Sabato 22 febbraio si è tenuta a Roma un’iniziativa nazionale di solidarietà̀ con Cuba socialista, organizzata dal Dipartimento Esteri del Partito Comunista Italiano e intitolata “La Rivoluzione Cubana nell’era Trump”.
La situazione economica e sociale del Paese caraibico, il suo ingresso nei BRICS come membro associato e le prospettive di sviluppo del modello socialista cubano sono stati al centro delle relazioni e degli interventi.
Sandro Scardigli, del Dipartimento Esteri del PCI, ha svolto la relazione introduttiva. Sono poi intervenuti Damian Delgado Vazquez, Consigliere Politico dell’Ambasciata cubana a Roma e Marco Papacci, Presidente dell’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba. Dal numeroso pubblico presente sono venute molte domande e brevi interventi.
Il discorso del Segretario Nazionale del Partito Comunista Italiano, Mauro Alboresi, ha concluso l’iniziativa, coordinata da Cristina Cirillo, Presidente del Comitato Centrale del Partito Comunista Italiano.
Il compagno Sandro Scardigli ha aperto la sua introduzione con un riassunto storico del carattere e delle varie fasi della Rivoluzione: la lotta clandestina e guerrigliera contro il regime mafioso e dittatoriale di Fulgencio Batista, sostenuto dagli USA; la costruzione di una nuova società̀ che ha dovuto subito fare i conti con il blocco commerciale imposto dagli USA e con il terrorismo controrivoluzionario; l’aiuto diretto e disinteressato ai movimenti di liberazione latinoamericani e africani, assieme al ruolo fondamentale avuto dai soldati cubani in Angola nella sconfitta militare del Sudafrica razzista, alla seguente indipendenza della Namibia e smantellamento dell’apartheid sudafricano; il crollo dell’URSS e del campo socialista e i suoi riflessi disastrosi sull’economia cubana, che imposero una ristrutturazione economica profonda, basata sul turismo, che ha permesso di mantenere effettive le garanzie sociali fondamentali della Rivoluzione ma ha anche favorito il crearsi di diseguaglianze e problemi sociali complessi; la situazione venutasi a creare con il crollo del turismo, causato dal COVID e dall’introduzione di Cuba nella lista dei Paesi “sponsor” del terrorismo.
Scardigli si è soffermato anche sull’attuale situazione politica latinoamericana, che ha visto dalla fine del secolo scorso l’affermarsi di movimenti popolari e governi (il cui esempio più̀ significativo e strategicamente importante è la Rivoluzione Bolivariana del Venezuela) che hanno tentato e tentano di dare impulso ad un processo di unificazione economica e politica dell’America Latina, liberandola dall’imperialismo USA e integrandola a quel processo di costruzione di un mondo multipolare del quale il gruppo BRICS, che esprime ormai più̀ del 30% dell’economia mondiale, è una punta avanzata. Ma ha anche sottolineato l’offensiva sistematica della destra mondiale tesa a soffocare queste esperienze (offensiva che vede nel governo ultraliberista e fascistoide di Javier Milei in Argentina la sua espressione più̀ esplicita), che si concretizza in campagne giornalistiche e giudiziarie di discredito, colpi di Stato parlamentari e a volte anche con dei golpe di tipo classico. La nuova Presidenza Trump (imperialista al pari della precedente ma più̀ incline all’uso della forza) potrebbe creare il pericolo perfino di interventi militari USA.
Sandro Scardigli ha concluso rivolgendo a Damian Delgado Vazquez una serie di domande relative alla situazione attuale di Cuba e alle prospettive di risoluzione dei problemi, in modo da fornire una visione chiara, né catastrofista né trionfalista, al movimento di solidarietà̀ italiano.
Damian Delgado ha parlato estesamente del problema delle frequenti interruzioni del Sistema Elettrico Nazionale, che alcuni mesi fa hanno lasciato per giorni l’intera Cuba senza corrente. Il Sistema non dispone dei megawatt necessari per evitare i black out. Inoltre spesso le centrali termoelettriche si guastano a causa del ritardo nei cronogrammi di mantenimento e il guasto di una sola centrale provoca un sovraccarico sulle altre, bloccandole a loro volta. Ciò̀, assieme alla scarsità̀ di combustibile, è dovuto non soltanto allo storico “bloqueo” degli USA nei confronti di Cuba, ma anche all’inserimento dell’Avana nella lista dei governi che sponsorizzano il terrorismo. La presenza di Cuba nella lista fa sì che le transazioni finanziarie vengano bloccate dalle banche (la maggior parte delle quali sono statunitensi) e i pagamenti non possano essere effettuati o comunque siano resi estremamente difficoltosi e in ritardo, andando a colpire la possibilità̀ di accesso al combustibile quando questo è necessario per evitare che si paralizzino le centrali termoelettriche e altri impianti di generazione.
