“Riecco il Clan dei Gaglianesi”


clan gaglianesi Giovanni Burgio, Giuseppe Mazzullo, Salvatore Curcio, Vincenzo Capomolla e Giancarlo Novelli


  27 febbraio 2025 14:56

di ANTONIO ARGENTIERI PIUMA

Estorsioni, usura, truffe, ecco le attività criminali del Clan dei Gaglianesi”.

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

Banner

Ad affermarlo è il Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Salvatore Curcio, nel corso della conferenza stampa svolta questa mattina in Procura, in seguito al provvedimento cautelare eseguito alle luci dell’alba a Catanzaro, nonché nelle province di Monza Brianza e di Verona dai Carabinieri del Comando Provinciale di Catanzaro emesso dal Gip presso il Tribunale di Catanzaro, su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, nei confronti di 22 persone, gravemente indiziate, a vario titolo, di “associazione di tipo mafioso”, “estorsione”, “rapina”, “usura”, “lesioni personali”, “truffa”, “associazione per delinquere” “autoriciclaggio” e “trasferimento fraudolento di valori”, reati anche aggravati dalle finalità e/o modalità mafiose. Per 12 indagati è stata emessa la misura cautelare in carcere e 10 per quella degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico.

Banner

“Il Clan dei Gaglianesi fu già oggetto di investigazione nel lontano ‘93 con un provvedimento cautelare per oltre 40 persone. I reati variano dall’estorsione al reato contro il patrimonio, un classico per i Gaglianesi che infatti venivano indicati come “i paglionari”. 

Banner

Poi dice: “E’ stato raggiunto il culmine dell’attività investigativa verso un’associazione già scompaginata molto tempo fa e riproposta con un’attività criminale evidente, segno che l’azione giudiziaria non è mai risolutiva della problematica. Oggi la comunità di Catanzaro fa in conti con una realtà messa in luce ben 30 ani fa ed è l’occasione per rinnovare un impegno maggiore a tutta la cittadinanza perché si renda parte diligente e affronti queste tematiche che la riguardano da vicino che non sono solo ad appannaggio delle forze dell’ordine e dei magistrati”.

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 

Dal canto suo, Vincenzo Capomolla, procuratore della Repubblica di Cosenza, evidenzia “l’intensa attività di investigazione dei carabinieri di Catanzaro nel corso degli anni da parte del comandante Mazzullo, del colonnello Burgio e del comandante Romanelli che fanno un lavoro di grande valore sul piano del contrasto alla criminalità organizzata”. 

E dice: “Sono risultati importanti. Si tratta degli epigoni di un’organizzazione criminale che incomincia a rivedere la sua rigenerazione nella fase in cui si rideterminavano gli equilibri tra le articolazioni della ‘ndrangheta tra Cutro e Isola Capo Rizzuto, e nell’alternanza anche su Catanzaro si rideterminavano equilibri conseguenziali. Nel 2005 si è intervenuti su un’organizzazione che operava sotto l’egida di Cutro e da quel momento di registravano segnali di una cosca riconducibile al clan dei Gaglianesi. L’operatività della cosca è di tipo tradizionale con reati classici dall’estorsione, usura al controllo di vicende che comprimono i diritti dei consociati. È evidente che il Clan si rigenera solo se ritrova l’humus grazie al quale alcune condotte vengono poste in essere. L’intervento repressivo che sarà costante ma ritrova collusioni sul territorio, elemento che allarma e inquieta particolarmente perché grazie a questi rapporti le organizzazioni criminali troveranno occasione di rigenerazione. Si annoverano reati satelliti come l’intestazione fittizie servite per altre condotte illecite. E poi, anche vicende eclatanti come la rapina alla Sicurtransport. Questo è lo squarcio che i carabinieri hanno offerto attraverso l’attività investigativa”.

