Pizzini dal carcere per continuare a gestire le piazze di spaccio, telefoni cellulari per comunicare dalle celle con l’esterno e droga: cocaina, hashish e marijuana che entrava e usciva soprattutto dalla casa circondariale di Rebibbia. Un sistema, gestito e diretto da due organizzazioni criminali con a capo due pezzi grossi della criminalità romana: il narcotrafficante Cristian Damiani da una parte e Fabrizio Capogna, ora collaboratore di giustizia dall’altro. Una maxi indagine – denominata End to end – che lo scorso fine gennaio ha portato a 32 arresti, con le due strutture associative che operavano anche nel carcere di Velletri smantellate dai carabinieri del nucleo investigativo nell’ambito dell’inchiesta coordinata dalla direzione distrettuale antimafia della procura di Roma. A distanza di un mese sono state arrestate altre cinque persone, fra cui un avvocato del foro romano.
Cinque arresti
Il provvedimento è stato emesso a seguito degli interrogatori preventivi ai 5 indagati. Le indagini, svolte dai carabinieri del nucleo investigativo del gruppo di Frascati tramite pedinamenti, servizi di osservazione e attività tecniche di intercettazione telefonica, ambientale e telematica, avevano infatti consentito di raccogliere gravi elementi indiziari in ordine all’esistenza di due distinte e articolate associazioni finalizzate al traffico di stupefacenti, che si avvalevano per le comunicazioni anche di dispositivi criptati. Gli ultimi cinque uomini destinatari delle misure cautelari, con due di loro già in carcere sempre per traffico di droga, pur rimanendo estranei alle strutture associative, sono ritenuti tutti responsabili a vario titolo di condotte illecite relative alla detenzione e al traffico di stupefacenti.
L’avvocato romano
Fra gli arrestati anche un avvocato 58enne del foro romano (D.S.), indiziato di aver introdotto, approfittando della sua qualità di difensore di un detenuto indagato nel corso delle indagini, “hashish” e “marijuana” all’interno del carcere di Rebibbia. Legale che già in passato (nel 2013) era stato arrestato mentre cedeva 6 grammi di cocaina a un detenuto, oltre a essere attualmente indagato per una tentata estorsione. Nonostante poi fosse stato già destinatario di provvedimenti interdittivi all’esercizio della professione aveva continuato nella sua attività dimostrando totale indifferenza alle prescrizioni impostegli.
Cocaina al Cinecittà-Tuscolano
Fra gli arrestati anche un 53enne romano (P.P.), dedito al traffico di cocaina e non solo in “società” con un marocchino (non destinatario della odierna misura cautelare) si riforniva di circa 2 chili di cocaina al mese che distribuiva nel territorio di Cinecittà-Tuscolana.
I due fratelli spacciatori
Già in carcere anche un 30enne romano (D.P.C.) ritenuto responsabile con il fratello (arrestato nella precedente indagine End to end) di acquistare 50 grammi di cocaina alla settimana da Christian Damiani da destinare allo spaccio. Nonostante la giovane età il 30enne (che curava gli affari mentre il fratello era in carcere) è ritenuto dagli inquirenti “scaltro e professionalmente avvezzo nel settore” del traffico di droga. Con numerosi precedenti per aver fatto parte di una associazione a delinquere dedita al narcotraffico, viene descrito come “soggetto pienamente inserito in un contesto criminale dedito al traffico di stupefacenti, favorito anche dalla sua collocazione territoriale che, con la sua articolazione relazionale, lo consolida negli affari legati allo smercio di sostanze stupefacenti”.
Gli altri due arresti
Fra i cinque arrestati odierni altri due uomini dediti allo spaccio di droga: A.B. (62 anni) indagato per la detenzione di 15 chili di cocaina e per la cessione di un chilo di polvere bianca. Seppur non gravato da precedenti specifici viene descritto come inserito in un contesto criminale indubbiamente qualificato capace di garantire rifornimenti costanti a un numero considerevole di acquirenti di rango criminale più elevato, non già al dettaglio. Nel casello giudiziario dell’uomo figurano i reati di estorsione, rapina, ricettazione e delitti inerenti alla violazione in materia di sostanze stupefacenti. In carcere anche un altro romano con numerosi precedenti (D.V. classe 1972) accusato di almeno tre episodi di spaccio di cocaina. Persona nota alla magistratura è ritenuto trovare “nelle azioni predatorie e nello spaccio le proprie abituali fonti di reddito”. Oltre a contare “su canali di approvvigionamento di sostanza stupefacente ben strutturati” nel traffico romano delle sostanze stupefacenti.
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