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Sono molte le storie di giovani imprenditori che, con tenacia e spirito di iniziativa, riescono a trasformare un’idea in una realtà economica solida i cui fatturati poi ricadono in modo positivo su tutto il territorio.
Esempi lampanti di quel che i giovani imprenditori anche in Trentino sono in grado di fare: partire con il sogno di costruire qualcosa di grande e vedere crescere la propria attività, forte di determinazione e visione strategica.
È questo il caso di un gruppo che, partendo da un piccolo ufficio all’interno di una casa, anzi, di una camera da letto, è riuscito a crescere in modo esponenziale creando un’azienda di consulenza innovativa nel settore della sicurezza sul lavoro raggiungendo in poco tempo quasi un milione di fatturato e rispondendo alle esigenze di quasi 600 clienti.
Filippo Pataoner, 38 anni, titolare dello Studio Kompas di Rovereto e fondatore dell’azienda, decide di licenziarsi nel 2011 dal suo primo impiego per aprire una partita Iva e mettersi in gioco come libero professionista.
Decide di farlo dopo aver intrapreso il suo percorso formativo studiando all’università di sicurezza sul lavoro, tecnica della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro. Frequenta un corso pionieristico, istituito in collaborazione tra le università di Trento e Verona, in una classe ristretta di appena 20 studenti ad Ala. Nel 2010, con una solida preparazione tecnica e teorica, ha consegue la laurea, ponendo le basi per la sua futura carriera imprenditoriale.
«Inizialmente, l’ufficio era situato nella mia cameretta a Brancolino – ricorda Filippo – ma ben presto ho deciso di allargare la mia attività, trasferendomi in uno spazio più grande con il supporto di mio fratello Giacomo, che è responsabile della parte tecnica».
Nel 2014 il passo successivo, cioè la creazione di una s.r.l insieme al fratello Giacomo e a Federico Bernardi, il suo vecchio compagno di università. È in quell’anno che nasce lo Studio Kompas s.r.l, un’azienda innovativa che si specializza nella consulenza sulla sicurezza sul lavoro.
Poi nel corso degli anni la crescita esponenziale: dall’ufficio nella cameretta da letto, allo spazio di 25 metri quadrati condiviso in coworking in zona Millennium, all’apertura di un’unità locale a Borgo ed infine all’acquisto degli uffici a Rovereto in via Vittorio Veneto e a Borgo in via Roma.
L’azienda inizia a prendere piede, mentre i soci si impegnano a differenziarsi dalla concorrenza con un prodotto unico: Skeddi, un software gestionale dedicato alle aziende e alle società di consulenza.
Nel corso degli anni, l’azienda ha continuato a crescere, non solo incrementando il numero dei suoi clienti, ma anche realizzando nuovi progetti imprenditoriali. «Nel pieno della pandemia nel 2020 – racconta Filippo – abbiamo creato una piattaforma di e-learning che permette di erogare corsi di formazione a distanza».
La costante ricerca del miglioramento e l’adattabilità ai cambiamenti del mercato hanno fatto sì che Studio Kompas srl si posizionasse sulla scena regionale e nazionale come un’azienda all’avanguardia, capace di rispondere con rapidità e precisione alle esigenze dei propri clienti. «Rispondiamo al telefono pensando al domani», ci spiega Filippo, mentre ci racconta come, nonostante la giovanissima età, l’investimento in tecnologia e l’approccio dinamico hanno permesso alla sua azienda di acquisire rapidamente clienti di grande rilievo.
Con uno staff giovane e altamente motivato, Studio Kompas ha saputo affrontare le sfide del cambiamento, facendo della velocità, dell’innovazione e della qualità il proprio punto di forza.
In un contesto economico in continua evoluzione, la storia di Studio Kompas si distingue come esempio di tenacia e intraprendenza. Tre giovani imprenditori – Filippo, Giacomo e Federico – hanno saputo trasformare una piccola idea in un’impresa di successo, rivoluzionando il settore della consulenza sulla sicurezza.
Non accontentandosi dei successi iniziali, nel 2020 il team ha lanciato «Soluzione Sicurezza SRL», una nuova realtà dedicata alla formazione e-learning dove è diventata velocemente leader di mercato.
Grazie a investimenti mirati e una piattaforma tecnologicamente avanzata, l’azienda eroga oggi oltre 2.000 corsi all’anno, integrando soluzioni basate sull’intelligenza artificiale e rispondendo con prontezza alle esigenze di un mercato in rapida evoluzione. In modo proporzionale sono aumentate anche le risorse umane. Oggi dentro lo studio Kompas lavorano oltre ai 3 soci, anche 5 dipendenti e due consulenti.
La storia di Studio Kompas rappresenta un chiaro esempio di come la determinazione e l’innovazione possano trasformare sfide e limitazioni in opportunità concrete.
La capacità di anticipare le esigenze del mercato, unita a un approccio dinamico e tecnologico, ha permesso a questi giovani imprenditori di emergere in un settore competitivo, dimostrando che la passione e la perseveranza sono ingredienti fondamentali per il successo.
La loro vera storia l’abbiamo sentita dalla viva voce del fondatore Filippo Pataoner che ha risposto gentilmente ad alcune nostre domande.
Perchè nel 2010 ha scelto gli studi sulla sicurezza?
«Allora era un segmento di nicchia, uno scenario indefinito, una cosa nuova. Ho ragionato in prospettiva non perché avessi particolare entusiasmo o motivazione per il settore. Ho pensato: questa cosa non la sta facendo nessuno e chi la esegue lo fa col vecchio stile. Ho provato dare un taglio un po’ diverso».
