Ottimizzare la gestione delle risorse IT: ecco come


L’utilizzo efficace delle risorse è un elemento fondamentale per massimizzare il potenziale degli ambienti di Information Technology (IT).

Pianificazione strategica, innovazione tecnologica e una cultura che valorizzi l’efficienza promuovono un ecosistema in cui le risorse vengono sfruttate in modo intelligente, allineandosi agli obiettivi organizzativi.

Non tutte le aziende sanno o possono procedere a una dotazione infrastrutturale abilitante che sia realmente ottimizzata. Ma come primo passo è utile conoscere come si dovrebbe procedere o quali altre possibilità si possono perseguire.

Definizione e obiettivi della gestione IT

La gestione delle risorse IT è la pratica di pianificazione, allocazione e controllo efficaci dell’utilizzo delle risorse IT per raggiungere gli obiettivi organizzativi. Comporta la gestione di vari asset, tra cui hardware, software, personale e risorse finanziarie, per garantire prestazioni ed efficienza ottimali.

Spesso, tale gestione è indicata con l’acronimo inglese IT Asset Management (ITAM) che è formalmente definito, nel glossario Gartner, come “un resoconto accurato dei costi e dei rischi del ciclo di vita delle risorse tecnologiche per massimizzare il valore aziendale delle decisioni relative a strategia, architettura, finanziamento, contratti e approvvigionamento della tecnologia”.

Saper gestire le risorse IT non è solo un fattore abilitante alla trasformazione digitale del business, ma costituisce anche un valido metodo per controllare i costi.

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Per la componente strategica e abilitante le risorse IT sono chiamate a un allineamento puntuale con gli obiettivi aziendali generali e ad una allocazione accurata delle risorse, al fine di garantire che gli investimenti IT supportino la crescita e il successo aziendale.

Non meno importanti sono gli obiettivi di performance delle risorse IT, poiché la natura dinamica del contesto digitale richiede una comprensione e attuazione scrupolosa dell’efficienza delle risorse per sfruttare appieno il potenziale dell’infrastruttura IT.

Diversa natura dell’IT stessa metodologia

In effetti, non si dovrebbe pensare all’insieme delle risorse IT come a un singolo e luogo fisico dove tutte sono concentrate. Anzi, le risorse IT decentrate distinte fra client e server, le porzioni delocalizzate in Cloud, la possibile presenza di molte sedi aziendali, senza dimenticare gli endpoint degli utenti e tutti i sistemi digitalizzati secondari, i sistemi IoT, e i sistemi digitali scada, sono tutte categorie di asset IT, di cui la gestione e l’ottimizzazione deve occuparsi senza dimenticare la dimensione software per ciascuna delle categorie.

Inoltre, le risorse non includono solo asset di tipo tangibile come hardware e software, ma includono anche asset intangibili quali i dati e la larghezza di banda.

Come è facile capire, la complessità aumenta, in modo direttamente proporzionale alla crescita dei sistemi coinvolti a livello fisico, a livello logico, rispetto alle diverse categorie di asset inclusi nelle risorse IT di una organizzazione, ma anche rispetto alla quantità di dati da trattare. In particolare, rispetto ai dati è necessario saper valutare i modelli di archiviazione, elaborazione e accesso ai dati e la gestione del ciclo di vita dei dati.

Approccio olistico per la gestione risorse IT

Per questo motivo la necessità di un esame olistico della gestione e dell’efficienza delle risorse diventa fondamentale.

Esistono diversi framework teorici per la gestione IT. Ma le implementazioni pratiche, a fronte delle complessità, sopra citate, possono richiedere alcuni specifici accorgimenti.

Un esempio

Per fare un esempio, avere una gestione ottimale di alcuni sottosistemi (fisici, logici in cloud, risorse IoT, categorie scada eccetera) che non massimizzi l’efficienza generale è controproducente per l’economia dell’azienda.

