall’altra parte uno Stato è pronto ad accettare questi individui, questa è la cosa più morale e umana da fare. Non si tratta di imporre qualcosa o di imporre uno sfollamento”. Lo ha detto il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Saar, in conferenza stampa, sottolineando come l’inviato Usa in Medio Oriente Steven Witkoff stia seguendo “la stessa linea”.
Tregua Israele-Hamas, chi sono gli ostaggi liberati finora
L’accordo per un cessate il fuoco sulla Striscia di Gaza è scattato il 19 gennaio. Durante la prima delle tre fasi saranno in tutto 33 le persone riconsegnate allo Stato ebraico (anche se quelle vive sono 25). In cambio vengono liberati centinaia di prigionieri palestinesi. Dalle donne portate via dai kibbutz israeliani ai partecipanti rapiti durante il festival di Nova: ecco chi sono gli ex ostaggi. L’APPROFONDIMENTO
La questione israelo palestinese, cos’è e come è nata
L’attacco del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas contro Israele e la conseguente offensiva a Gaza hanno riacceso i riflettori su una contrapposizione che va avanti da decenni e su cui non si riesce a trovare una soluzione. Anche se, negli anni, qualche tentativo è stato fatto. IL PUNTO
Media: Hamas consegnerà due ostaggi morti a Egitto
Secondo Channel 12, si starebbe concretizzando un accordo in base al quale Hamas trasferirà i corpi di due ostaggi morti in Egitto, mentre Israele rilascerà 301 dei 602 detenuti che avrebbe dovuto scarcerare sabato scorso. Se questa operazione avrà successo, la stessa formula potrebbe essere ripetuta con altri due ostaggi uccisi e i restanti 301 prigionieri dovrebbero essere rilasciati nella prima fase. Passare per l’Egitto significa che probabilmente la cerimonia con le bare di giovedì scorso non si ripeterà. Israele intende verificare l’identità delle salme prima del rilascio dei detenuti.
Israele vuole subito 4 corpi per i 600 detenuti
La conclusione della prima fase dell’accordo di tregua a Gaza si è incagliato sul lugubre scambio di salme tra Shiri Bibas e un’anonima donna palestinese. Oltre che sullo show definito ‘abominevole’ dall’Onu delle quattro bare nere esposte da Hamas su un palco nella Striscia. Per rappresaglia Israele sabato non ha scarcerato 602 detenuti palestinesi in cambio degli ultimi sei ostaggi vivi rilasciati, ma lunedì ha cercato una soluzione con i Paesi mediatori. Se Hamas restituisce immediatamente altri quattro corpi di rapiti morti, senza organizzare umilianti cerimonie con le bare come ha fatto la settimana scorsa con i corpi della famiglia Bibas e di Oded Lipshitz, i detenuti palestinesi saranno rilasciati. Si tratta di centinaia di condannati a lunghe pene detentive, molti dei quali stanno scontando ergastoli per attacchi terroristici. Hamas non ha ancora risposto ufficialmente, ma due diversi funzionari hanno fornito due versioni contrastanti: il primo, anonimo, ha dichiarato al quotidiano Asharq al Awsat, che i corpi di due ostaggi israeliani potrebbero essere restituiti nelle prossime ore. Mentre un altro funzionario del gruppo fondamentalista, Mahmoud Mardawi, ha smentito la notizia affermando che “non c’è alcun cambiamento nella posizione di Hamas, il nemico deve attuare l’accordo liberando i 600 prigionieri palestinesi”.
Israele si ritira dal Consiglio dei diritti umani dell’Onu: “Ci demonizza”
In un post su X, il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar fa sapere di accogliere con favore “la decisione del presidente Trump di non partecipare al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite. Israele si unisce agli Stati Uniti e non parteciperà al Consiglio”. LEGGI L’ARTICOLO
L’Ue allenta le sanzioni, sostegno alla nuova Siria
Dopo quasi 14 anni, l’Unione Europea ha deciso di togliere una serie di sanzioni economiche, commerciali e finanziarie alla Siria “per sostenere una transizione politica inclusiva” nel paese, dove l’8 dicembre scorso si è dissolto il regime incarnato da più di mezzo secolo dalla famiglia Assad. Con questa mossa, più volte auspicata dalle nuove autorità siriane, l’Ue afferma di voler contribuire alla “rapida ripresa economica” della Siria, alla “ricostruzione e stabilizzazione” di un paese travolto da una guerra in corso dal 2011. L’allentamento delle sanzioni arriva mentre a Damasco si è aperta la Conferenza del dialogo nazionale, un’iniziativa delle autorità di fatto guidate dall’autoproclamato presidente Ahmad Sharaa (Jolani). L’obiettivo, gettare le basi per la creazione di una commissione incaricata di scrivere la nuova costituzione. Nell’ambito degli sforzi di Sharaa di mostrarsi aperto a una transizione di potere inclusiva, nei giorni scorsi una commissione preparatoria per il dialogo nazionale – formata da 7 membri, cinque dei quali maschi e vicini alla coalizione jihadista che ha preso il potere a dicembre – si è recata in quasi tutti i capoluoghi per incontrare le élite locali.