Mentre, il sostituto procuratore Giancarlo Novelli sottolinea “la persistenza di certi personaggi tratti in arresto ultracinquantenni e anche oltre che hanno già consumato periodi di carcerazione non ridotti. Ciò da un lato interroga sull’efficacia dei sistemi penitenziari, sul 41 bis e sull’alta sicurezza, dall’altro rattrista considerare che c’è sempre una disponibilità nel corpo sociale ad avvalersi come alternativa e/o integratore all’azione dello Stato del supporto della criminalità organizzata. Tra gli episodi ricostruiti è interessante evidenziare la continuità negli anni, dal 2005, 2008, 2015, fino ad arrivare al 2024 con il classico tentativo di recupero crediti appaltato alla criminalità organizzata nella vicenda Masciari con il coinvolgimento di soggetti estranei alla vita criminale che contattano il Clan. Ed è proprio questa accondiscendenza e disponibilità delle persone cosiddette per bene una delle chiavi di lettura di questa organizzazione criminale”.

Il colonnello dei carabinieri Giuseppe Mazzullo osserva che si tratta “di un’indagine che riscostruisce un decennio di storia criminale che riguarda la storica compagine del Clan dei Gaglianesi che nasce negli anni Ottanta e si afferma sempre di più anche su altri gruppi criminali del capoluogo, egemonia del Clan legata alla criminalità del crotonese. Vengono accertate una serie di estorsioni ai danni di imprenditori locali costretti a pagare tangenti o a rivolgersi a ditte compiacenti. Diversi casi di usura e furti d’auto che si trasformano in cavalli di ritorno, a dimostrazione dei legami con altre consorterie. E poi, nella ricostruzione del Clan abbiamo figure storiche e nuove leve che sono più propense ad eseguire modalità plateali molto più violente e quasi non seguono i consigli dei capi storici anche se poi alla fine si definiscono “una catena tra nuovi e vecchi”. Ma è chiaro che i giovani sono propensi ad atteggiamenti violenti di strada anche immotivati. L’aspetto interessante è il sistema di truffe studiato che consente di seguire le tracce originarie della consorteria”.

Infine, il comandante dei carabinieri Giovanni Burgio: “Una parte della consorteria si dedica al reato di truffa e poi anche di bancarotta fraudolenta. Il Clan crea una società con sede al Nord Italia in modo formale per istituire una società che abbia credito anche all’esterno. Di fatto vengono espletati gli atti necessari, nominati amministratori fittizi e all’inizio è attiva come supermercato per poi spaziare nell’approvvigionamento di diverse tipologie merceologiche. All’inizio è operativa a paga i fornitori per acquisirne la fiducia per poi ottenere grandi quantitativi di merci. Lentamente i sodali non corrispondono più il prezzo pattuito per l’acquisizione di questi beni e in inducono i creditori che si erano fidati ad inseguire debitori che non trovano. Una volta disvelata l’insolvenza, l’associazione si rivolge ad altri fornitori a per una nuova truffa. Poi, la merce fornita e mai pagata arriva in Calabria e dirottata nei magazzini di altre società compiacenti e gestite da sodali. Emerge dalle indagini la piena consapevolezza di compiere reati, quando suggeriscono di non utilizzare telefonini a loro riconducibili e propongono l’utilizzo di una mail che lasciano in bozza a cui in remoto contribuiscono per il disegno criminoso. Ciò porta a delineare un orientamento verso attività economiche redditizie che di fatto si aggira sui 430 mila euro. Viene fatto un sequestro preventivo di 12 società riconducibili al sodalizio criminale che ha evidenziato episodi di usura ed estorsione in corso. Ulteriori aspetti accennati ed episodi vecchi per spaziare ad aspetti di controllo del territorio attraverso la violenza e partecipazione ad episodi come una tentata rapina di una filiale di una banca a Catanzaro che poi nella fase esecutiva non va a buon fine. Così come il supporto logistico nella rapina alla Sicurtransport, nell’avere nascosto i mezzi utilizzati in quell’occasione”.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link