“La guerra finirà solo con tutti gli ostaggi liberi”, attacchi in Cisgiordania


Si negozia lo scambio di corpi di ostaggi in cambio di prigionieri palestinesi. Merz: “Netanyahu può venire in Germania nonostante il mandato d’arresto per crimini di guerra”

AFP

Una donna palestinese sfollata trasporta i suoi effetti personali

Media: Hamas potrebbe consegnare al Cairo i corpi di due ostaggi morti

Hamas potrebbe consegnare all’Egitto due corpi di ostaggi uccisi, mentre Israele rilascerebbe a sua volta 301 dei 602 prigionieri che avrebbe dovuto rilasciare sabato scorso. L’ipotesi di accordo viene riportata da Channel 12, per le cui fonti  – se la procedura andasse a buon fine – la stessa formula potrebbe essere ripetuta con altri due ostaggi uccisi e con i restanti 301 prigionieri compresi nell’accordo.
 

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Merz: “Netanyahu può venire in Germania nonostante il mandato per crimini di guerra a Gaza”

Friedrich Merz, il leader conservatore che dovrebbe diventare il prossimo cancelliere tedesco, ha parlato in una conferenza stampa a Berlino. Ha detto che Benjamin Netanyahu “può visitare” il suo Paese nonostante il mandato di arresto per il primo ministro israeliano emesso dalla Corte penale internazionale (CPI) per presunti crimini di guerra relativi all’assalto di Israele a Gaza: “Nel caso in cui abbia intenzione di visitare la Germania, ho anche promesso a me stesso che troveremo un modo per garantire che possa visitare la Germania e ripartire senza essere arrestato”.

Hamas nega che rilascerà oggi due ostaggi deceduti

Hamas ha negato la notizia saudita secondo cui intenderebbe consegnare oggi i corpi di due ostaggi in cambio dei prigionieri palestinesi il cui rilascio è stato rinviato. Il quotidiano saudita Asharq al Awsat sostiene che i negoziati tra Israele e Hamas potrebbero portare alla consegna dei corpi di due ostaggi nelle prossime ore, ma il funzionario di Hamas Mahmoud Mardawi ha negato categoricamente questa affermazione.

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Israele estenderà la tregua solo se verranno rilasciati più ostaggi

A Bruxelles, il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar ha detto alle controparti dell’Ue che Israele è disponibile a estendere il cessate il fuoco se verranno rilasciati più ostaggi. Lo ha detto oggi il suo ufficio.

“Ciò non accadrà senza il rilascio degli ostaggi”, ha affermato Sa’ar nei suoi incontri con i ministri degli Esteri ungherese, rumeno, bulgaro, finlandese e slovacco. “Siamo impegnati a rilasciare i nostri ostaggi e a raggiungere gli obiettivi di guerra che ci siamo prefissati”, ha aggiunto.

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Wafa, il bilancio dei morti a Gaza sale a 48.346

Il bilancio delle vittime nella Striscia di Gaza ha raggiunto quota 48.346 dall’inizio della guerra, nell’ottobre 2023. Lo riferisce l’agenzia palestinese Wafa, aggiungendo che, nello stesso periodo, le persone rimaste ferite sono almeno 111.759. Il bilancio, precisa la stessa fonte, rimane tuttavia incompleto, poiché molte vittime rimangono intrappolate sotto le macerie, inaccessibili alle ambulanze e alle squadre di soccorso.

Wsj: Hezbollah ordina ai suoi di ritirarsi, subentra l’esercito

Hezbollah si ritira. Secondo fonti citate dal Wall Street Journal, il movimento filoiraniano ha emanato direttive interne per i miliziani che non vivono a sud del fiume Litani, di abbandonare l’area per consentire alle Forze armate libanesi di assumere il controllo della regione di confine, come richiesto dal cessate il fuoco con Israele.

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Alcune unità di Hezbollah sono state completamente smantellate dopo la campagna israeliana in Libano, afferma la fonte, ma altre sono state ricostituite riportando indietro i combattenti dalla Siria dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad. Secondo un’altra fonte, il gruppo terroristico ha perso circa 5.000 combattenti dal 7 ottobre 2023 e sta affrontando una pesante crisi finanziaria con il vertiginoso aumento dei costi per gli oltre mille feriti gravi che necessitano di cure mediche costanti e di un reddito regolare.

Hamas: due palestinesi feriti nel raid con drone dell’Idf a Rafah

Secondo quanto affermato dall’agenzia di Protezione civile della Striscia di Gaza, gestita da Hamas, due palestinesi sono rimasti feriti in un attacco effettuato da un drone israeliano nei pressi di una scuola nel quartiere di Tel Sultan, a Rafah, nella parte meridionale di Gaza. Le loro condizioni non sono note al momento. L’Idf non hanno ancora rilasciato dichiarazioni in merito.

