Il compleanno di Fendi, una festa italiana senza nostalgia


La sfilata per i cento anni di Fendi è stata esattamente quello che si sperava: la celebrazione sentita di una delle più leggendarie case di moda italiane. Con una festa di famiglia: a disegnare le collezioni uomo e donna in passerella è Silvia Venturini Fendi, tra il pubblico sono sedute sua madre Anna insieme a Paola — con Franca, Carla e Alda le mitiche cinque sorelle — e buona parte della famiglia. Sua figlia Delfina disegna i gioielli, i nipotini hanno aperto lo show vestiti con lo stesso look indossato da lei bambina nel 1966, alla prima sfilata disegnata da Karl Lagerfeld. Tutto riporta al passato di Fendi, ma la sfilata evita l’effetto Amarcord. Anche perché, spiega la stilista, «Io non guardo mai l’archivio, tanto l’ho vissuto». E la storia Fendi, trattata così, funziona. Tra montoni che sembrano visoni, pellicce tinte e ritagliate, sottovesti patchwork costruite come faceva Karl Lagerfeld e borse storiche come la Baguette e la Spy, il secolo di moda c’è, ma non pesa.

«Karl diceva che si deve guardare sempre avanti: anche quando si ripercorre la storia, non si deve mai perdere di vista il presente», prosegue. Il set della sfilata è modellato sul primo atelier della maison in via Borgognona, dove Visconti, Fellini e Tosi passavano serate a discutere e chiacchierare. «Ci si divertiva tanto, da Fendi. E ci si diverte ancora oggi», conclude sorridendo.

Antonio Marras (foto Luca Sorrentino) 

Il sardo Antonio Marras è ferocemente legato alla sua identità, e stavolta rende omaggio alla sua Alghero ricreando un’opera lirica del 1892, La bella d’Alghero, con musiche composte da Giovanni Fara-Musio. Fu rappresentata una sola volta, e poi sparì. Di recente è stato ritrovato il libretto, e lui si immagina una compagnia catalana che sbarca in Sardegna per metterla in scena, in un mix che porta a una femminilità più sensuale, tra guêpière, sottovesti, pepli e giubbetti vittoriani.

Iceberg

Iceberg 

Nonostante i riferimenti, il risultato è più vero, concreto e ancorato alla realtà del solito. Iceberg torna alle sue origini, la maglieria: compatta, oversize, a righe, trasformata in strascichi.

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L’essenza di Marco Rambaldi è nella sua comunità, negli amici che sfilano per lui, nella comunità Lgbtqia+. Il che talvolta mette in ombra la collezione, qui giocata sui motivi argyle e gli abiti di famiglia. Ma il suo messaggio resta puro e positivo. Bonus per la location della sfilata: l’Ortomercato.

Jil sander (foto Alessandro Lucioni/launchmetrics.com/spotlight)

Jil sander (foto Alessandro Lucioni/launchmetrics.com/spotlight) 

Gli incastri del calendario hanno fatto sì che ieri la giornata sia stata all’insegna di Otb, il gruppo di Renzo Rosso, con tre dei suoi marchi in passerella. Hanno iniziato Lucie e Luke Meier da Jil Sander che, spiegano, hanno lavorato su buio e luce: abiti neri ricoperti di frange laminate, stampe a fiorellini che degradano nei toni più cupi, tenute punk e tubini da signora per bene. I due hanno un gran stile, ma il risultato è un po’ freddo: in serata, con notevole tempismo, è stata ufficializzata la loro uscita dal brand.

Diesel

Diesel 

Nel pomeriggio ha sfilato Diesel, che ha tappezzato l’Allianz Cloud con un enorme drappo. ricoperto di graffiti realizzato da 7800 ragazzini in tutto il mondo. Di contro, il designer Glenn Martens abbassa i toni degli abiti, puntando su look meno casual e più strutturati. Ma è pur sempre Diesel, e quindi i pantaloni lasciano scoperto metà sedere, e le gonne sono allacciate a metà coscia. «Coco Chanel che va a Balmoral e si ubriaca di sherry»: Martens descrive così, ridendo, la collezione. Una sterzata, questa, non solo estetica: «È la collezione più cara di Diesel, penso che chi spende voglia qualcosa di più studiato». Martens è abile anche come stratega: non stupisce che Rosso l’abbia voluto alla guida di Maison Margiela, fiore all’occhiello del gruppo.

Marni (foto courtesy Marni)

Marni (foto courtesy Marni) 

Infine è toccato a Marni di Francesco Risso, che ha trasformato la passerella in un caffé affollato in bianco e nero, in cui far aggirare le sue creature colorate, sinuose, vestite di abiti patchwork di satin scivoloso, di gonne a corolla e scolli scultorei come strelizie. È tutto davvero bello.

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