Regolamentazione e intelligenza artificiale, il futuro del processo normativo


Il contesto attuale sta all’intelligenza artificiale come la macchina a vapore stava alla Rivoluzione industriale. Se l’IA sta trasformando diversi settori, essa può e deve avere un impatto anche sul procedimento legislativo.

In questa direzione si muove Aptus.AI, startup attiva nel settore regtech, che ha promosso l’iniziativa “Per una normativa a prova di AI” presentandola presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati. Durante l’evento, Aptus.AI ha presentato il suo manifesto, un appello alle istituzioni italiane, e a tutti gli operatori interessati e coinvolti, per adottare formati machine-readable nella regolamentazione, che ne permettano la fruizione digitale e l’analisi tramite modelli di intelligenza artificiale.

Il principale ostacolo all’integrazione dell’IA nei documenti normativi è infatti il loro formato attuale, che impone vincoli e incertezze. L’adozione del machine-readable rappresenterebbe la soluzione ideale, poiché consentirebbe una rappresentazione digitale strutturata dei testi legali. “A oggi, le normative sono pubblicate in formati obsoleti che non sono leggibili dall’IA”, dice Andrea Tesei, CEO e co-fondatore di Aptus.AI.

Affinché l’intelligenza artificiale possa essere applicata in conformità agli standard normativi esistenti, come l’AI Act europeo, l’intero corpus legislativo dovrà essere convertito in questo nuovo formato. Secondo Tesei, questo potrebbe posizionare l’Italia come paese pioniere in tale ambito. “L’uso dell’IA nella normativa italiana potrà aiutare non solo i non addetti ai lavori” ha aggiunto l’onorevole Giulia Pastorella, come le aziende per la compliance interna e, più in generale, i cittadini, “ma anche gli addetti ai lavori”, come per esempio i politici e avvocati, che potranno seguire meglio l’iter legislativo.

Oggi esistono già diversi standard tecnici internazionali per la rappresentazione strutturata dei documenti normativi, giudiziari e amministrativi. Tra questi, Akoma Ntoso, adottato anche in Italia e sviluppato dai ricercatori dell’Università di Bologna, rappresenta un modello valido. Durante la conferenza, Salvatore Sapienza, ricercatore del Dipartimento di scienze giuridiche dell’Università di Bologna, ha sottolineato come “utilizzare i documenti già trattati con Akoma Ntoso potrebbe costituire un utile database di partenza per l’IA generativa.” La standardizzazione dei testi normativi consentirebbe infatti una migliore gestione della meta-datazione e un’integrazione più efficace con i modelli di linguaggio.

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L’iniziativa di Aptus.AI ha ottenuto il plauso di diverse figure istituzionali. L’onorevole Giulio Centemero dichiara: “Di questo manifesto apprezzo la semplicità con cui va dritto al punto. Ritengo che l’emanazione delle leggi in formato machine-readable possa portare a un cambio di passo nel rendere più efficace l’iter di legiferazione, ma ritengo altrettanto rilevante il fatto che l’ausilio della tecnologia e dell’AI in ultima analisi possa essere una forma di ulteriore tutela del cittadino, perché consente al Governo così come a tutte le parti interessate dai cambiamenti, di comprendere l’impatto che le norme possono avere su territori o settori economici, sulle vite dei cittadini o sull’ambiente, e su tanti altri aspetti. Per questo vedo nell’approccio proposto dal Manifesto uno strumento di amplificazione della democrazia”.

Anche il senatore Lorenzo Basso ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa, affermando che “un sistema normativo più chiaro e accessibile rafforza la fiducia nelle Istituzioni e consente ai cittadini di partecipare più attivamente alle decisioni”.

I vantaggi di questa tecnologia e delle iniziative come quella di Aptus.AI potrebbero avere molteplici applicazioni nel settore legale e normativo. Per esempio, potrebbero accelerare la ricerca normativa a beneficio della magistratura e della giustizia, o contribuire a una maggiore accessibilità della legislazione internazionale, facilitando il commercio e riducendo i rischi normativi per le aziende, chiamate a conformarsi alle regolamentazioni dei Paesi in cui operano.

Quindi, rendere la normativa machine-readable rappresenterebbe un’opportunità strategica per l’Italia, migliorando l’efficienza del sistema legislativo e promuovendo una maggiore trasparenza e accessibilità delle leggi. (foto di Xavier Cee su Unsplash)

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