Crollo Vela Celeste, 12 le persone indagate: «Tanti Sos, zero rattoppi»


Una dozzina di nomi, si tratta di funzionari pubblici in forza agli assessorati del Comune o in seno alle partecipate di Palazzo San Giacomo. Sono i primi nomi che vengono fuori dalle indagini condotte dalla Procura della Repubblica di Napoli su una delle vicende più amare ed emblematiche della cronaca cittadina: parliamo del crollo della Vela Celeste, quella – per intenderci – che ha provocato la morte di tre cittadini e ben undici feriti (tra cui alcuni bambini).

In pochi minuti, furono travolti da un ammasso di ferro e cemento decine di residenti: rimasero privi di vita Roberto Abbruzzo (29 anni), Margherita Della Ragione (35 anni) e Patrizia Della Ragione (53 anni, madre di Roberto Abbruzzo); mentre rimasero gravemente feriti sette bambini (tra i due e i dieci anni). Era lo scorso 20 luglio, poco dopo le 22.30, a Scampia. Brutta scena: il crollo di un ballatoio corroso dalla ruggine, un ammasso di ferraglia che crolla sulla vita di diversi nuclei familiari, da un piano all’alto del colosso di viale della Resistenza.

Napoli, crollo della Vela Celeste di Scampia; 12 indagati: «Lo sgombero rimase inapplicato»

Sei mesi dopo il dramma, gli inquirenti mostrano di avere le idee chiare. Inchiesta condotta dal pm Manuela Persico, magistrato in forza al pool reati colposi dell’aggiunto Simona Di Monte, il fascicolo è ricco di particolari degni di essere approfonditi. Ipotesi di omicidio colposo plurimo, crollo colposo, sono due i punti destinati al probabile vaglio di un giudice: da un lato, il mancato sgombero dell’edificio, a dispetto di una ordinanza che risaliva addirittura al 2016; dall’altro, i mancati interventi di manutenzione e di messa in sicurezza di un edificio (o parte di esso) che risultava da tempo pericoloso per chi lo abitava.

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Le verifiche 

Una inchiesta condotta dalla Procura di Napoli, ma anche dalla Procura contabile del procuratore Antonio Giuseppone, che punta invece a verificare la questione legata alla mancata riscossione degli oneri imposti a chi risiede in una abitazione comunale. Due uffici che si parlano da tempo, quello dei pm del Centro direzionale e di via Piedigrotta, in un continuo travaso di atti e di informazioni che rappresenta la volontà di chiudere il cerchio attorno a presunte responsabilità penali e contabili.

Travasi di atti e di informazioni, in una settimana scandita dalla inaugurazione dell’anno giudiziario e dalla manifestazione di sciopero delle toghe contro la separazione delle carriere di pm e gip, che danno il senso di una sorta di accelerata. Stando a quanto risulta a Il Mattino, sono una dozzina i nomi dei soggetti indagati. Non ci sarebbero nomi di politici, ma solo di funzionari che – a vario titolo – si sono occupati della gestione di Vela Celeste. Nomi di impiegati e funzionari che hanno recepito le segnalazioni di pericolo, le denunce, ma anche la ormai famosa ordinanza di sgombero rimasta inapplicata.

È ovvio che si tratta di un primo screening investigativo da un punto di vista penale, che è suscettibile di nuove valutazioni e accertamenti. Nel corso delle prossime settimane, sarà infatti necessario mettere a fuoco ruoli e responsabilità, magari dopo aver ascoltato – questa volta alla presenza di un difensore – anche i soggetti finiti sotto il cono d’ombra di questa prima fase investigativa. Potrebbero esserci convocazioni alla luce anche degli atti sequestrati. Una mole di carte, tra ordinanze, delibere, circolari. Per non parlare del capitolo legato agli esposti dei cittadini e delle associazioni, che hanno sistematicamente segnalato pericoli di crollo all’interno della Vela Celeste.

Le mail 

Poi c’è la questione della corrispondenza interna. Un capitolo tutto da mettere a fuoco, probabilmente decisivo in questa storia. Sono diverse le mail al vaglio dei magistrati, in un rimando di soluzioni tra assessorati e uffici di Napoli Servizi (la partecipata comunale che si occupa, tra l’altro, della qualità dei servizi erogati ai cittadini) su cui è molto probabile che la Procura abbia orientato i propri riflettori.

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Una vicenda amara, culminata nei mesi scorsi nello sgombero di Vela Celeste, edificio che – giova ribadirlo – è destinato ancora a svettare nel cielo di Scampia, secondo quanto previsto nel progetto di ReStart. Tutti fuori dall’edificio pericolante, dunque, si attendono interventi di riqualificazione, anche per dare un alloggio dignitoso (con tanto di canoni mensili) ai cittadini che verranno indicati come legittimi assegnatari delle costruzioni che verranno di volta in volta edificate nella nuova Scampia. Sei mesi dopo il dramma della Vela Celeste, dunque, si attendono sviluppi in strada e nei palazzi: da un lato, il completamento del progetto di rigenerazione urbana di un pezzo di area metropolitana, anche grazie ai fondi di Pnrr; dall’altro, la richiesta di verità e giustizie sulle presunte responsabilità di un dramma annunciato da almeno otto anni.





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