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Media: Israele libererà i 602 palestinesi se entro oggi Hamas restituirà 4 salme

Israele ha trasmesso un messaggio ai Paesi mediatori dichiarando la disponibilità a rilasciare 602 detenuti palestinesi, il cui rilascio era stato posticipato sabato, in cambio della restituzione dei corpi di quattro ostaggi entro oggi. Lo riferisce un funzionario israeliano citato da Ynet.

Secondo la stessa fonte, Israele ha chiesto garanzie affinché non si svolgano cerimonie umilianti durante il rilascio simili a quelle avvenute per la restituzione dei corpi dei bambini Bibas e di Oded Lipshitz. Hamas invece insiste affinché Israele liberi i detenuti prima dell’ultima fase dell’accordo, che prevede la restituzione degli ostaggi deceduti.

Demolite dall’esercito israeliano 120 case nel campo profughi della città di Jenin

La città di Jenin, in Cisgiordania, ha dichiarato in un comunicato che l’esercito israeliano ha demolito circa 120 case nel campo profughi della città e ne ha parzialmente danneggiato altre decine nell’intero campo.

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L’Idf assedia Tulkarem e Nour Shams, invia carri armati a Jenin

Le forze israeliane “proseguono la loro aggressione” nel campo di Jenin e “hanno preso d’assalto diverse città, sabotando le infrastrutture e distruggendo le strade”. Lo riporta l’agenzia di stampa palestinese Wafa, il giorno dopo l’invio di carri armati da parte di Israele che “hanno raggiunto la periferia del campo”. L’ultimo dispiegamento di carri armati israeliani in Cisgiordania risale al 2002, nell’ambito dell’operazione Rampart, durante la Seconda Intifada.

Per quanto riguarda i campi di Tulkarem e Nour Shams, la Wafa riporta anche un “rigoroso assedio” imposto dalle forze israeliane, di “rinforzi militari” e di “continui raid contro case e infrastrutture”. Israele “ha schierato squadre di fanteria nelle strade” e continua a “razziare le case palestinesi, anche quando sono vuote, per trasformarle in caserme militari”, aggiunge.

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Palestinesi contro i tank schierati dagli israeliani in Cisgiordania

Per il ministero degli Esteri palestinese, il dispiegamento di carri armati israeliani in Cisgiordania rappresenta “una grave escalation”. La condanna arriva in una dichiarazione in cui il ministero ha affermato che il dispiegamento di tank è una continuazione del “genocidio, dello sfollamento e dell’annessione” di Israele. I carri armati, insieme allo sfollamento forzato di 40.000 palestinesi e all’affermazione del ministro della Difesa israeliano Israel Katz che i palestinesi non potranno tornare alle loro case, rappresentano una “grave escalation”.

Casa Bianca, con Israele su ritardo in rilascio prigionieri

La Casa Bianca sostiene la decisione di Israele di ritardare il rilascio dei prigionieri palestinesi, definendola “appropriata”. Il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana Brian Hughes ha affermato domenica che, “dato il trattamento barbaro riservato da Hamas agli ostaggi, inclusa l’orrenda sfilata delle bare dei bambini Bibas per le strade di Gaza, la decisione di Israele di ritardare il rilascio dei prigionieri è una risposta appropriata”. “Il presidente (Donald Trump ndr) è pronto a sostenere Israele in qualsiasi linea d’azione scelga nei confronti di Hamas”, ha aggiunto Hughes in una dichiarazione.

 

Netanyahu minaccia la ripresa della guerra: “I piani operativi sono pronti” (Video)

Hamas: “Negoziati sospesi se Israele non libera i 602 prigionieri palestinesi”

Hamas sospenderà i negoziati con Israele, a meno che Israele non liberi i 602 prigionieri palestinesi in cambio dei sei ostaggi israeliani già consegnati, come da accordo. Lo ha ribadito il funzionario di Hamas Mahmoud Mardawi, invitando i mediatori a fare pressione su Israele affinché attui le disposizioni dell’accordo di cessate il fuoco. 

Ieri Netanyahu ha affermato che Israele non avrebbe rilasciato i prigionieri finché Hamas non avesse fornito garanzie che avrebbe posto fine alle cerimonie “umilianti” durante la liberazione degli ostaggi israeliani.

L’intervista dell’inviata al capomissione di Emergency a Gaza

Netanyahu: “Pronto a riprendere la guerra in ogni momento”

Parlando in occasione di una cerimonia per la promozione di nuovi ufficiali a Holon, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu si è detto pronto “in qualsiasi momento” a riprendere i combattimenti a Gaza. Il premier ha poi chiesto la “smilitarizzazione totale” della Siria meridionale. 

Ai cadetti diplomati del corso per ufficiali di combattimento delle forze di terra dell’IDF il premier ha aggiunto che “tutti i nostri ostaggi, senza eccezioni, torneranno a casa”, ha detto Netanyahu citato dal Times of Israel, “Hamas non governerà Gaza. Gaza sarà smilitarizzata e la sua forza combattente sarà smantellata”. 



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