Medio Oriente, idea di Trump per “ripulire” Gaza: palestinesi in Egitto e Giordania
“Stiamo parlando di un milione e mezzo di persone, e noi ripuliremo tutto”, ha detto il presidente Usa ai giornalisti, definendo Gaza un “cantiere di demolizione” e affermando che la mossa potrebbe essere “temporanea o a lungo termine”.IL PIANO
Quanto costerà ricostruire la Striscia di Gaza? La conta dei danni
Una devastazione senza precedenti. Oggi, più della metà della Striscia di Gaza è completamente rasa al suolo. Secondo gli esperti, non si è mai registrato un simile livello di distruzione in un’area così piccola e densamente popolata. Le stime per la ricostruzione di Gaza, che potrà essere avviata solo dopo il completamento delle tre fasi dell’accordo di tregua tra Israele e Hamas, sono esorbitanti. Ecco le ultime stime su quanto costerà ricostruire Gaza dopo la devastazione causata dal conflitto tra Hamas e Israele e sulla conta dei danni. L’ANALISI
Ong, rinvenuta prima fossa comune nella provincia di Damasco
In Siria, paese in guerra dal 2011, è stato oggi segnalato il ritrovamento della prima fossa comune a Damasco. La fossa contiene i resti di decine di persone, tra cui bambini. L’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria riferisce che nella fossa comune rinvenuta nel quartiere periferico di Sbeine, a sud-est della capitale, sono stati per ora trovati i resti appartenenti a una ventina di persone. Secondo le informazioni disponibili, i resti dei corpi mostrano segni di colpi di arma da fuoco. Alcuni resti indicano che i corpi sono stati parzialmente carbonizzati. Secondo l’Osservatorio, dalla caduta del regime degli Assad, l’8 dicembre scorso, sono state documentate 21 fosse comuni, che ospitano i resti di 1681 vittime, distribuite nelle regioni centrali ,orientali e meridionali: 1.220 corpi in 4 fosse comuni nella regione di Homs; 167 corpi in 4 fosse nella provincia Campagna di Damasco; 137 corpi in 4 fosse nella provincia di Daraa; 106 corpi in 5 fosse a Deir az Zor, tra cui resti di 6 bambini; 31 corpi in 3 fosse nella provincia di Hama; 20 corpi in una fossa comune nella provincia di Damasco.
Il Papa ha chiamato nuovamente la parrocchia di Gaza
In serata papa Francesco “ha chiamato il Parroco della Parrocchia di Gaza per esprimere la sua paterna vicinanza”, riferisce la Sala stampa vaticana. “Papa Francesco ringrazia tutto il popolo di Dio che in questi giorni si è radunato a pregare per la sua salute”, viene aggiunto.
Sa’ar: “Rapporti Ue-Israele non dipendano dal conflitto di Gaza”
“Le relazioni con Israele non devono essere ostaggio del conflitto israelo-palestinese. Siamo sempre aperti all’ascolto e al dialogo, ma nessuno ci costringerà a mettere in pericolo il nostro popolo”. Lo ha dichiarato Gideon Sa’ar, ministro degli Esteri di Israele, nella conferenza stampa al termine del Consiglio di associazione Ue-Israele. “L’attacco a Israele da sette fronti diversi dal 7 ottobre e le voci che abbiamo sentito negli ultimi giorni, da Teheran, dallo Yemen, da Beirut e da Gaza, dimostrano che ci sono intenzioni concrete di eliminare Israele”, ha aggiunto. “Vogliamo una partnership basata su un dialogo reale e rispettoso, con il tentativo di trovare un terreno comune. L’Islam radicale, il programma nucleare iraniano, il terrorismo, l’odio e l’ostilità verso lo stile di vita occidentale, sono tutte minacce comuni a Israele e all’Europa. Anche se stiamo combattendo in prima linea per la nostra esistenza e ne stiamo pagando il prezzo, stiamo combattendo anche la vostra guerra”, ha concluso.
Idf, colpita una postazione di lancio a sud di Gaza
L’Idf riferisce di aver colpito una postazione di lancio nel sud della Striscia da cui oggi è stato sparato un razzo, che è caduto all’interno del territorio. L’esercito aggiunge di aver colpito anche un secondo sito di lancio nella stessa area.
©Ansa
La famiglia Bibas contro Netanyahu sulla diffusione dei dettagli degli omicidi
L’avvocato Dana Fogetz, che rappresenta la famiglia Bibas, ha rivolto un appello affinché si interrompa la diffusione di dettagli sulle circostanze dell’omicidio di Shiri, Ariel e Kfir Bibas. L’appello arriva dopo che il primo ministro Benyamin Netanyahu, durante una cerimonia ufficiale ieri ha rivelato particolari sulle modalità del massacro della famiglia Bibas, dichiarando che i bambini sono stati soffocati a mani nude. La decisione del premier di esporre questi dettagli ha suscitato reazioni contrastanti, con alcuni membri del pubblico che gli hanno voltato le spalle esprimendo la loro protesta. “A nome della famiglia Bibas, ci siamo rivolti a diverse figure istituzionali per chiarire che la decisione di pubblicare qualsiasi informazione sugli orribili crimini commessi è esclusivamente della famiglia. Nessuno deve esercitare pressioni su di loro per sfruttare l’omicidio per presunti fini pubblici”, ha dichiarato l’avvocato, aggiungendo che la richiesta è rivolta anche all’opinione pubblica, affinché non partecipi nè contribuisca alla corsa alla diffusione di dettagli dolorosi, invasivi e privati.
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