Report 2024 della FABI su sportelli bancari. Provincia di Ascoli segna significativo aumento di popolazione senza banca – picenotime


Presentatao il report della FABI
(Federazione Autonoma Bancari Italiani), il maggior sindacato del
credito, sugli sportelli bancari.

Cresce la desertificazione bancaria in
Italia: tra il 2023 e il 2024 il numero di cittadini residenti in
comuni privi di sportelli bancari è aumentato di 640.282 unità
(+15,6%), raggiungendo quota 4.739.273 persone. Parallelamente, i
comuni senza una filiale sono saliti da 3.180 a 3.377 (+6,2%) ovvero
197 in più, con una distribuzione del fenomeno che colpisce
soprattutto le aree interne e le regioni del Sud. A livello
regionale, il primato per numero di residenti senza sportelli bancari
nel 2024 spetta alla Campania (791.018 persone), seguita da Lombardia
(744.975), Piemonte (636.068), Calabria (574.171) e Sicilia
(376.255). Queste cinque regioni da sole rappresentano il 71% della
popolazione senza filiali in Italia. Gli incrementi più consistenti
in valore assoluto si registrano in Sicilia (+113.332 persone),
Veneto (+55.682) e Lazio (+37.844), mentre in termini percentuali il
fenomeno è più marcato in Trentino-Alto Adige (+43,8%), Toscana
(+25,0%) e Veneto (+17,4%). Sul piano provinciale, la maggiore
popolazione senza banca si concentra a Caserta (250.271 residenti),
Torino (247.322) e Cosenza (217.955). Gli aumenti più significativi
riguardano Palermo (+35.437 persone, +75,3%), Catania (+33.765,
+84,8%) e Ascoli Piceno (+9.901, +103,7%), segnalando una netta
accelerazione del fenomeno nelle province siciliane e in alcune aree
del Centro-Nord. L’analisi sui comuni mostra un incremento del 17,1%
dei cittadini senza banca nella provincia di Caserta, del 12,9% in
quella di Torino e del 30% a Catanzaro, segnalando come la chiusura
degli sportelli colpisca anche grandi centri urbani e capoluoghi di
provincia. A livello nazionale, l’Emilia-Romagna registra un aumento
del 24% nel numero di comuni privi di banche, seguita dalla Toscana
(+25%) e dal Trentino-Alto Adige (+43,8%).

La chiusura delle filiali bancarie,
guidata dalla digitalizzazione e dalla razionalizzazione dei costi,
sta lasciando intere comunità senza accesso ai servizi essenziali.
Gli anziani, le imprese locali e i cittadini meno digitalizzati
risultano i più penalizzati, dovendo affrontare trasferte più
lunghe per svolgere operazioni bancarie di base. In molte zone, il
fenomeno si accompagna alla riduzione degli sportelli automatici,
rendendo più difficoltoso anche il prelievo di contante. La tendenza
evidenzia l’urgenza di misure per garantire un accesso equo ai
servizi finanziari, bancomat evoluti e soluzioni di banking mobile.
L’assenza di interventi rischia di aggravare il divario finanziario
tra le diverse aree del Paese, con ripercussioni sullo sviluppo
economico e sulla qualità della vita delle comunità locali.

Il progressivo ridimensionamento della
rete di sportelli bancari in Italia sta generando un fenomeno sempre
più preoccupante: l’aumento dei comuni completamente privi di
filiali. Nel 2024, gli italiani che vivono in un comune senza banca
sono 4.739.273, con un incremento di 640.282 persone rispetto al 2023
(+15,6%). Questo dato certifica la crescente difficoltà di accesso
ai servizi bancari per una parte significativa della popolazione, in
particolare nelle aree interne e nei piccoli comuni. A livello
regionale, il fenomeno interessa tutte le aree del Paese, ma con
un’intensità diversa. Il numero totale dei comuni privi di banca è
passato da 3.180 nel 2023 a 3.377 nel 2024, con un incremento di 197
unità (+6,2%). Di seguito la classifica delle regioni più
penalizzate in termini di cittadini che oggi vivono in un comune
senza sportelli:

Le 5 regioni con il maggior numero di
abitanti senza banca nel 2024

    Carta di credito con fido

    Procedura celere

     

  1. Campania – 791.018 abitanti
    (+73.258 rispetto al 2023)

  2. Lombardia – 744.975 abitanti
    (+68.914)

  3. Calabria – 574.171 abitanti
    (+63.837)

  4. Piemonte – 636.068 abitanti
    (+36.526)

  5. Sicilia – 376.255 abitanti
    (+113.332)

La Campania è la regione più colpita
in termini assoluti, con quasi 800mila cittadini che devono recarsi
in un altro comune per accedere ai servizi bancari. Anche la
Lombardia, nonostante l’elevata urbanizzazione, supera il tetto
delle 700mila persone senza sportelli bancari nel proprio comune.
Dall’altro lato, le regioni con il minor numero di cittadini
coinvolti sono: Trentino-Alto Adige (7.985 abitanti senza banca),
Valle d’Aosta (43.912), Umbria (50.634). Tuttavia, se analizziamo
l’incremento percentuale della popolazione senza banca, emergono
altre criticità: la Sicilia (+113.332 abitanti, +12%) è la regione
con la crescita più alta in valore assoluto; il Trentino-Alto Adige
(+43,8%) e Toscana (+25%) registrano la maggiore crescita relativa;
il Veneto registra un aumento del 17,4%, con 55.682 persone in più
senza banca nel proprio comune.

