ritardi, errori e sito in tilt


Se il 2024 è stato un anno difficile per l’INPS, il 2025 è cominciato nel peggiore dei modi, con il collasso totale dei suoi sistemi. Ritardi, errori, pagamenti che non arrivano e un sito inaccessibile: milioni di italiani sono ostaggio di un sistema che non funziona, che non è adeguato alla domanda e che continua a crollare sotto il peso delle richieste.

I primi segnali di allarme c’erano già a gennaio, con il caos sulle attestazioni ISEE. Quello che doveva essere un problema isolato si è invece trasformato nel primo tassello di una crisi più grande, che oggi coinvolge Assegno Unico, NASpI, Carta Acquisti, Assegno di Inclusione e Supporto Formazione e Lavoro.

A distanza di due mesi, la situazione è ancora drammatica: i ritardi continuano, i pagamenti non arrivano e il sito INPS è inutilizzabile per giorni interi, lasciando le persone nell’incertezza più totale. E la cosa peggiore? L’INPS sapeva benissimo che tutto questo sarebbe successo, ma non ha fatto nulla per evitarlo.

Gennaio 2025: il primo segnale di un disastro annunciato

Il primo grande problema del 2025 è stato l’elaborazione degli ISEE, il documento fondamentale per accedere a una serie di prestazioni sociali. L’INPS aveva promesso una procedura rapida ed efficiente grazie alla DSU precompilata, ma la realtà è stata ben diversa.

Chi ha provato a ottenere l’ISEE autonomamente ha dovuto fare i conti con errori, pagine che non si caricavano e rallentamenti assurdi. In molti casi, il sistema restituiva informazioni sbagliate, costringendo gli utenti a ripetere la procedura più volte. Chi si è affidato ai CAF, invece, ha dovuto attendere settimane per avere una risposta.

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Il problema? I ritardi sull’ISEE hanno avuto conseguenze gravissime. Per chi aveva bisogno del documento per confermare il diritto a prestazioni come l’Assegno di Inclusione, il Supporto Formazione e Lavoro o la Carta Acquisti, l’attesa si è trasformata in un vero incubo.


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Molte attestazioni sono arrivate oltre il termine del 31 gennaio, causando la sospensione di numerose domande per l’Assegno di Inclusione. Persone che dipendono da questi aiuti per sopravvivere si sono ritrovate senza soldi per colpa di un sistema che non funziona.

Febbraio 2025: INPS in tilt, pagamenti in ritardo e confusione totale

Con il passare delle settimane, la situazione non è migliorata, anzi: è peggiorata sotto ogni punto di vista.

  • Assegno Unico e NASpI: il nuovo Sistema Unico Gestione IBAN (SUGI) ha mandato in crisi i pagamenti. L’INPS non è stato in grado di elaborare le transazioni in tempo, causando ritardi e incertezze;
  • Carta Acquisti: la ricarica di gennaio, già posticipata a febbraio per allinearsi ai nuovi ISEE, ha subito ulteriori ritardi, lasciando migliaia di famiglie senza sostegno;
  • Supporto Formazione e Lavoro: il caos è esploso quando l’INPS ha annunciato la possibilità di estendere il beneficio oltre i 12 mesi previsti, ma senza fornire dettagli chiari. Molti beneficiari hanno scoperto troppo tardi che la loro domanda era ormai scaduta. A ciò si sono aggiunti notevoli ritardi nell’elaborazione dei pagamenti di febbraio.

Ma il disastro peggiore riguarda ancora una volta l’Assegno di Inclusione (ADI). Il pagamento, previsto per il 27 di ogni mese, ha trasformato il sito dell’INPS in un campo di battaglia.

Fine febbraio: il sito INPS crolla sotto il peso delle richieste

Più ci si avvicina al 27 del mese, più la situazione diventa insostenibile. L’INPS sa benissimo che milioni di persone stanno aspettando i pagamenti, eppure non fa nulla per potenziare i suoi sistemi.

Il risultato? Ogni mese la storia si ripete:

  1. Tra il 24 e il 26 febbraio, milioni di utenti provano ad accedere al sito per controllare il fascicolo previdenziale e verificare l’accredito;
  2. il sito si blocca: errori continui, pagine che non si caricano, accessi impossibili. Chi tenta di entrare viene sbattuto fuori;
  3. il 27 febbraio, giorno dei pagamenti, il portale è inaccessibile per ore. La gente si riversa sui social per capire cosa sta succedendo, ma l’INPS non fornisce risposte chiare;
  4. il pagamento arriva a macchia di leopardo: alcuni ricevono l’accredito, altri no. Nessuno sa il perché, nessuno sa quando arriveranno i soldi.

Questa scena si ripete ogni mese, senza che l’INPS faccia nulla per risolvere il problema. Il paradosso? L’istituto conosce benissimo la domanda e il numero di utenti che ogni mese accedono al sito, ma non potenzia i server, non si prepara all’ondata di accessi, lascia che il sistema collassi senza fare nulla.

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Un sistema che non regge più

Quello che sta accadendo all’INPS nel 2025 non è un problema tecnico passeggero, ma il segnale di un fallimento strutturale. L’istituto che dovrebbe garantire sicurezza economica a milioni di italiani non riesce più a gestire le sue funzioni di base:

  • non elabora gli ISEE in tempo;
  • non paga le prestazioni nei tempi previsti;
  • non riesce a gestire il traffico sul proprio sito;
  • non comunica con chiarezza, lasciando i cittadini in balia dell’incertezza.

E la cosa più grave? Non ci sono segnali di miglioramento. Dopo due mesi di caos totale, non c’è alcun piano concreto per evitare che questa situazione si ripeta nei prossimi mesi.

L’INPS non regge più l’enorme domanda di prestazioni sociali, ma invece di investire per migliorare i sistemi, lascia che tutto collassi, lasciando milioni di italiani senza certezze, senza risposte e senza soldi.

Fino a quando si potrà andare avanti così?



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