così assegni circolari nascondevano (presunte) tangenti


Aveva ricevuto assegni circolari per tentare di nascondere del denaro proveniente da un presunto giro di tangenti (mai accertato in sede processuale) indirizzate alla società dove lavorava il marito, che rilasciava certificazioni alle aziende di idoneità per partecipare ad appalti pubblici. Poi li aveva depositati sul proprio conto corrente e utilizzati per spese personali. È stata condannata a 5 anni di reclusione, con l’accusa di riciclaggio, Raffaella Bigozzi, più nota con il nome d’arte di Raffaella Bergè, attrice diventata famosa per il ruolo di Marina Kroger in CentoVetrine.

IL PROCESSO

Il lungo processo era partito oltre 10 anni fa e, infatti, per gran parte degli imputati è arrivata la prescrizione. Per le cinque persone ancora a giudizio rimaneva solo la contestazione del riciclaggio. I giudici di piazzale Clodio hanno accolto le richieste del pm: 4 assoluzioni con formula piena e una condanna a 5 anni per Raffaella Bergé.
Tutto era partito dalle indagini della procura e del Nucleo speciale tutela mercati della Finanza sulla società Axsoa. Quest’ultima doveva rilasciare dei certificati che testimoniassero l’idoneità delle aziende a partecipare alle gare pubbliche. Da lì passavano documenti che potevano portare all’aggiudicazione di appalti importanti per committenti pubblici. Secondo la ricostruzione della Procura, però, sarebbe bastato pagare, anche fino a 700mila euro, e Axsoa avrebbe fornito una falsa attestazione che avrebbe consentito la partecipazione alle gare anche senza i requisiti previsti dalla legge. Circostanza per la quale non si è comunque mai arrivati a una condanna.

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Nel 2013 erano stati arrestati in nove, compresi Raffaella Bergé e il marito, l’imprenditore Mario Calcagni, ritenuto il dominus della società. Nell’ordinanza della gip Simonetta D’Alessandro si parlava di «un collaudato e organizzato sistema, mascherato dietro l’attività di carattere pubblicistico esercitata dall’Axsoa spa, volto a vendere ai clienti della società di attestazione non già un servizio corretto ed imparziale di verifica dei requisiti e di successiva attestazione, bensì un pacchetto completo costituito dalla vendita dei requisiti di attestazione solo cartolare». Nel 2016, poi, erano state rinviate a giudizio ben 77 persone. I reati contestati erano, a seconda delle posizioni, associazione a delinquere, corruzione, falso in atti pubblici, riciclaggio, omessa presentazione delle dichiarazioni dei redditi ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. Tutto andato in prescrizione. Rimaneva in piedi solo la posizione di 5 imputati per riciclaggio, tra cui quella della Bergé, alla fine unica condannata.

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L’ASSEGNO

Come si legge nelle carte, l’attrice, «risultando beneficiaria di un assegno circolare di 200mila euro, compiva operazioni atte ad ostacolare l’identificazione della provenienza delittuosa». Nata a Roma 55 anni fa, aveva cominciato la sua carriera sul finire degli anni Novanta. La popolarità era arrivata all’inizio del 2000 con il ruolo di Marina Kroger, spietata donna d’affari nella soap opera CentoVetrine. È il ruolo che la lancia nel mondo della televisione dove continuerà a lavorare in serie come “Provaci ancora prof!” o “Gente di mare”. Nel 2012 si sposa con l’imprenditore Mario Calcagni con cui aveva avuto già una figlia. Tra gli assolti con formula piena, oltre a Calcagni, anche l’allora direttrice amministrativa dell’azienda, Daniela Equinozi, difesa dall’avvocato Paolo Gallinelli, che si è detto soddisfatto dell’esito del processo e di come l’accusa ha valutato la deposizione dell’imputata, avvenuta in aula lo scorso dicembre. Potrebbe però esserci un seguito. Infatti, gli atti sono ora stati ritrasmessi alla Procura che potrebbe decidere di riaprire il caso probabilmente per bancarotta fraudolenta, dal momento che la società Axsoa è, nel frattempo, fallita.

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