Se si scende nel dettaglio provinciale,
emerge un quadro ancora più allarmante, con alcune aree dove la
chiusura degli sportelli bancari sta diventando un fenomeno
strutturale. Le 5 province con il maggior numero di abitanti senza
banca nel 2024:

  1. Caserta – 250.271 abitanti
    (+36.573)

  2. Torino – 247.322 abitanti
    (+8.340 rispetto al 2023)

  3. Cosenza – 217.955 abitanti
    (+16.398)

  4. Messina – 122.568 abitanti
    (+22.813)

  5. Roma – 67.412 abitanti (+13.800)

Anche nelle province, il fenomeno tocca
realtà differenti. Torino, pur essendo una città metropolitana, è
la provincia con il numero più alto di cittadini che vivono in
comuni senza banca. Caserta, invece, mostra l’aumento più elevato
in termini assoluti, con 36.573 persone in più senza filiali
bancarie. Sul fronte delle province con la crescita percentuale più
alta, spiccano:

  • Mantova (+137,2%)

  • Matera (+93,6%)

  • Palermo (+75,3%)

  • Crotone (+73%)

Le province con il numero più alto di
comuni senza banca nel 2024

  1. Piemonte – 759 comuni senza
    sportelli (+23 rispetto al 2023)

  2. Lombardia – 548 comuni (+23)

  3. Calabria – 300 comuni (+12)

  4. Campania – 304 comuni (+11)

  5. Abruzzo – 187 comuni (+9)

Il Piemonte è la regione con il
maggior numero di comuni senza banca, seguito da Lombardia e
Calabria. Questo conferma come il fenomeno sia particolarmente
marcato nel Nord-Ovest e nel Sud Italia, con un impatto minore nelle
regioni del Centro.

Classifica delle province con il
maggior aumento di popolazione senza banca:

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

  1. Palermo +35.437 abitanti senza
    filiale (+75,3%)

  2. Catania +33.765 abitanti (+84,8%)

  3. Ascoli Piceno +9.901 abitanti
    (+103,7%)

  4. Belluno +11.339 abitanti (+47,3%)

  5. Foggia +11.911 abitanti (+28,9%)

Il caso della Sicilia è emblematico,
con Palermo e Catania che registrano aumenti enormi nel numero di
abitanti senza banca. Anche alcune aree del Centro-Nord, come Belluno
e Ascoli Piceno, hanno subito incrementi significativi. 
Un fenomeno in crescita, con
conseguenze per famiglie e imprese

La riduzione degli sportelli bancari
impatta soprattutto le aree periferiche, lasciando intere comunità
senza accesso ai servizi essenziali. Questo fenomeno colpisce in
particolare gli anziani, le piccole imprese e i professionisti, che
si trovano a dover percorrere decine di chilometri per raggiungere la
filiale più vicina. Inoltre, la progressiva digitalizzazione dei
servizi bancari non riesce a colmare il gap per chi non ha
dimestichezza con la tecnologia, ampliando le disuguaglianze
territoriali e sociali. La tendenza alla chiusura delle filiali è
spinta dalle strategie di ottimizzazione dei costi degli istituti di
credito, ma rischia di creare un problema di inclusione finanziaria
sempre più grave. La questione della desertificazione bancaria
dovrebbe diventare una priorità per le istituzioni, affinché si
trovino soluzioni in grado di garantire un servizio essenziale a
tutti i cittadini, indipendentemente dal luogo di residenza. In molte
aree, la chiusura delle filiali obbliga i cittadini a percorrere
chilometri per raggiungere il primo sportello disponibile, con un
impatto significativo sulla qualità della vita e sulla gestione
quotidiana delle finanze personali e aziendali. Il fenomeno si
ripercuote anche sul tessuto economico locale: le piccole imprese e
le attività commerciali, che spesso dipendono dal rapporto diretto
con le banche per operazioni di cassa, pagamenti e accesso al
credito, si trovano in maggiore difficoltà. Inoltre, la spinta verso
la digitalizzazione non è accompagnata da un’adeguata formazione
della popolazione più anziana o meno alfabetizzata digitalmente,
creando un divario sempre più ampio tra chi può gestire
autonomamente operazioni online e chi, invece, ha bisogno di
assistenza fisica. Il fenomeno rischia di aumentare la vulnerabilità
economica di migliaia di famiglie e di alimentare una crescente
dipendenza da intermediari, spesso con costi aggiuntivi per
operazioni che in passato venivano svolte gratuitamente agli
sportelli. Anche la sicurezza delle transazioni diventa un problema,
soprattutto per chi non è abituato a operare online. La maggiore
esposizione a truffe informatiche e il rischio di errori nelle
operazioni bancarie aggravano ulteriormente la situazione. Per queste
ragioni, la desertificazione bancaria non è solo un fenomeno
economico, ma un’emergenza sociale che richiede un intervento
tempestivo da parte delle istituzioni, con politiche mirate a
garantire l’accesso ai servizi bancari anche nelle aree meno
servite.  



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