Sostegno alla ricerca e alla medicina integrata per il tumore al seno, in consiglio arriva la proposta del Patto per l’Abruzzo


Uno stanziamento di 50mila euro l’anno a partire dal 2025, per sostenere la ricerca nella cura e la ricerca del tumore al seno, ma anche per garantire servizi indispensabili a chi combatte questa battaglia. È quanto prevede la proposta di legge che i consiglieri regionali di minoranza del Patto per l’Abruzzo porteranno in aula martedì 25 febbraio (la seduta si terrà a Pescara) e che ha ottenuto già nelle commissioni il sostegno del centrodestra. L’ultimo passo, dunque, del percorso avviato e presentato a novembre.

Una proposta a sostegno della senologia in ambito medico dunque che vuole dare il suo contributo nel contrasto a un tumore, quello alla mammella, che solo l’anno scorso in Abruzzo ha contato 1200 interventi. Patologia che tra l’altro registra una crescita esponenziale: l’incidenza è sui 170 casi ogni 100mila abitanti contro i 38 registrati cinquant’anni fa.

Sono proprio i consiglieri che portano avanti la proposta che domani dovrebbe dunque trovare un sì unanime, a spiegarne il contenuto sottolineando il fatto che sono sempre più gli studi scientifici di settore che legano a fattore ambientali come l’inquinamento, lo stile di vita e l’alimentazione non corretta, la possibilità di sviluppare il tumore alla mammella. La sua crescita dunque si può contrastare solo con la prevenzione fatta di screening costanti e corretti stili di vita. Sostenere la ricerca, tra l’altro, vuol dire anche aumentare il tasso di guarigione ed evitare formazioni recidive.

Questo dunque il contesto in cui si inserisce la proposta di legge che “ha avuto un cammino condiviso e spedito nella commissione Sanità tanto da essere sottoscritta dalla maggioranza e che – sottolinea il Patto per l’Abruzzo – si pone come obiettivo quello di garantire le attività di studio e ricerca nell’ambito delle terapie integrate per le patologie oncologiche”.

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“Grazie all’approvazione di questo progetto di legge – spiegano i proponenti – sarà garantito dal 2025 un supporto continuo e strutturato, di circa 50mila euro l’anno, al dipartimento di Medicina e scienze dell’invecchiamento dell’università d’Annunzio che svolgerà le sue ricerche ponendo il focus sulla prevenzione, legata a un corretto stile di vita, e agli effetti collaterali dei trattamenti convenzionali per il tumore alla mammella”.

Al dipartimento saranno così garantite “le risorse necessarie per condurre le iniziative, con l’ausilio di chinesiologi esperti, di attività fisica adattata alle attività motorie da svolgersi presso le strutture di pertinenza dell’università o ubicate nell’ospedale Bernabeo di Ortona, riconosciuta eccellenza abruzzese nella cura del tumore mammario”.

“È bene sottolineare – precisano – che dal novembre 2017, grazie ad una convenzione tra università e Asl 2, alle donne con diagnosi di tumore mammario vengono erogate terapie integrate a supporto delle terapie convenzionali. Alcune di queste attività sono già comprese nei Lea (Livelli essenziali di assistenza) e quindi assicurate: counseling sullo stile di vita e sull’attività fisica, terapia nutrizionale e agopuntura. Altre, come l’esercizio fisico adattato, fino al 2023 venivano garantite dalla Asl 2 per mezzo di bandi di sponsorizzazione rivolti ai privati, che fornivano le risorse necessarie per stipulare una convenzione tra l’Azienda sanitaria, che nel nosocomio di Ortona ospita l’ospedale della donna, e il dipartimento di Medicina e scienze dell’invecchiamento dell’università”.

“Gli ultimi due bandi, però, non sono andati a buon fine, tanto che per buona parte del 2024 i servizi sono stati garantiti direttamente dalle liberalità di un’associazione che però non può, e non dovrebbe, sopperire alla funzione della sanità pubblica. Nasce da qui l’esigenza di questa norma che andrebbe a garantire dei servizi indispensabili di medicina integrata con continuità ed efficacia”, ribadiscono i consiglieri del Patto per l’Abruzzo.

“Sono numerosi e prestigiosi gli studi di ricerca che riportano quanto un corretto stile di vita e l’attività fisica, svolta nel corso delle terapie, siano indispensabili per aumentare le possibilità di guarigione e diminuire il rischio di recidiva. In commissione – spiegano ancora – il professor Cianchetti e l’attuale primaria del Bernabeo di Ortona, la dottoressa Simona Grossi, tra i massimi esperti sul tema, hanno evidenziato come proprio attraverso l’attività fisica sia possibile ridurre del 30% il cortisolo, ormone dello stress che favorisce l’insorgenza dei tumori, e contestualmente aumentare del 50% quello che loro definiscono ‘natural killer’, ovvero quel gruppo di cellule del nostro sistema immunitario che ci difende dalle malattie oncologiche”.

“L’ospedale della donna di Ortona, con l’approvazione di questa legge regionale, potrebbe continuare a erogare gratuitamente servizi che davvero impattano sulla qualità della vita dei malati oncologici e sulla possibilità di guarigione. Parliamo di un’eccellenza generalmente riconosciuta”, sottolineando riferendo anche dei dati del Programma nazionale esiti (Pne) che vedono l’Unità operativa complessa di chirurgia generale a indirizzo senologico di Ortona classificata al 16esimo posto su 447 breast unit italiane, con 602 interventi chirurgici solo nel 2023.

“È importante sostenere queste realtà ancor più in una regione come la nostra che sul campo della prevenzione medica risulta indietro rispetto alle altre italiane sull’applicazione delle leggi nazionali relative agli screening alla mammella. La situazione nelle quattro Asl abruzzesi è critica anche in merito ai tempi d’attesa per i singoli esami, che sono ben superiori rispetto alle esigenze dell’utenza”, affermano ancora i consiglieri di minoranza.

“Contestualmente alle azioni normative promosse per adeguare la nostra regione alle regole di screening nazionale, su cui proseguirà il nostro lavoro, questa proposta di legge garantirà con continuità ed efficienza un servizio utile come quello della medicina integrata. Siamo molto soddisfatti che l’intero consiglio abbia approvato all’unanimità questa legge in commissione a seguito delle audizioni dei medici Ettore Cianchetti, che ora presiede l’associazione Isa, Simona Grossi, Giorgio Napolitano e dell’associazione Gaia con la presidente Mariangela Appignani, perché ci consentirà di affrontare tutti e con più forza – concludono i consiglieri del Patto per l’Abruzzo – il suo rifinanziamento anche per le annualità future”.

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Ad avanzare la proposta sono quindi tutti i consiglieri del Patto per l’Abruzzo e cioè Antonio Blasioli (vicepresidente del consiglio regionale), Luciano D’Amico, Antonio Di Marco, Sandro Mariani, Silvio Paolucci, Dino Pepe, Pierpaolo Pietrucci, Giovanni Cavallari, Vincenzo Menna, Erika Alessandrini, Francesco Taglieri Sclocchi, Enio Pavone e Alessio Monaco.



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