Linea Adriatica e rigassificatori inutili: le contraddizioni del Ministro Pichetto


   Riceviamo e pubblichiamo comunicato stampa del Coordinamento Per il clima Fuori dal fossile di Sulmona

 

  IL MINISTRO PICHETTO AMMETTE :  LA LINEA ADRIATICA SNAM È INUTILE 

Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha ammesso che la Linea Adriatica Snam è inutile, come inutili sono anche i due nuovi rigassificatori di Piombino e Ravenna. Per la verità il Ministro non ha dichiarato proprio questo ma, se la logica ha un senso, le parole di Pichetto portano a questa conclusione e le nuove infrastrutture per il gas decise dopo l’invasione russa dell’Ucraina dovrebbero essere eliminate. In una intervista a La Stampa del 22 febbraio Pichetto ha affermato: “Fatta la pace si torna al gas russo”. Ora, il caso vuole che i nuovi impianti fossili siano stati giustificati proprio per la necessità di supplire al gas russo, del quale l’Europa aveva deciso di chiudere il rubinetto. 

In realtà, già due anni fa – quando i lavori della centrale di Sulmona e della Linea Adriatica non erano ancora cominciati e non c’era ancora il rigassificatore di Piombino, né tanto meno quello di Ravenna – l’Italia aveva sostituito il gas russo con altre fonti di importazione dall’estero. E a confermarlo era stato proprio il ministro Pichetto che il 15 aprile 2023, in una intervista al Corriere della Sera, aveva annunciato: “Abbiamo superato la dipendenza da Mosca grazie al gas africano”.

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Che non avremmo subito alcuna conseguenza dalla eliminazione del gas russo lo si sapeva benissimo, perché l’Italia è il Paese che in Europa ha la più ampia diversificazione delle fonti di importazione di metano, con cinque metanodotti e tre rigassificatori (che ad aprile, dopo Piombino, diventeranno cinque con Ravenna). Non solo, ma ciò ha consentito di importare ancora più gas rispetto a prima, tanto che nel 2022 l’Italia ne ha rivenduto ad altri Paesi ben 4 miliardi e 600 milioni di metri cubi, un record assoluto. 

Questo conferma la strumentalità delle decisioni assunte prima dal governo Draghi e poi dal governo Meloni, che si sono piegati alla volontà delle due multinazionali Eni e Snam solo per favorirne gli interessi. Meloni ha addirittura lanciato l’anacronistico “Piano Mattei”, che sarà destinato ad aumentare la nostra dipendenza energetica dai regimi autoritari del continente africano, pronti ad usare il gas come arma di ricatto. Non è un caso se il torturatore Almasri è stato liberato anche per non compromettere le forniture di metano che, attraverso il gasdotto Greenstream. arrivano dalla Libia al nostro Paese.

Dal 2005 (anno del picco massimo) i consumi italiani di metano sono passati da 86,2 miliardi di metri cubi ai 61,9 miliardi del 2024. Un crollo di oltre 24 miliardi attribuibili non a cause congiunturali ma strutturali, quali la crescita delle energie pulite e rinnovabili, l’efficientamento energetico degli edifici, le campagne di risparmio energetico, la necessità di combattere il cambiamento climatico e di raggiungere la neutralità climatica al 2050, l’aumento del costo del metano dovuto non alla sua carenza ma alle manovre speculative delle multinazionali del settore. 

Nonostante l’evidenza dei fatti, il governo Meloni – preso da una inarrestabile bulimia da gas – non solo insiste nella realizzazione delle nuove infrastrutture fossili ma ne ha in programma addirittura altre, come i due ulteriori rigassificatori di Gioia Tauro e Porto Empedocle e il raddoppio del gasdotto Tap dall’Azerbaigian, mentre in lista di attesa ci sono anche il gasdotto EastMed – Poseidon da Israele e un nuovo gasdotto dalla Spagna a Livorno.

Tutte opere non necessarie che non solo danneggiano pesantemente il clima e l’ambiente, ma continueranno a sperperare enormi quantità di denaro che, invece, potrebbe essere utilizzato per lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili e per mettere in sicurezza il territorio. E che, soprattutto, saranno pagate per i prossimi 50 anni (che é la durata dell’ammortamento dei costi) attraverso le bollette dei cittadini italiani.

Sulmona, 25 febbraio 2025                               



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