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Lo stesso accade se la gestione degli asset materiali è perfetta, ma poi i dati fluiscono con tempi di traffico non ottimali: la percezione degli utenti ne risente certamente.

Quindi è bene avere sempre come primo obiettivo, che l’efficienza delle risorse nell’IT è la gestione giudiziosa e strategica di vari asset, per ottenere prestazioni ottimali, riducendo al minimo gli sprechi.

Il fattore umano

In ultimo – e non perché meno importante nella gestione IT – è necessario considerare il fattore umano per riconoscere il ruolo del personale qualificato nell’ottimizzazione delle risorse attraverso la formazione, lo sviluppo delle competenze e l’assegnazione efficiente dei compiti.

Stabilire delle metriche e misurarle

Quale sia il momento in cui si decide di ottimizzare le risorse IT (ad inizio attività, oppure durante la vita aziendale) è necessario fissare gli obiettivi che la gestione IT deve raggiungere e stabilire delle metriche di misura per averne sotto controllo la tenuta, in termini di scostamento dall’ottimo prefissato e dai tempi di raggiungimento desiderati.

Tipicamente si può misurare l’utilizzo delle risorse:

  • utilizzo della CPU;
  • allocazione della memoria;
  • throughput di rete e tempi di risposta;
  • il consumo energetico: comprensione dell’efficacia dell’utilizzo dell’energia (PUE) e delle pratiche di efficienza energetica per ridurre l’impronta di carbonio delle operazioni IT;
  • efficienza dei costi: calcolo del costo totale di proprietà (TCO) e del ritorno sull’investimento (ROI) per asset e operazioni IT.

I processi della gestione risorse IT

Gli elementi chiave di una gestione ottimizzata dell’IT passano per la gestione dei processi di:

Esternalizzare la gestione IT

Naturalmente è possibile esternalizzare la gestione delle risorse IT, o, nel caso di sistemi Cloud adottare un modello invece di un altro in Cloud pubblico, per condividere il controllo sull’infrastruttura secondo il modello di responsabilità condivisa legato a ciascuno dei modelli cloud: IaaS, PaaS, SaaS.

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In questi casi è il livello contrattuale quello in cui si rendono necessari accorgimenti di controllo e monitoraggio fissando obiettivi, obblighi, Sla, diritti di audit ed ogni altra esigenza.

La responsabilità sui dati invece, non può mai essere delegata anche in relazione alle normative sulla privacy dei dati e sulla loro sicurezza.

L’esempio dei paesi nordici

A livello di ecosistema digitale sono i Paesi nordici europei a fornire un significativo esempio di infrastruttura digitale abilitante candidabile anche ad hub digitale di livello europeo. Non si tratta solo di condizioni climatiche fresche e favorevoli (raffreddamento efficiente dal punto di vista energetico n.d.r.), ma di una combinazione di solide infrastrutture digitali e di una cultura dell’innovazione profondamente radicata.

Le aree di Stoccolma, Helsinki e Copenaghen, formano il cosiddetto corridoio digitale: una regione interconnessa in cui i partner dell’ecosistema si riuniscono per scambiare informazioni e servizi grazie a investimenti lungimiranti agli albori di internet per realizzare connettività digitale in banda larga oltre ai singoli data center.

Al momento le aziende che sfruttano queste infrastrutture sono principalmente locali. Ma alcune Bigh tech sono in procinto di considerare l’apertura di nuove cloud region nei Paesi nordici di Svezia, Finlandia e Danimarca.

Il caso Italia

Resta da vedere se anche le aziende italiane vorranno considerare ingenti investimenti per creare la propria infrastruttura o adottare infrastrutture già esistenti.

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Ma è certo che una gestione IT “home made” non solo non è conveniente economicamente, ma non lo è nemmeno strategicamente vista la rapida evoluzione tecnologica e il tasso crescente di minacce informatiche a cui fare fronte.



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