Lotta scudetto | Andamento lento


Il ritmo altalenante delle big sta caratterizzando la seconda parte del Campionato, rendendo la corsa per lo Scudetto piĆ¹ affascinante che mai.

L’andatura tutt’altro che spedita delle battistrada Inter e Napoli permette alla prodigiosa Atalanta ed alla rediviva Juventus di riaccodarsi al gruppetto delle favorite per il Titolo.

Col trascorrere delle settimane la contesa per lo Scudetto si sta facendo sempre piĆ¹ appassionante, ed a tre mesi circa dalla conclusione del Campionato sta coinvolgendo addirittura quattro squadre, per un affollamento in vetta che non si verificava da parecchi anni. In primis, classifica… e potenzialitĆ  alla mano, c’ĆØ l’Inter, che, pur districandosi tra alcuni occasionali cali di produttivitĆ , ĆØ riuscita finalmente a concretizzare la tanto attesa ed auspicata operazione sorpasso ai danni dell’impavido Napoli, attestandosi in una posizione, la 1^, che rende giustizia alle proprie lodevoli attitudini, che sulla carta appaiono superiori a quelle del team partenopeo.

LA RIVELAZIONE PARTENOPEA

La squadra campana ha rappresentato sinora la vera rivelazione del torneo, in quanto ĆØ riuscita in grande anticipo sui tempi a rimettersi diligentemente in sesto dopo un annus orribilis, in cui era stato dilapidato inopinatamente l’enorme patrimonio di stima e rispetto accumulato nella stagione magica del Tricolore, ed inoltre era stata demolita gran parte della poderosa costruzione eretta da Luciano Spalletti, con le sole fondamenta a rimanere in piedi. A riedificare il tutto partendo proprio da lƬ, dalle fondamenta, ĆØ stato Antonio Conte. Il tecnico pugliese al termine di una complessa operazione ingegneristica era riuscito ad erigere una palazzo solido e robusto (non certo il classico gigante dai piedi d’argilla), talmente resistente da essere in grado di opporsi a diverse sollecitazioni a cui le intemperie ed eventuali calamitĆ  lo avrebbero potuto sottoporre. Grazie all’opera di Conte il team campano era riuscito cosƬ a respirare nuovamente l’aria salubre delle vette auliche, tornando a sognare la letizia dei giorni beati. Metafore a parte, il Napoli ĆØ letteralmente rinato. Il girone d’andata, che ha visto i partenopei fregiarsi del platonico ma significativo Titolo di Campione d’Inverno, ci narra di una compagine quasi sempre vittoriosa, palesando un gioco che magari non sarĆ  stato trascendentale, ma di certo si ĆØ rivelato estremamente efficace, in grado di veicolarla nelle zone nobili della graduatoria e di farvela rimanere stabilmente. Ma alla luce di quanto si sta verificando nelle ultime settimane, col Napoli alle prese con una brusca flessione, che potrebbe essere foriera di un prossimo crollo verticale che da qui a poche giornate potrebbe interessarlo, c’ĆØ da pensare che la compagine azzurra in quei mesi felici non stava rappresentando la sua forza effettiva, ma solo il culmine delle proprie possibilitĆ , spingendosi ben oltre le proprie potenzialitĆ  reali. Pare proprio che adesso stia pagando l’immane sforzo profuso per rimanere a lungo sulla sommitĆ  della montagna della Serie A. In effetti il Napoli di quest’ultimo periodo appare una squadra col fiatone, che arranca, che fatica a tenere il passo delle altre contendenti, e che non aspetta altro che il momento di tagliare il traguardo e sottrarsi finalmente agli sforzi imposti dal Campionato. Il vigore, la vitalitĆ  ed il brio che l’avevano sostenuto e contraddistinto per gran parte del torneo sembrano ormai un lontano ricordo, di quelli che si perdono tra l’incombere del presente e la prospettiva del futuro, e la sensazione ĆØ che da qui a poche settimane i campani si potranno ritrovare invischiati fra le comprimarie. D’altronde non sono pochi gli esempi passati di squadre outsiders che dopo aver vissuto tre quarti di torneo in bilico tra realtĆ  ed aneliti piĆ¹ o meno proibiti si sono lentamente eclissate tra frustrazione e sconforto. E questo perchĆ© a volte l’entusiasmo e la tenuta atletica, sapientemente amalgamati con una discreta dose di combinazioni favorevoli non incluse in preventivo, possono sƬ mascherare certi limiti, ma alla lunga i veri valori vengono sempre fuori, rivendicando il proprio seggio nel circolo esclusivo della meritocrazia. Non a caso noi avevamo sempre sostenuto in questa sede che, a dispetto degli splendidi risultati, il Napoli non poteva ancora vantare il ruolo di favorita per lo Scudetto, in quanto il suo collettivo risultava un po’ inferiore a quello dell’Inter Campione in carica, che invece sembrava tagliata su misura per perseguire certi obiettivi sfarzosi. Ed i fatti ad oggi ci stanno dando ragione. Certo, anche i nerazzurri non appaiono invulnerabili ed immuni da eventuali flessioni, ed alcune recenti uscite poco convincenti lo stanno a testimoniare, ma nel lungo periodo sembrano poter disporre di quel quid in piĆ¹ atto a porli in prima fila per rincorrere petto in fuori le mete prefissate. Ma ricordiamoci che ad ogni modo il Napoli ĆØ ancora lƬ (non ĆØ mica morto) e nulla ĆØ compromesso. L’obiettivo Scudetto non ĆØ stato accantonato per niente e rimane un traguardo possibile. A giocare a proprio favore potrebbe esserci proprio la discontinuitĆ  del Serpente guidato da Simone Inzaghi, che fra l’altro in primavera tornerĆ  ad immergersi nella Champions League, che probabilmente gli sottrarrĆ  non poche energie psico-fisiche.

