«Cremona: ti vorrei così…», cosa chiedono i giovani alla loro città


CREMONA – La provincia di Cremona occupa il quinto posto in Italia nella classifica de Il Sole 24 Ore sulla qualità della vita dei giovani, vale a dire la fascia di popolazione di età compresa tra i 18 ai 35 anni. Ma che cosa ne pensano i ragazzi cremonesi? In tema di movida e opportunità di svago e intrattenimento, le opinioni si rivelano contrastanti: c’è chi si dice soddisfatto e chi, al contrario, chiede un’autentica rivoluzione. I giovani invocano più dinamismo e si aspettano un’offerta di eventi più ricca e varia.

Dietro il desiderio di distrazione e divertimento c’è anche e soprattutto un profondo bisogno di crescita culturale: le nuove generazioni vogliono arricchirsi attraverso la musica, la letteratura e altre forme di espressività. Inoltre è ampia la fetta di popolazione giovanile appassionata allo sport, visto come un’occasione per mantenersi attivi e vivere una vita sana. Le nuove generazioni chiedono anche un impegno concreto per il futuro della città: tanti invocano iniziative per ridurre l’inquinamento e progetti per rendere Cremona una città universitaria più attiva e accogliente. I ragazzi si mettono a disposizione della città per contribuire alla realizzazione di nuove idee per aiutare la loro città: ora sta a Cremona scendere in campo.

FRANCESCO ROSSINI (21 ANNI): «DEVE VALORIZZARE MEGLIO TUTTE LE SUE ECCELLENZE»

Francesco Rossini è convinto che l’offerta per i giovani di Cremona sia buona soprattutto a livello di luoghi di ritrovo e divertimenti serali. Per il 21enne, il problema risiede nell’area dello sviluppo delle proprie passioni. «Cremona dovrebbe continuare a valorizzare le sue numerose eccellenze, in tutti i campi. Mi piacerebbe che migliorasse le sue strutture sportive e scolastiche e, soprattutto, che si impegnasse ad attuare azioni concrete di contrasto all’inquinamento». Francesco propone di ampliare gli eventi dedicati a sport di nicchia e non, sfruttando aree verdi come zona Po. Oltre che un generale miglioramento e ammodernamento dei musei di Cremona per dare una marcia in più al turismo della nostra città. «Mancano aree dedicate agli studenti per studiare, stare insieme, discutere, suonare… condividere le proprie passioni insomma. La Cremona che vorrei? La immagino come una città che prosegua l’apertura agli studenti universitari (oltre che ampliare l’offerta formativa, investa anche nelle strutture e negli eventi dedicati ai giovani) incentivando una vita giovanile più attiva, coinvolgente e piacevole».

ELENA GOBBI (23 ANNI): «PIÙ SICURA E PIÙ PULITA, CULTURA IN PRIMO PIANO»

Elena Gobbi ha 23 anni e le idee piuttosto chiare rispetto a quel che Cremona offre (e non offre) e a quel che potrebbe offrire. Non solo sul fronte del divertimento, ma anche dal punto di vista dell’offerta merceologica. Perché ai giovani interessa eccome anche lo shopping. «Secondo me Cremona potrebbe offrire molto di più. La maggior parte dei negozi storici del centro stanno chiudendo e questo è un peccato… non si può più fare shopping o semplicemente passeggiare e guardare le vetrine e invece quello sarebbe un buon modo per trascorrere il sabato pomeriggio con le amiche, ad esempio». Ha anche due richieste precise, Elena, per la sua città: «La vorrei più pulita e allo stesso tempo più sicura». La mia proposta è quella di Avanza proposte precise: «Avvierei più attività non solo in campo sociale: manifestazioni come la corsa rosa ad esempio, ma anche culturale e letterario. Oppure anche una visita serale al Torrazzo o a qualsiasi altro museo dedicata ai giovani, magari con  approfondimenti sulla storia e le personalità di spicco della nostra città. Penso potrebbero essere buone opportunità per noi ragazzi di conciliare il desiderio di informazione e la volontà di stare insieme».

