“Rivoluzione Bio”, dalla tavola rotonda strategie e politiche per il futuro del settore


Il biologico si conferma un pilastro della salute, del benessere e della sostenibilità, con un impatto crescente su tutte le fasi della vita, dall’alimentazione quotidiana fino alle mense scolastiche e ospedaliere. Durante la VI edizione della giornata di studio “Rivoluzione Bio”, tenutasi il 24 febbraio 2025 nell’ambito del SANA Food, il focus è stato sulle strategie per consolidare il settore e renderlo ancora più accessibile ai consumatori.

All’evento, promosso da BolognaFiere e organizzato in collaborazione con FederBio e AssoBio, hanno partecipato esperti di settore, istituzioni e operatori di mercato, con il supporto di Nomisma nell’ambito del progetto “Being Organic in EU”.

Tra i temi emersi, l’attenzione sempre maggiore del consumatore verso il biologico, il ruolo della ristorazione collettiva e la necessità di un miglior coordinamento delle filiere produttive per garantire prezzi competitivi e sostenibili.

Crescita del biologico e nuove opportunità di mercato

In apertura dei lavori, il dibattito su “Mercato italiano del bio e politiche per il settore”, sono state presentate le analisi di Delizia Del Bello (MASAF), Silvia Zucconi (Nomisma) e Veronica Cecchini (ISMEA).
Nel 2024, la Distribuzione Moderna ha raggiunto un valore di 2,2 miliardi di euro, con una crescita del +4,4% rispetto all’anno precedente. Il 93% della popolazione tra i 18 e i 65 anni ha consumato almeno un prodotto biologico, mentre quasi 8 italiani su 10 hanno scelto il bio anche fuori casa.

Dai dati della piattaforma ITA.BIO, curata da Nomisma e promossa da ICE Agenzia e FederBio, emerge che il 40% delle aziende del settore food&wine considera il marchio biologico una chiave per l’espansione sui mercati esteri, in particolare in Germania, Francia, Scandinavia e Stati Uniti.

Strategie per un bio più competitivo

Durante la tavola rotonda, moderata da Nicoletta Maffini, presidente di AssoBio, si è discusso delle migliori strategie per il comparto con la partecipazione del sottosegretario all’Agricoltura Luigi D’Eramo, Maria Grazia Mammuccini (FederBio), Eduardo Cuoco (IFOAM Organics Europe), Cristiano Fini (CIA-Agricoltori Italiani), Francesco Torriani (Confcooperative settore Biologico) e Nicola Bertinelli (Coldiretti).

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Il settore del biologico italiano sta vivendo una crescita costante, supportata da un rinnovato interesse da parte dei consumatori per alimenti sani, locali e sostenibili. “C’è un discreto ottimismo per un’ulteriore ripresa del settore, con la possibilità di vedere incrementare l’attenzione verso i prodotti Made in Italy, i quali potrebbero essere presto valorizzati dal marchio del biologico italiano che a breve verrà ufficializzato dal Ministero. È importante che in questa ulteriore fase di sviluppo venga sempre tenuto in considerazione il giusto prezzo in tutte le fasi produttive, dal campo alla tavola, oltre a un riconoscimento anche per il consumatore finale che, scegliendo il bio, privilegia la sua salute e quella dell’ambiente”, ha affermato Nicoletta Maffini presidente di AssoBio.

In particolare, il presidente di Confcooperative Fedagripesca, Francesco Torriani, ha evidenziato l’importanza di un salto di qualità nell’organizzazione delle filiere: “Se riusciamo a rafforzare il ruolo dei produttori e a integrare le fasi di trasformazione e commercializzazione, possiamo ottenere prezzi più competitivi, senza penalizzare il consumatore e garantendo una giusta remunerazione ai produttori”.

Secondo Torriani, la sfida del futuro passa anche per l’innovazione e la ricerca: “Dobbiamo investire in varietà agricole adatte al biologico e in politiche che incentivino le aziende a operare in rete, evitando la frammentazione e puntando sulla distintività del prodotto”.

Il bio nella ristorazione collettiva e ospedaliera

Nel pomeriggio, il focus si è spostato sul ruolo del biologico nella ristorazione collettiva, con particolare attenzione alle mense scolastiche e ospedaliere. “I benefici di una sana alimentazione biologica riguardano ogni fase della vita”, ha dichiarato Nicoletta Maffini, sottolineando i risultati del progetto di ricerca IMOD (Italian Mediterranean Organic Diet) e della campagna “Il Bio dentro di noi”.

Questa campagna, presentata lo scorso novembre alla Camera dei deputati (vedi news) e promossa da AssoBio, FederBio e Consorzio Il Biologico, si basa sui dati dell’Università di Tor Vergata che dimostrano i benefici della dieta mediterranea biologica: miglioramento del microbiota intestinale, riduzione fino al 50% di batteri associati a stati infiammatori e perdita di peso nei soggetti partecipanti.

Il futuro del biologico: sinergie e investimenti

Il settore del biologico italiano si conferma in crescita, con vendite che superano i 10 miliardi di euro tra mercato interno ed esportazioni. Tuttavia, per consolidare questa tendenza, è fondamentale investire in filiere integrate, ricerca e comunicazione efficace per valorizzare la distintività del prodotto biologico italiano. Come evidenziato durante la giornata di studio, una maggiore sinergia tra produzione, trasformazione e distribuzione può rendere il bio ancora più accessibile, competitivo e centrale per il benessere delle persone e del pianeta.

 La Redazione

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