Il titolare della Pubblica amministrazione: “Non abbiamo bisogno di tagliare gli organici ma di rinforzarli. Ora in Cdm un grande intervento per premiare i dipendenti in base agli obiettivi. Trump? Bullismo verbale. Con Salvini posizioni diverse ma anche lui sa che è meglio restare uniti. Forza Italia non soffre le esposizioni della figlia del Cav.”
Da ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo dice che “il modello Musk non è il nostro. Noi non dobbiamo tagliare gli organici, ma rinforzarli”. Ma è pronto comunque a lanciare una rivoluzione culturale. “La prossima settimana presenterò in Cdm un ddl per premiare il merito che introduce meccanismi di valutazione sulla base degli obiettivi. Così da rendere la Pa più attrattiva anche per i giovani”. Col Foglio parla anche di Forza Italia: “Marina Berlusconi può essere una leader, ma è innamorata del suo lavoro”.
In questo colloquio con il ministro della Pubblica amministrazione, partiamo proprio dal messaggio disruptive che arriva dall’America di Trump e di Musk, che lavora al Dipartimento dell’efficienza. Ha iniziato a spedire lettere ai dipendenti pubblici di modo che giustifichino la loro mansione. Si può prendere spunto da quel modello? “Io di Musk apprezzo la sua genialità come imprenditore”, dice Zangrillo. “Mentre come gestore di grandi organizzazioni, non ho ancora capito cos’ha in testa. Certo, preoccuparsi dell’efficienza del sistema è importante, ma non è detto, e questa non è sicuramente la ricetta italiana, che il problema della Pa italiana sia quello di tagliare gli organici. Noi gli organici li dobbiamo rinforzare, soprattutto negli enti locali”. Lo ripete spesso, il ministro: “Bisogna ripartire dai 3,2 milioni di persone che lavorano nella Pubblica amministrazione, mettendole al centro. Perché non sempre è stato così. E forse anche questo ha contribuito a creare la narrazione del ‘dipendente fannullone’”. Eppure Zangrillo non sfugge da un dato di realtà. “L’inefficienza della Pa ce la fanno notare i nostri utenti, che sono cittadini e imprese. Ma allora com’è possibile che il 98 per cento delle valutazioni di chi lavora nella Pa, nel 2022, era ‘eccellente’? Qualcosa non torna. Per questo serve un cambio. Abbiamo bisogno di un sistema di valutazione delle persone che effettivamente ci consenta di differenziare, di capire chi è meritevole e chi invece ha bisogno di essere aiutato, di essere supportato, perché ha delle lacune”. E di premiare chi è meritevole? “Sì. La settimana prossima spero di portare in Cdm un ddl che introduce dei nuovi meccanismi di assegnazione di obiettivi e di valutazione della performance”, spiega il ministro. “Stiamo andando verso una logica di gestione delle persone per obiettivi. Vuol dire che se voglio curare la capacità della mia organizzazione di performare, devo preoccuparmi di assegnare alle persone degli obiettivi chiari e misurabili. In modo da poter poi fare una valutazione che è il più possibile oggettiva”.
Ma non è il solo corno dell’intervento in cantiere. “Un aspetto critico della Pubblica amministrazione è che oggi la crescita del personale, sia dal punto di vista retributivo che dal punto di vista della carriera, è rimessa alla partecipazione dei concorsi. C’è chi si può permettere di rimettersi a studiare e quindi di progredire. Ma non è un meccanismo equo. Per questo il sistema che proporrò con questo ddl affianca alla dinamica concorsuale anche un’altra opzione che è quella della progressione di carriera. E cioè l’introduzione di un meccanismo che consente al dirigente di proporre la crescita di un proprio collaboratore, naturalmente se sussistono determinate condizioni di performance e se il percorso risponde anche all’esigenza di garantire che questo sviluppo di carriera non sia in qualche modo inquinato da limiti di soggettività”. Questo perché, con le regole attuali, aggiunge Zangrillo, “i dirigenti sono de-responsabilizzati a coltivare la crescita dei loro collaboratori, visto che tutto passa dai concorsi”.
Eppure, a proposito di merito, ci si aspetta l’ostruzione di Cgil e Uil, che si sono schierate anche contro il rinnovo del contratto nazionale nelle funzioni centrali, poi approvato, e nella sanità. “Fa molto male pensare che il sindacato si presenti ai tavoli negoziali non facendo relazioni industriali ma politica”, ribadisce il ministro. Cogliamo l’occasione di questo colloquio per occuparci di temi che vanno oltre il lavoro al ministero. Partiamo dal suo partito, Forza Italia. Ci sono state diverse interpretazioni, a lei è piaciuta l’intervista di Marina Berlusconi al Foglio? “Bellissima. A me sembra assolutamente normale che un’importante imprenditrice italiana, figlia di uno degli imprenditori e degli uomini politici più rilevanti nella storia repubblicana, abbia desiderio di esprimere le sue idee sul contesto che stiamo vivendo, in un momento particolarmente difficile. Ma non credo sia un tentativo di influenzare Forza Italia. In larga parte le sue sensibilità rientrano nel percorso che stiamo facendo”. Secondo Zangrillo, a ogni modo, “se guardo al contesto politico odierno, è chiaro che Marina Berlusconi potrebbe dire il suo alla grandissima, sarebbe capace di esprimere una grande leadership. Ma è innamorata del suo lavoro. Non credo che i nostri dirigenti di partito soffrano le sue esposizioni”. A proposito di sofferenza, l’Europa soffre le uscite di Trump? “E’ bullismo verbale fatto per sedersi a negoziare. Potrebbero essere un danno qualora precipitassero in un’Europa divisa”. Il sostegno di Salvini agli Usa più che all’Ue, non rischia di creare ancora più divisioni? “Più di certe dichiarazioni vale cosa succede davvero. E al di là di alcune posizioni diverse, anche Salvini sa bene che la nostra forza è stare insieme, non dividerci”.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link