Non ha fatto nessuna riflessione prima di licenziarsi dal suo primo impiego e aprire una partita iva?
«Nessuna riflessione. Ringrazio infinitamente l’azienda dove ho mosso i primi passi come apprendista. Già quando facevo il corso comunque dicevo agli amici che mi sarei licenziato dopo sei mesi per mettermi in proprio. La testa era quella di lavorare in proprio, la sentivo dentro di me questa strada».
Nel 2014 c’è la prima svolta vero?
«Sì certo. Passando da liberi professionisti a società di consuelnza cambiano le dimaiche organizzative e gli obiettivi. Poi con l’acquosto dell’ufficio di Rovereto e di Borgo ci siamo ulteriormente strutturati».
I prossimi obiettivi?
«Sto lavorando per creare una struttura che vada avanti senza necessariamente la presenza costante e continua di una persona, la paura è che se viene a mancare quella persona crolli il castello. Il mio obiettivo era di creare un’azienda dinamica con prodotti tendenzialmente innovativi, per questo è un dato di fatto che potesse andare avanti senza necessariamente dedicare tanto tempo all’azienda stessa. Stiamo anche lavorando per realizzare un gestionale di livello molto più alto».
Si può dire che l’arrivo della pandemia per la sua azienda sia stato strategico?
«Totalmente strategico direi. Durante il Covid noi tendenzialmente come fatturato siamo rimasti stabili, ma abbiamo aumentato i nostri contatti a dismisura. Essere giovani, nel nostro caso è stato un importante valore aggiunto perchè abbiamo usate le tecnologie innovatrici senza nessun sforzo. Con il Covid siamo stati molto elestici, abbiamo creato una nuova realtà dedicata alla formazione e-learning dove oggi siamo leader con un erogazione di oltre 2.000 corsi l’anno».
Agli inizi, per via della sua giovane età, non c’è stata diffidenza da parte dei clienti?
«Nessuno mi ha mai sbattuto la porta in faccia, tutti mi sono stati a sentire. Poi sono arrivati i clienti importanti, come Poli, Giacca impianti, Capi Group Srl, Meccanica Cainelli Srl, Menz and Gasser Spa, Manica Spa, Marangoni Spa, Finstral, Melinda, Coldiretti. Senza dimenticare Grafiche Dalpiaz, Barozzi Srl, Revolti Srl, Cantina Isera, Carpet Backing Spa, Edildrena Srl. molti consorzi autoriparatori e molti altri tutti ugualmente importanti. Oggi lo studio Kompas ha in portafoglio oltre 500 clienti».
Poi arriva la seconda svolta…
«Sì, nasce Skeddi, un software gestionale dedicato alle aziende e alle società di consulenza. L’idea è stata di mio fratello Giacomo che continuava a dire di non poter gestire le scadenze dei clienti con dei semplici fogli Excel. Grazie alla sua intraprendenza e alla provincia autonoma di Trento che ha messo a disposizione per le nuove aziende dei giovani dei contributi abbiamo cominciato a sviluppare questo gestionale solo per gestire le nostre scadenze. Poi abbiamo capito che questo programma poteva aiutare anche molti nostri clienti. Oggi Skeddi è uno strumento fondamentale per gestire il cliente. Diciamo che è stato lo spartiacque e ci ha permesso di proporre alle aziende un servizio di consulenza classico abbinato ad un software»
Lei è anche iscritto a due importanti categorie vero?
«Sì, faccio parte del direttivo dei giovani della Confcommercio e sono iscritto a Confindustria»
È anche sponsor di importanti realtà sportive Trentine….
«Sì certo. Siamo sponsor del calcio Trento e della Trentino Volley».
C’è una caratteristica della sua azienda che la rende orgoglioso?
«Molte, ma penso che la cosa più importante sia la velocità di risposta nei confronti del cliente davanti ad una sua specifica esigenza. Nel momento in cui un cliente ti chiama e tu rispondi subito tutti i servizi collegati poi vanno di pari passo. Essere dinamici oggi fa la differenza».
Tre soci per per tre settori diversi?
«È uno scenario vincente: io mi occupo della gestione dell’azienda e di alcune consulenze un po’ particolari in materia di sicurezza comportamentale, quando ci sono degli infortuni oppure quando ci sono dei procedimenti particolari. Giacomo segue i clienti un po’ più strutturati per la parte proprio di consulenza operativa, e poi c’è Federico invece, che segue l’ufficio di Borgo Valsugana».
Siete anche sulla rampa di lancio per conquistare nuovo mercati vero?
«Sì, ci stiamo lavorando. La nostra idea è quella di potenziare il software gestionale SKeddi abbinandolo anche alla formazione e-learning. Vogliamo diventare punto di riferimento nel panorama delle aziende italiane che intendono digitalizzarsi».
Immagino mettiate in conto un budget annuale per la ricerca e l’innovazione?
«Assolutamente sì. Fin dall’inizio abbiamo sempre messo a disposizione un budget per i servizi tecnologici che ormai il mercato richiede perché le normative sono in continua evoluzione. Sono sempre di più le cose da fare e vanno fatte con strumenti nuovi. Oggi senza formazione rimani indietro».
Rifarebbe tutto uguale se potesse tornare indietro?
«Sì, rifarei tutto uguale dando però una dimensione un po’ più tranquilla alla mia gestione del tempo. Quando sei giovane vuoi fare tante cose e ti sovraccarichi occupando tanto, troppo tempo che per forza devi rubare da altre parti. È come la coperta corta. Se tornassi indietro e potessi rivedere il Filippo di 10 anni fa gli direi: “fai tutto quello che hai fatto ma con più calma e rallentando su certe dinamiche”».
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