«L’Ue sbaglia ancora, smetta di importare Gnl e acceleri sulle rinnovabili»


L’Europa sembra non aver imparato la lezione. Neanche a tre anni dall’aggressione della Russia ai danni dell’Ucraina. Invece di accelerare sulle rinnovabili e aumentare la sua autonomia energetica, continua a ricorrere ai combustibili fossili e a non mettere fine alla sua dipendenza dagli approvvigionamenti esteri. La denuncia arriva da Can Europe, in queste giornate che segnano il triste anniversario dell’invasione russa. L’azione militare decisa da Putin nel febbraio 2022 ha innescato, tra le altre cose, una crisi energetica senza precedenti. E Climate action network, coalizione di sigle che si battono contro il cambiamento climatico, denuncia che da allora l’Unione europea non si è mossa come avrebbe potuto e dovuto. In quel frangente è venuta alla luce tutta la dipendenza dei Paesi comunitari dal gas russo e il costo dell’energia è salito alle stelle. Piuttosto che accelerare cambiamenti strutturali, evidenziano però Can Europe e Razom We Stand, i politici sembrano conoscere solo due soluzioni per far fronte alla situazione: acquistare più gas naturale liquefatto (Gnl) statunitense per placare il presidente degli Stati Uniti Donald Trump sui dazi o fare un’inversione di rotta per acquistare il gas russo in cambio della pace nella regione. In Europa, sottolineano le due sigle, i governi continuano a incrementare la costosa costruzione di infrastrutture per il gas naturale liquefatto, una scelta che prolunga di fatto la dipendenza da fonti estere, invece di promuovere la resilienza europea. «Ma hanno dimenticato che la dipendenza dal gas è una bomba a orologeria economica», denunciano.

Il gas era stato presentato come un’opzione economica e sicura, ricorda Can Europe, ma i fatti hanno dimostrato che non è così. Oggi il Gnl viene proposto come un’alternativa al gas russo, e l’Italia è tra i paesiche stanno investendo molto in questo campo. Ma, sottolinea l’ong, questa scelta comporta gli stessi rischi finanziari e di sicurezza, poiché esiste una stretta correlazione tra gli alti prezzi dell’elettricità e la volatilità dei costi del gas. «Quello che una volta veniva promosso da alcuni come un “combustibile ponte accessibile” nella transizione verso un’energia pulita più economica è diventato sinonimo di turbolenze economiche e rischi geopolitici, danneggiando le industrie e le famiglie europee con massicci aumenti dei prezzi. Sempre più aziende stanno abbandonando il gas fossile, sporco e costoso, riconoscendo i vantaggi dell’energia pulita, in particolare per la sua economicità».

Tra l’altro, aspetto tutt’altro che secondario, la continua dipendenza dell’Unione europea dai combustibili fossili russi non solo ha limitato le opzioni dell’Ue nel rispondere all’invasione dell’Ucraina, ma tutt’pora continua anche a finanziare la macchina da guerra del Cremlino. Denuncia Can Europe: «Ogni spedizione di Gnl russo che entra nei porti europei incanala entrate critiche a Mosca, minando i valori e la sicurezza dell’Ue. Nonostante le sanzioni esistenti, le importazioni russe di Gnl nell’Ue sono aumentate a livelli record nel 2024, un allarmante aumento del 19,3% rispetto all’anno precedente. Questa dipendenza rappresenta sia un fallimento morale che strategico».

Al contrario, evidenziano Can Europe e Razom We Stand, in mezzo alla devastazione della guerra, l’Ucraina sta tracciando un percorso nella transizione energetica, offrendo un progetto per il futuro dell’Europa. Progetti come la centrale eolica di Tyligulskadi Dtek e la campagna “50 Solar Hospitals” della Fondazione Energy Act for Ukraine dimostrano la resilienza dei sistemi rinnovabili decentralizzati. Nelle regioni liberate, gli impianti solari ed eolici su piccola scala stanno fornendo energia affidabile e indipendente, dimostrando che le energie rinnovabili decentralizzate sono meno vulnerabili agli attacchi rispetto alle reti tradizionali.

L’Europa, è il monito finale, dovrebbe imparare dalle intuizioni duramente guadagnate dall’Ucraina per costruire un futuro sicuro dal punto di vista energetico e privo di fossili, liberato dai regimi autocratici. «I prossimi mesi saranno un test cruciale per la strategia energetica ed economica dell’Ue – sottolineano le due sigle – La prossima tabella di marcia dell’Ue per eliminare gradualmente i combustibili fossili russi e la revisione del quadro di sicurezza dell’approvvigionamento devono riflettere la realtà che il gas è una passività finanziaria, non un bene. Le energie rinnovabili e il risparmio energetico sono essenziali per la resilienza economica, la pace e la stabilità a lungo termine. L’Europa è a un punto di svolta: può rimanere bloccata nei combustibili fossili, prolungando l’instabilità e alimentando le crisi, o muoversi verso un futuro sicuro e prospero con soluzioni energetiche pulite e a prezzi accessibili. La scelta è chiara e ora è necessaria un’azione».



Source link

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link