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L’ATALANTA TORNA ALLA CARICA

Fra i team che possono ancora sperare nella laurea di Campione d’Italia, giovandosi proprio del rendimento ad intermittenza delle battistrada e della propria assenza in ambito europeo, c’ĆØ sicuramente l’Atalanta. Proprio come chi la precede, anche la Dea ha un andamento tutt’altro che spedito e costante, e dopo aver dato l’impressione di defilarsi dal novero delle contendenti sta lentamente rientrando in piena corsa per la gloria. Nonostante il ritmo ondivago ed a tratti schizofrenico (alternando roboanti exploit a pietose prestazioni), giovandosi dell’inatteso e vistoso rallentamento di Napoli e Inter, il team di G. Gasperini (che da poco ha annunciato l’addio a fine stagione alla squadra bergamasca) sta tornando a sognare in grande, e la precoce (e dolorosa: i belgi del Club Brugge non rappresentavano di certo un ostacolo insormontabile) eliminazione in Champions L. potrebbe incidere non poco a suo vantaggio nella rincorsa agli aneliti chimerici. In effetti l’Atalanta dell’ultimo mese era apparsa un po’ appesantita dai troppi impegni, e l’essersi liberata di una zavorra come l’Europa ĆØ senza dubbio qualcosa di non irrilevante. ƈ vero che chi la precede in classifica resta decisamente con delle possibilitĆ  superiori di fregiarsi del Titolo, ma l’Atalanta potrĆ  pur sempre vestire i panni del classico terzo incomodo da non sottovalutare, pronto a sgusciare dal proprio angolo appartato per intrufolarsi al luculliano banchetto di Corte.

JUVE, L’INTRUSO CHE NON T’ASPETTI

Per tradizione e per blasone la conquista dello Scudetto costituirebbe per la Dea una sorta di miracolo sportivo (sebbene da tempo i bergamaschi non siano da inquadrare tra le sorprese). E tale sarebbe, seppur per motivazioni differenti, per la Juventus di Thiago Motta. I bianconeri, contrariamente ai neroblĆ¹, possono vantare una storia colma di trionfi, coppe e coppette varie, ma il conseguimento del Titolo verrebbe ugualmente accolto da tutti come un evento ai limiti del sovrannaturale. Il perchĆ© lo sappiamo bene e riguarda ovviamente la sua classifica. Dati alla mano, alla fine del Girone d’andata la Zebra si trovava al 6Ā° posto, a -11 dalla vetta (occupata dal Napoli), il che naturalmente non lasciava presagire un futuro roseo. La situazione relativa alla graduatoria sarebbe ulteriormente peggiorata nel prosieguo del torneo, al punto da indurci a depennarla definitivamente dal novero delle contendenti allo Scudetto. La Juve, infatti, dopo la 3^ di ritorno si ritrovava a ben 16 punti dalla cima (ed a -13 dall’Inter), tagliata oggettivamente fuori da ogni anelito di beatitudine. Ebbene, ad ennesima conferma di come nel calcio nulla ĆØ impossibile, nel volgere di sole 4 giornate, grazie ad altrettante vittorie consecutive (non proprio un filotto memorabile), la Signora ĆØ di giĆ  tornata in corsa per il Titolo, la cui rincorsa sino a poco piĆ¹ di un mese fa sarebbe stata totalmente fuori discussione. Ora la squadra bianconera, dopo aver letteralmente bruciato le tappe in un lasso di tempo estremamente breve, si gode un gradevole 4Ā° posto solitario e soprattutto un assolutamente insperato -8 dalla neo-capolista Inter, col Napoli adesso a -7. Divari tutt’altro che incolmabili, che le permettono di tenere rigorosamente in piedi ogni ambizione, con l’auspicio di poter approfittare prima o poi dell’andamento lento del trio di testa, quell’andamento lento che ci sta consentendo di assistere ad una sfida per il massimo traguardo davvero avvincente, in cui potrĆ  davvero succedere di tutto.

Nota a margine: la baruffa imbarazzante verificatasi in Lecce-Udinese in occasione del rigore assegnato ai friulani – la cui battuta ĆØ stata a lungo contesa da piĆ¹ giocatori dello stesso team bianconero, per vedere poi prevalere Lorenzo Lucca, incaricatosi della trasformazione dopo aver scippato l’onere ad un suo compagno di squadra, suscitando un vespaio di polemiche – impone una domanda: al fine di scongiurare in futuro simili episodi incresciosi e un po’ tragicomici, non sarebbe opportuno stabilire una regola che preveda la battuta della massima punizione a chi ha subito il fallo (o comunque a chi ĆØ riuscito a procurarsi il rigore) o ad un giocatore precedentemente designato dalla squadra (prevedendo magari una riserva in caso di assenza del titolare indicato)?

Ā 

Alberto Sigona

24 febbraio 2025 d.C.

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