È in corso la realizzazione di un progetto che prevede la costruzione di parchi fotovoltaici sul territorio, i primi dei quali già̀ in funzione che, tramite l’uso dell’energia solare dovrebbero andare a colmare la mancanza di potenza energetica installata, risolvendo o comunque migliorando notevolmente il problema degli “apagones” (black out elettrici) a media scadenza, verso una soluzione definitiva.
Le misure di protezione della popolazione dalla pandemia del COVID hanno portato al rallentamento, quando non alla paralisi delle attività̀ produttive. Ciò̀ è andato ad aggravare di molto la già̀ precaria economia, provocando mancanza di beni e perdite finanziarie. Notevoli investimenti sono stati necessari per l’approntamento di vaccini cubani contro il COVID e la campagna vaccinale che ha riguardato l’intera popolazione, debellando la pandemia, così come per l’assistenza sanitaria alla popolazione cubana.
Tutti gli sforzi del Governo Rivoluzionario sono tesi ad un forte aumento della produzione, per realizzare la quale servono impegno e organizzazione ma anche mezzi (ad esempio i fertilizzanti) che spesso vanno acquistati all’estero, affrontando il “bloqueo” e i problemi di cui abbiamo già̀ parlato, derivanti dall’inserimento di Cuba nella lista dei Paesi “sponsor” del terrorismo.
L’ingresso di Cuba nei BRICS come partner associato estenderà̀ il numero di Paesi con il quale Cuba intrattiene relazioni economiche. Il primo accordo che vedrà̀ partecipe l’Isola riguarda l’intelligenza artificiale.
Vazquez ha parlato anche degli anni in cui l’ex Presidente statunitense Obama, prendendo atto del fatto che decenni di blocco economico non sono serviti a rovesciare la Rivoluzione Cubana, riaprì l’Ambasciata all’Avana e avviò una fase di allentamento del “bloqueo”. Il primo mandato di Trump e l’immobilismo di Biden chiusero rapidamente quella fase, in cui gli USA cercarono di cambiare i loro metodi pur nella persistenza dell’obbiettivo di affossare la Rivoluzione. Cuba continuerà̀ a resistere e a cercare soluzioni ai propri problemi.
Il Presidente dell’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba, Marco Papacci, si è soffermato sugli importanti progetti di solidarietà̀ che l’Associazione porta avanti. Fra questi spicca la fornitura di mezzi sanitari, disponibilità̀ resa difficoltosa e a volte impossibile dal blocco. L’acquisto di eparina (farmaco anticoagulante); di by pass coronarici; l’acquisizione di fondi per finanziare la ricerca del vaccino contro il dengue.
Papacci ha sottolineato che personale sanitario cubano ha prestato assistenza durante la pandemia COVID in Lombardia e Piemonte, grazie alla richiesta dell’Associazione Italia-Cuba alle Regioni interessate, mentre il Ministro non ha nemmeno risposto. Attualmente centinaia di medici e paramedici cubani operano nel servizio sanitario della Calabria, riscuotendo l’apprezzamento generale di utenti e operatori sanitari.
Italia-Cuba ha anche acquistato e inviato tetti per le case danneggiate dagli uragani.
L’inserimento di Cuba nella lista dei Paesi sponsor del terrorismo causa il blocco dei trasferimenti finanziari non solo verso Cuba, ma anche in territorio italiano e c’è il rischio concreto che qualsiasi versamento che rechi la parola “Cuba” nella sua causale venga bloccato. Bisogna quindi spesso inventarsi ogni sorta di stratagemma per evitarlo.
Al termine del suo intervento Papacci ha ricordato Fabio Di Celmo, imprenditore italiano (figlio dell’indimenticabile Giustino) ucciso nel 1997 all’Avana da una bomba piazzata in un albergo da un terrorista assoldato dalla mafia cubano-americana di Miami.
Il Segretario Nazionale del PCI, Mauro Alboresi, ha svolto un puntuale intervento conclusivo di un’iniziativa che, rimarca, abbiamo fortemente voluto e che sottolinea la continuità̀ della nostra attenzione.
