via libera in CdM, con novità


Via libera in Consiglio dei Ministri al ddl delega sul nucleare. Entro 12 mesi dall’approvazione in Parlamento, l’esecutivo dovrà presentare i decreti di attuazione

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Tempi dimezzati per il ritorno al nucleare. Scende da 24 a 12 mesi l’arco temporale entro cui il governo dovrà presentare i decreti legislativi che traghetteranno l’Italia (di nuovo) verso l’atomo. È la novità principale del testo del ddl Nucleare Sostenibile licenziato oggi in Consiglio dei Ministri.

“Con il nucleare di ultima generazione, insieme alle rinnovabilispiega il ministro Gilberto Pichettosaremo in grado di raggiungere gli obiettivi della decarbonizzazione, garantendo la piena sicurezza energetica del paese. Così l’Italia è pronta ad affrontare le sfide del futuro”.

Resta il focus sul nucleare di nuova generazione. I piccoli reattori modulari che il governo spera siano pronti per l’inizio degli anni ’30. Ma che attualmente sono tecnologie ancora non pienamente mature. Un argomento in più per la (folta) schiera dei critici del ritorno al nucleare.

“Chiedo agli italiani di guardare a questo provvedimento con uno spirito propositivo e non pregiudiziale: di fronte non c’è il vecchio nucleare del passato, ma una fonte innovativa”, gioca d’anticipo il ministro degli Esteri e vice-premier Antonio Tajani.

Ddl Nucleare Sostenibile: le novità del testo approvato in CdM

Rispetto all’ultima bozza circolata a gennaio, le principali novità del Ddl Nucleare Sostenibile licenziato dal CdM il 28 febbraio riguardano:

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  • tempistiche di adozione dei decreti legislativi per l’attuazione del ddl;
  • ministeri da coinvolgere nella preparazione dei decreti legislativi;
  • ripartizione degli oneri;
  • dotazione finanziaria.

L’insieme dei decreti legislativi definirà un “Programma nazionale”, un quadro normativo organico per il ritorno dell’energia nucleare in Italia dopo i referendum del 1987 e 2011.

Tempistiche dimezzate

Si accorciano i tempi. Dall’approvazione definitiva del disegno di legge delega in Parlamento, il governo avrà soltanto 1 anno – non 2 come nell’ultima bozza circolata – per emanare i decreti legislativi di attuazione.

Resta invece a 24 mesi il periodo a disposizione dell’esecutivo per emanare altri decreti “con disposizioni integrative o correttive”.

Ridotto anche il tempo a disposizione delle Camere per vagliare gli schemi dei decreti legislativi: non più 45 ma 30 giorni. E il periodo entro cui le commissioni parlamentari si devono esprimere in caso di rilievi al testo, tagliato da 30 a 10 giorni.

Ministeri coinvolti

I decreti legislativi dovranno essere definiti dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), di concerto almeno con MIMIT e MIUR per gli aspetti di loro competenza. L’elenco dei ministeri da coinvolgere non è però ancora definitivo.

Oneri di gestione degli impianti nucleari

Oltre a precisazioni importanti sugli oneri finanziari a carico dei gestori degli impianti nucleari, sono perlopiù limature quelle apportate all’articolo 3, recante i principi e i criteri direttivi da seguire nella preparazione del Programma nazionale:

  • si rimarca il coinvolgimento del mondo della ricerca nello sviluppo del nucleare di nuova generazione, anche con il potenziamento della formazione universitaria e post-universitaria e con la facilitazione di R&S e trasferimento tecnologico svolti da università e enti analoghi;
  • si parla di prevedere una “disciplina” e non più “specifici regimi amministrativi” per il riconoscimento dei titoli di abilitazione;
  • si chiarisce che gli oneri per la gestione degli impianti nucleari lungo l’intero ciclo di vita sono “esclusivamente” a carico del soggetto abilitato;
  • si specifica che le necessarie garanzie finanziarie dovute da chi ha l’abilitazione possono essere fornite “anche tramite costituzione di uno o più fondi” per coprire i costi di disattivazione degli impianti, gestione dei rifiuti radioattivi e del combustibile nucleare esaurito, “fino allo smantellamento finale”;
  • si precisa che la costituenda autorità di vigilanza sul nucleare avrà compiti di “certificazione, vigilanza, sorveglianza e controllo”.

Stanziati 60 + 7,5 milioni per il Ddl Nucleare Sostenibile

L’articolo 4 presenta modifiche sostanziali. Inizialmente il Ddl Nucleare Sostenibile non doveva prevedere “nuovi o maggiori oneri” per lo Stato.

La versione approvata in CdM stanzia invece 60 milioni di euro equamente spalmati sul periodo 2027-2029 a valere sulle risorse in capo al MASE per “l’attuazione degli investimenti previsti” dal nuovo testo.

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Inoltre, per attuare le disposizioni del Ddl delega sono stanziati 1,5 milioni per il 2025 e 6 milioni per il 2026.

Si specifica che i decreti legislativi di attuazione possono comportare lo stanziamento di nuovi fondi ma devono indicare esplicitamente le relative coperture.



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