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ARIANNA ARCHENTI (21 ANNI): «VANNO STIMOLATI I TALENTI, COSÌ NON SE NE ANDRANNO»

Arianna Archenti ha 21 anni e chiede spazi di co-working polivalenti. «In altre città, come a Cardiff, nel Regno Unito, dove ho studiato per un semestre, ho visto quanto siano utili i co-working e gli spazi accessibili a giovani e studenti, che permettono di studiare, lavorare e creare connessioni con altre persone in un ambiente stimolante. Io penso che Cremona abbia del potenziale ma che non riesca a sfruttarlo a pieno. Pur avendo una presenza universitaria importante, manca una vera rete di spazi e iniziative che incentivino la socialità e la crescita personale degli studenti. E soprattutto chiedo più sicurezza: ultimamente il livello in città è diminuito parecchio e mi sentirei più sicura ad uscire se questa fosse più garantita. Una mia idea sarebbe quella di realizzare spazi co-working polivalenti che di giorno funzionino come aree studio e la sera diventino punti di ritrovo con eventi, musica dal vivo e attività culturali. Non solo renderebbe Cremona più attrattiva per i giovani, ma aiuterebbe anche a trattenere talenti. Si tratta di costruire un ambiente in cui i giovani possano sentirsi parte attiva della comunità».

GIULIA GENTILINI (21 ANNI): «NOI RAGAZZI ‘SFORTUNATI’, ECCO LE NOSTRE ESIGENZE»

Giulia Gentilini, anche lei 21enne, ha uno sguardo largo: negli ultimi mesi ha avuto l’opportunità di sperimentare realtà di varie città e, così, valuta Cremona anche sulla base di quelle esperienze.
«Mi sto rendendo conto che un po’ ovunque la gioventù è ‘sfortunata’, perché i luoghi che fino a qualche anno fa erano punti d’incontro ora non sono più così frequentati. Cremona è perfetta per gli studenti delle scuole superiori, in quanto organizza prevalentemente serate e eventi per loro. Io però sono un’universitaria e per noi ragazzi più grandi penso che ci sia poco. Così, credo sia normale e giusto volere qualcosa di più, anche per evitare di dover andare in locali di altre province oppure a feste e in discoteche frequentati da ragazzi più piccoli o da persone più grandi. Voglio dire: c’è una fascia di età, la mia, che è ‘scoperta’: i locali per noi sono i soliti da anno e si contano sulle dita di una mano». La richiesta: «Serate riservate a ragazzi dai venti ai trent’anni: non per forza in discoteca, visto che diversi di noi non amano il caos; basterebbe qualche locale con musica. Aggiungo che in passato qualche evento ben organizzato c’è stato e poi non è più stato ripetuto. Ecco: riproporli non sarebbe male».

BEATRICE FINARDI (24 ANNI): «SERVIREBBE UNA ‘SPINTA’, IN FONDO A NOI BASTA POCO»

Beatrice Finardi ha 24 anni e alla sua Cremona chiede una ‘spinta’ in più. «Considerando le dimensioni e le proporzioni, penso che la nostra città offra abbastanza per i giovani. Ma il problema che spesso riscontriamo è la difficoltà di potersi divertire liberamente. Mi spiego meglio: Cremona è una città che tende a lamentarsi molto non appena il volume della musica si alza di poco. Ogni volta, in occasione di qualche evento particolare, in particolar modo se organizzato in centro ma non solo, si sollevano problemi di convivenza. Quindi, anche se si organizza qualcosa di innovativo, ecco che prontamente si finisce con il tarpare le ali per i molti reclami». Ecco il ‘modello’ di Cremona che Beatrice si augura di poter prima o poi vedere: «Più viva nei weekend e capace di pianificare eventi. Penso ad aperitivi, musica dal vivo, festival ma anche cinema all’aperto… insomma più attività ‘attira giovani’». La conclusione: «Sono comunque abbastanza soddisfatta di quello che offre la mia città — ne riconosce i «molti» lati positivi, Beatrice — ma credo che le manchi quel quid in più. Lo spunto che potrebbe garantire la svolta».

