Con 105 voti favorevoli, 64 contrari e un solo astenuto, il Senato ha dato il via libera definitivo al Decreto Emergenze e PNRR (Decreto-Legge 31 dicembre 2024, n. 208). Un provvedimento che punta a dare una risposta alle criticità più urgenti del Paese, dal degrado urbano alla vulnerabilità sociale, passando per il potenziamento delle energie rinnovabili e la gestione della crisi idrica in Sicilia. Tra le misure di maggiore impatto, spiccano gli interventi mirati per le periferie più fragili, con programmi di riqualificazione delle infrastrutture e contrasto al disagio giovanile.
Un pacchetto che la maggioranza definisce un segnale concreto di rilancio e inclusione, mentre le opposizioni criticano la portata delle misure, ritenendole inadeguate a rispondere alle reali emergenze del Paese. Gli obiettivi sono molto ambiziosi, ma allo stesso tempo, molto complessi da raggiungere in quanto, da un lato vi è la necessità di interventi immediati e dall’altro vi sono incertezze legate alla loro effettiva efficacia.
Decreto Emergenze e PNRR: l’iter parlamentare
Durante le fasi di approvazione il Decreto-Legge 208/2024 ha generato un dibattito acceso tra le diverse parti interessate, evidenziando la complessità delle misure adottate e la necessità di un confronto continuo per garantire un’attuazione efficace e sostenibile delle disposizioni previste.
Il disegno di legge di conversione del decreto-legge 208/2024, contenente misure urgenti per fronteggiare emergenze nazionali e per l’attuazione del PNRR, si compone di due capi e 17 articoli.
- Il Capo I (articoli 1-7) introduce misure per affrontare situazioni di particolare emergenza, tra cui interventi per il degrado urbano, il disagio sociale e la gestione della crisi idrica.
- Il Capo II (articoli 8-10) prevede disposizioni urgenti per l’attuazione del PNRR, con un focus su semplificazioni normative e promozione delle energie rinnovabili.
Le modifiche apportate in sede referente hanno affinato i contenuti del decreto, rafforzando le misure di riqualificazione urbana e le strategie per accelerare la transizione ecologica.
Emergenze ambientali e infrastrutturali
Il decreto introduce diverse misure per affrontare emergenze ambientali e infrastrutturali, con interventi mirati in varie aree del Paese.
Si riconosce un diritto di prelazione per chi ha finanziato opere di mitigazione del rischio idrogeologico su immobili statali in vendita, subordinato a un’attestazione regionale. Si prevede la realizzazione urgente di impianti di dissalazione nei comuni siciliani di Porto Empedocle, Trapani e Gela, affidandone la gestione al Commissario straordinario per la crisi idrica.
Sul fronte della sicurezza territoriale, si introducono modifiche alla governance del Commissario per i Campi Flegrei, prorogandone il mandato fino al 30 giugno 2025 e ampliando i piani di delocalizzazione per gli immobili a rischio idrogeologico a Ischia, con un finanziamento di 4 milioni di euro per il 2025.
Per Venezia si trasferiscono le competenze sulla gestione del Mo.S.E. all’Autorità per la Laguna, ponendo fine al ruolo del Commissario straordinario.
Si stabilisce che la bonifica dell’area marino-costiera di Bagnoli, ma sono anche previsti interventi urgenti per contrastare degrado, vulnerabilità sociale e disagio giovanile in aree particolarmente fragili. È previsto un piano straordinario di riqualificazione infrastrutturale e sociale per diversi comuni e quartieri metropolitani, tra cui Rozzano, Roma (Alessandrino-Quarticciolo), Napoli (Scampia-Secondigliano), Orta Nova, Rosarno-San Ferdinando, Catania (San Cristoforo) e Palermo (Borgo Nuovo). Il piano, da approvare con delibera del Consiglio dei ministri, sarà finanziato con 180 milioni di euro nel triennio 2025-2027.
Il provvedimento interviene anche sul settore portuale, prevedendo una proroga dell’operatività delle Agenzie per la somministrazione del lavoro in porto e per la riqualificazione professionale dei porti di Gioia Tauro, Taranto e Cagliari.
Nuove garanzie per l’energia rinnovabile
Il decreto introduce un sistema di garanzie per i contratti a lungo termine di compravendita di energia elettrica da fonti rinnovabili, con l’obiettivo di incentivare la transizione energetica e ridurre i rischi finanziari per gli operatori del settore. Il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) assumerà il ruolo di “operatore di ultima istanza“, garantendo l’adempimento dei contratti anche in caso di insolvenza di una delle parti, favorendo così maggiore stabilità e fiducia nel mercato delle rinnovabili. Un decreto interministeriale definirà le modalità e le condizioni per l’intervento del GSE.
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