Andrea Mastrovito: secondo Studio Visit di R&P e CdT


Bio: Andrea Mastrovito è un artista di fama internazionale nato a Bergamo nel 1978, attualmente vive e lavora tra la sua città natale e New York. 

Il suo modo di operare si contraddistingue per la reinvenzione degli spazi espositivi, delle tecniche tradizionali dell’arte (quali il disegno, il collage, l’intarsio, la vetrata…) e della video-animazione. Ad oggi vanta numerose mostre personali e collettive presso gallerie, istituzioni e musei sia nazionali che internazionali.


Il disegno è fulcro e punto di partenza delle opere di Andrea Mastrovito, nonché chiave di lettura per approfondire la sua pratica.

Linguaggio privilegiato dall’artista – non solo da un punto di vista tecnico, ma come vera e propria forma di esplorazione del mondo – esso si interseca poi con diverse tecniche in continuo dialogo tra loro (collage, frottage, intarsi, video animazioni,…) da cui si affranca o a cui si riavvicina ciclicamente.

L’artista si approccia al disegno proprio attraverso una maturazione della tecnica del collage, con cui diviene riconoscibile nei primi anni 2000: dopo le prime opere caratterizzate da un’accesa cromia, Mastrovito realizza una serie di collage minimali bianco su bianco, in cui l’ombra portata delle figure diventa segno, riscoprendo la bellezza di un tratto essenziale e scarno.

Un momento esemplificativo di questo processo di scoperta è indubbiamente rappresentato da Robespierre (2007), una video animazione in cui la matita è il mediatore evanescente attraverso cui l’artista stesso prende forma auto-disegnandosi e liberandosi così dal foglio di carta. Si tratta di una sorta di manifesto, una forma di autodeterminazione che caratterizza anche parte della sua produzione successiva.

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AMastrovito_Mt25,40_Basilica di Tortona_2024_ph Walter Carrera

Circa un decennio dopo infatti, tra il 2014 ed il 2017, Mastrovito si dedica ad un’altra video animazione realizzata con la tecnica del rotoscoping ed oltre 35.000 disegni: NYsteratu. Symphony of a Century – un remake contemporaneo del Nosferatu di Murnau, a sua volta ispirato dal Dracula di Bram Stoker – ambientato tra New York e la Siria. Anche in questo caso, nonostante l’opera sia leggibile su più livelli semantici, siamo davanti ad un ritratto intimo dell’artista che registra i suoi cambiamenti biografici oltre a quelli del mondo attorno a sé grazie al “tempo lungo” del disegno e alla capacità di lavorare a processi di ideazione e realizzazione estremamente lunghi.

Come anticipato, la riflessione di Mastrovito sul disegno non è solo tecnica, ma si estende a un piano più profondo e totalizzante, tanto da far coincidere questa pratica con la sua visione della morte e del momento del passaggio; per questa ragione, molte delle sue opere nascondono un livello di lettura più profondo, cupo e oscuro, legato ai concetti di eternità e caducità. 

L’equilibrio tra vita e morte è, per l’artista, simboleggiato dalla linea del disegno, confine tra il nulla e il tutto, da cui prende avvio anche tutta la storia dell’arte, che Mastrovito considera come una “storia del contorno”, in cui è la rappresentazione del passaggio tra un soggetto ad un altro o allo sfondo a segnare i passaggi fondamentali dell’evoluzione del linguaggio artistico,  dal contorno giottesco allo sfumato leonardesco; dalle pennellate impressioniste ai tratteggi divisionisti; dai pixel di Thomas Ruff ai ritagli di William Kentridge e Kara Walker, l’evoluzione dell’arte è vista come evoluzione del contorno, del rapporto fra cose opposte e diverse.

AMastrovito_War Christ_2023

Vi è dunque una forte coincidenza tra arte e vita e il segno diviene il confine entro cui le cose accadono, sprigionandosi da poli opposti come il binomio vita/morte, sacro/profano, bene/male, antico/moderno etc…. A ciò si collega la riflessione sulla durevolezza delle sue opere,che ha portato l’artista, sin dai primi anni Dieci, a interrogarsi sull’utilizzo di materiali diversi dalla carta, avvicinandolo così altri media e spazi che rendono il suo lavoro destinato a sopravvivergli. 

Andrea Mastrovito lavora frequentemente ad opere corali  e in luoghi che favoriscono il dialogo e lo scambio. In questi casi utilizza una metodologia che consiste nel frammentare il suo lavoro sino a ridurlo al “minimo comune denominatore” affinché possa essere realizzato, con relativa semplicità, dal maggior numero possibile di persone, nella convinzione che la semplificazione e la ripetizione possano generare qualcosa di nuovo.

Questo approccio ha una duplice valenza: da un lato si apre alla partecipazione legata alla dimensione pratica e conviviale del fare insieme; dall’altro, consente una maggiore comprensione del lavoro attraverso la riconoscibilità di una matrice comune

La centralità del disegno e il piacere della convivialità ritornano nel recente progetto The Drawing Hall (2021), spazio no-profit fondato dall’artista insieme al fotografo Walter Carrera e al regista Marco Marcassoli per dare visibilità al lavoro di altri artisti italiani. La premessa alla base della programmazione dello spazio è “il disegno è alla base di tutto”, dichiarazione che indubbiamente trova riscontro nell’intero corpus di opere di Mastrovito.

AMastrovito_Mt 25,40, Nicchia VI, intaglio murale, 272 x 146 cm_ph Walter Carrera

Come già accennato, il percorso artistico dell’artista è stato segnato da momenti di rottura e grandi cambiamenti. Tra gli eventi significativi possiamo ricordare la collaborazione sin dai primi anni 2000 con la galleria ginevrina Analix Forever, ma anche con la milanese 1000eventi di Giuseppe Pero; si tratta in entrambi i casi di gallerie di ricerca strettamente contemporanea capaci di dargli un’ampia libertà espositiva e la possibilità di sperimentare tecniche diverse, dalle installazioni ambientali (2005) alle videoanimazioni multiple (2006), dai grandi lavori fotocopiati (2007) agli intagli murali (2009) e via dicendo.

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Un altro punto di svolta nella carriera di Mastrovito è rappresentato dalla grande mostra del 2014 alla GAMeC di Bergamo, At the end of the line (a cura di Stefano Raimondi e Sara Fumagalli)  che ha segnato l’affermazione definitiva del disegno nella sua produzione.

Mastrovito, ad oggi, è rappresentato da Wilde Gallery a Ginevra, Basilea e Zurigo e da Michela Rizzo Gallery a Venezia.  Le sue opere sono inoltre presenti in importanti collezioni pubbliche, dal Museo del Novecento e del Contemporaneo di Palazzo Fabroni (Pistoia) al Mart di Rovereto; da Villa Adriana e Villa d’Este a Tivoli alla Fondation Bullukian di Lyon; dal Museo del Novecento di Milano al Mudam del Lussemburgo, dalla Manchester Art Gallery sino all’Hudson Valley MOCA di Peekskill (NY).

Mastrovito ha inoltre collaborato – e collabora – con grandi committenze pubbliche, come ad esempio lo stadio, l’ospedale ed il comune della sua città natale. Ricordiamo inoltre i suoi recenti interventi permanenti all’interno di spazi sacri, dalla Chiesa di Papa Giovanni XXIII a Bergamo al  Foyer Catholique Européen di Bruxelles sino alla cripta della Basilica Santuario di Tortona.

Data studio visit: domenica 23 marzo 2025

Orario: dalle 14.30 alle 18

Dove: Bergamo






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