Essa si colloca in una fase complessa, problematica, sottolineata dalla elezione di Trump. Quell’elezione dice tanto sull’acclarata crisi della democrazia occidentale.
La figura di Elon Musk, discussa, discutibile e per noi pericolosa, sta spingendo oltremodo in avanti un rapporto fra finanza e politica che vede la crescente prevalenza della prima. La discussione di stamani è avvenuta in questo quadro, in una fase in cui un conflitto su larga scala non è soltanto un’ipotesi teorica.
L’assetto unipolare a guida USA viene messo in discussione da una serie di Paesi che, pur diversi e a volte in competizione fra loro, propugnano un assetto multipolare (il gruppo BRICS ne è l’asse portante). L’Europa ha abdicato da tempo a svolgere una politica di pace, come dimostrano le scelte europee sulla guerra Russia-Ucraina. Occorre rompere questa deriva bellicista, rottura che per noi ha come aspetto centrale la rivendicazione dell’uscita dell’Italia dalla NATO.
Anche se l’Elezione di Trump portasse alla pace Russia-Ucraina, non la porterà̀ per quanto riguarda il conflitto israelo-palestinese e in altre aree. L’America Latina è nel mirino e la nostra attenzione non può̀ che rivolgersi soprattutto a Cuba. L’unilateralismo di Trump ha visto con la sua rielezione una forte accelerazione e oggi si accompagna alla messa in discussione degli organismi internazionali e dello stesso diritto internazionale. Si è rotto un equilibrio.
Tornando alla situazione di Cuba, Alboresi ha sottolineato che il Paese caraibico sta vivendo una situazione assai difficile, con pesanti ripercussioni sul piano alimentare, sociale e dell’approvvigionamento energetico. Come PCI continuiamo a denunciare il fatto che le trentuno votazioni dell’Assemblea Generale dell’ONU contro il blocco non abbiano sortito il risultato atteso, nonostante il voto quasi unanime.
Cuba è stata duramente colpita dalla pandemia e l’ha affrontata al meglio, grazie al suo servizio sanitario e alla campagna vaccinale. Lo ha fatto mettendo al centro i suoi valori di solidarietà̀, che si sono espressi anche con l’aiuto dato all’Italia durante l’emergenza pandemica, aiuto di cui la ringraziamo.
Mauro Alboresi ha inoltre detto di aver apprezzato la sincerità̀ con cui il rappresentante di Cuba ha chiarito i limiti delle risposte economiche da parte del Governo, l’impatto della forte emigrazione (che aumenta l’età̀ media dei residenti e che non può̀ non danneggiare le stesse prospettive di ripresa). Il Partito Comunista Italiano guarda con preoccupazione alla fase che Cuba sta attraversando ma è e resta convinto della capacità della sua classe dirigente, impegnata a farvi fronte.
L’obbiettivo degli Stati Uniti resta lo stesso di sempre: sconfiggere la Rivoluzione Cubana per sconfiggere l’autodeterminazione dei popoli e quindi il loro diritto a decidere autonomamente il proprio destino, di dire no all’arroganza dell’imperialismo a stelle e strisce e più̀ in generale alla possibilità̀ di una alternativa di sistema.
Facciamo nostre, ha proseguito il Segretario del PCI, le parole del Governo Rivoluzionario cubano nella sua presa di posizione del 12 febbraio scorso: “non si devierà̀ dal percorso socialista, dall’impegno di recuperare l’economia, di promuovere la massima solidarietà̀, creatività̀, talento, spirito di lavoro e di difendere come un bastione inespugnabile la libertà, l’indipendenza, la sovranità̀ e il privilegio di costruire un futuro senza ingerenze straniere. L’intento della marcia del 20 dicembre scorso è chiaro: il popolo cubano si è espresso in tale direzione.
Alboresi ha concluso riaffermando che il Partito Comunista Italiano non può̀ che ribadire la sua vicinanza e solidarietà̀ con il Partito Comunista di Cuba, al Governo Rivoluzionario e alla lotta del popolo cubano. Il PCI si sente fortemente impegnato a sostenere tale lotta, che è anche nostra, impegnati come siamo in quota parte del movimento comunista internazionale ad affermare un’alternativa (necessaria e possibile) al sistema capitalistico, che sta portando il mondo sull’orlo del baratro. Questa alternativa per noi è il Socialismo. Cuba, con le sue difficoltà e contraddizioni, è e resta un faro di resistenza. Noi stiamo e staremo con Cuba, Hasta la Victoria!
PCI – Dipartimento Esteri
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