L’ultimo baluardo del made in Italy: il coraggio delle imprese indipendenti, nelle mire dei fondi


In un’epoca in cui conta di più aumentare il valore dell’impresa per poi rivenderla a un prezzo più alto, sacrificando molto spesso visione, controllo aziendale e addirittura personale, esistono ancora aziende che hanno il coraggio di preservare la propria indipendenza, puntando su sinergia manageriale, sostenibilità e imprenditoria civile.

Il contesto italiano: tra indipendenza e acquisizioni

Il tessuto imprenditoriale italiano è caratterizzato da una prevalenza di piccole e medie imprese (PMI), con una dimensione media di 3,9 addetti per impresa, inferiore alla media europea di 5,1 e a quella tedesca di 12,1.  Negli ultimi anni, il mercato del private equity in Italia ha registrato una crescita significativa. Nel 2023, il valore complessivo degli investimenti ha raggiunto i 20,2 miliardi di euro, con una crescita del 18% rispetto all’anno precedente. Il numero di operazioni concluse è salito a 471, segnando un incremento del 7% su base annua.

Nonostante questa tendenza, molte imprese italiane scelgono di mantenere la propria indipendenza, resistendo alle offerte di acquisizione da parte di fondi di private equity. Questa scelta è spesso motivata dal desiderio di preservare l’identità aziendale, la cultura organizzativa e il legame con il territorio.

IL CASO TECNOSYSTEMI: UN MODELLO 100% MADE IN ITALY

In questo scenario, Tecnosystemi si distingue come esempio di impresa familiare indipendente che ha saputo coniugare innovazione, sostenibilità e responsabilità sociale. L’azienda, leader nella componentistica per il condizionamento, il ricambio e la sanificazione dell’aria, la ventilazione e il fotovoltaico (HVAC), è una delle poche realtà italiane a essere passata indenne attraverso le mire dei capitali internazionali, mantenendo saldo il proprio DNA familiare e il controllo strategico.

Con un fatturato di 54 milioni di euro nel 2023 e una crescita del 34% negli ultimi due anni, Tecnosystemi ha costruito il proprio successo su un modello di business che valorizza il Made in Italy, l’innovazione e la sostenibilità. “Non abbiamo mai ceduto alla tentazione delle scorciatoie finanziarie,” afferma Anna Munari, Amministratore Delegato (nella foto sopra, insieme al presidente Giorgio Rigoni). “Abbiamo sempre creduto che il valore di un’azienda risieda nella sua identità, nella capacità di evolversi senza perdere le proprie radici. Ecco perché continuiamo a investire nella qualità del prodotto, nelle persone e nella sostenibilità.”

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 LA SINERGIA IMPRENDITORIALE: LA CHIAVE DEL SUCCESSO DI TECNOSYSTEMI

A guidare Tecnosystemi è una coppia imprenditoriale unica nel suo genere: pensate a un Romeo e Giulietta contemporanei, dove la forza della relazione ha dato vita a una formula di business unica che fa dialogare il prodotto e la continua ottimizzazione dei processi con la vocazione corporate per l’imprenditoria civile e la sostenibilità. Anna Munari (AD) e Giorgio Rigoni (Presidente) hanno saputo trasformare il proprio legame personale in una sinergia manageriale vincente.

Munari, con una solida formazione giuridica e una visione orientata all’efficientamento industriale, si occupa della gestione strategica e dell’ottimizzazione dei processi aziendali. Rigoni, invece, è il motore dell’innovazione tecnica: sotto la sua guida, il reparto R&D ha sviluppato prodotti che uniscono funzionalità ed estetica, sfidando i tradizionali standard del settore HVAC. “Abbiamo scelto di investire su un’idea di prodotto che unisce bellezza e tecnologia, trasformando accessori tecnici in elementi di design” spiega Rigoni.

SOSTENIBILITÀ E IMPRENDITORIA CIVILE: IL NUOVO MODELLO DI BUSINESS

L’approccio di Tecnosystemi non si limita all’innovazione di prodotto, ma si estende a un concetto più ampio di responsabilità d’impresa. L’azienda si ispira a un modello di imprenditoria civile, dove la crescita economica si coniuga con un impatto positivo sulla comunità e sull’ambiente.

Nel suo primo Bilancio di Sostenibilità, Tecnosystemi ha evidenziato risultati concreti, tra cui una riduzione del 22% delle emissioni per singolo componente prodotto e l’utilizzo del 49% di energia elettrica da fonti rinnovabili. Inoltre, il 41% dei materiali plastici di scarto viene oggi reimpiegato all’interno dell’economia circolare aziendale.

A testimonianza del proprio impegno, l’azienda ha ottenuto la certificazione ItalyX, garanzia di trasparenza e qualità per le imprese italiane che operano secondo rigorosi criteri di sostenibilità ambientale ed etica d’impresa. “Essere una Società Benefit per noi significa agire in modo concreto e misurabile. Non si tratta solo di dichiarazioni d’intenti, ma di numeri e azioni che parlano per noi,” conclude Munari.

VERSO IL FUTURO: INNOVAZIONE E INDIPENDENZA SEMPRE NEL SEGNO DELL’ITALIANITÀ

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Tecnosystemi ha avviato un 2025 di ulteriore crescita, con un piano di sviluppo che prevede l’introduzione di nuove referenze di prodotto e un incremento della capacità produttiva attraverso la digitalizzazione e l’intelligenza artificiale applicata ai processi industriali. “Il nostro obiettivo non è solo rimanere indipendenti, ma dimostrare che il modello dell’impresa familiare italiana può ancora competere a livello globale,” afferma Rigoni. “Innovazione, sostenibilità e visione a lungo termine: questa è la nostra formula.”



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