MARCO LODIGIANI (22 ANNI): «FAME DI ARTE E CINEMA, STREET FOOD E… KARAOKE»

«Cremona offre quel che può. Ed è evidente che anche la sua dimensione influisca negativamente sulla percezione di noi giovani. Ma io penso non sia solo percezione: fa davvero molto poco per attirare la nostra attenzione e il nostro interesse». Non nasconde il desiderio di qualcosa di più, Marco Lodigiani: «Purtroppo la mia città non è particolarmente dinamica, come possono esserlo Milano o Brescia, o anche la stessa Piacenza». Marco cita il TantaRobbaFestival come esempio positivo: «Attira moltissimi giovani tra musica, cibo e divertimento. Ecco: quel tipo di evento è quello che ci piace, che ci consente di trascorrere tempo stando insieme nel modo che preferiamo. Bisognerebbe organizzarne molti di più. E penso ad eventi che possano diventare un appuntamento fisso, magari annuale, per tutti, non solo per i ragazzi residenti ma anche per chi viene da fuori. Abbiamo ‘fame’ di festival, di musica, di arte, di cinema o street food. Mi vengono in mente anche i semplici pub, dove una volta finito di mangiare si abbia anche la possibilità di giocare a freccette piuttosto che a biliardo o a bowling. E ci piace anche il karaoke».

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BENEDETTA FERRARI (21 ANNI): «GLI EVENTI CI SONO ANCHE, MA VANNO PUBBLICIZZATI»

Benedetta Ferrari ritiene che Cremona si stia impegnando molto per i giovani ma che potrebbe diventare ancora più dinamica e coinvolgente. Pensa che un ottimo punto di partenza sia rendere le offerte proposte davvero visibili e accessibili. «Spesso, le opportunità culturali, sociali e professionali sono presenti, ma non abbastanza conosciute, il che le rende poco fruibili per molti. Io stessa, per esempio, ho saputo solo per caso dello svolgimento di incontri riguardanti tematiche inerenti alla Giustizia riparativa, un ciclo di riunioni in luoghi magnifici della nostra città come la Sala dei Quadri di palazzo comunale. Secondo me sono eventi molto interessanti e ricchi di riflessione, ma purtroppo poco pubblicizzati. Se gli fosse dato il meritato riconoscimento, penso che potrebbero raggiungere un pubblico più ampio e coinvolgere più giovani. Cremona dovrebbe poi cercare di catturare i ragazzi tutto l’anno e non solo nei mesi estivi. D’inverno la vita sociale sembra rallentare e la città appare deserta. Le opzioni per trascorrere una serata divertente e alternativa sono limitate. Vorrei che Cremona continuasse a valorizzare la sua storia e la sua tradizione ma che guardasse anche al futuro».

LISA SBRUZZI (21 ANNI): «IL POST CENA IN MUSICA, E POI GIOCHI DI SOCIETÀ»

Lisa Sbruzzi ha 21 anni e nessun dubbio: «A Cremona ci sono poche attività per giovani e quelle poche sono principalmente rivolte a una fascia d’età che non supera i diciotto anni. Io il weekend solitamente sto in qualche bar per un aperitivo o un post cena, ma a volte preferisco stare a casa di amici. Il giovedì sera in Tisaneria è tappa fissa, un buon ritrovo per i ragazzi della mia età. Quindi si, Cremona offre qualcosa ma… non è per niente paragonabile a Brescia, per esempio. Mi piacerebbe avere più locali per ventenni, che non siano per forza discoteche. Basterebbe un locale magari per cena e post cena con bella musica e, perché no, aggiunta di attività divertenti e coinvolgenti come giochi di società, quiz per movimentare un po’ la serata. La mia Cremona ideale? Provo a spiegarla in questo modo: per rendere la città più a misura di giovane, non bastano eventi organizzati random, servirebbe qualcosa di più strutturato, più feste a tema ad esempio, più attività capaci di coinvolgere quelle fasce di età che adesso, magari per motivi differenti, scelgono di trascorrere le loro serate altrove. Ecco, servirebbero punti di aggregazione fissi: quelle che sai che ci sono, ci vai e ti diverti».





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