“Guerrino protagonista del salvataggio della basilica di Classe”


Trent’anni fa moriva Guerrino Ravaioli, combattente per la libertà, repubblicano fino al midollo, colui che prima della mezzanotte fra il 18 e il 19 novembre 1944 riuscì a dare al maggiore Vladimir Peniakoff, meglio conosciuto come Popski, la notizia che all’interno della basilica di Classe c’erano solo degli sfollati e non dei militari tedeschi, così che il comando inglese bloccò l’ordine di bombardare la chiesa e il campanile. Ieri pomeriggio, al circolo del Pri di Classe, la figura di Guerrino Ravaioli, morto a 77 anni, è stata ricordata nel corso di una cerimonia cui sono intervenuti la segretaria dell’Unione comunale repubblicana, Nives Raccagni e la seconda cugina di Ravaioli, Daniela Donati, che ne ha soprattutto tratteggiato la grande personalità culturale e politica “che io ho scoperto, incontrandolo per la prima volta, solo a partire dal 1985 perché i rapporti fra la mia famiglia, di fede comunista, e Guerrino, repubblicano, erano stati annullati da anni, lui era considerato una pecora nera, all’epoca accadeva spesso nelle famiglie…”.

Sul fronte politico, Guerrino Ravaioli, capo del personale alla Sarom, fu un oratore appassionante ed ebbe ruoli dirigenziali non solo a livello locale ma anche nazionale a tutti gli anni Cinquanta, anni in cui la contrapposizione fra repubblicani e comunisti era fortissima. Il contributo di Guerrini nel salvataggio della basilica, che il comando Alleato annoverava fra gli obiettivi da distruggere per via dell’alto campanile, era ben noto fin dall’immediato dopoguerra grazie anche agli scritti di don Molesi e di don Guberti, tanto che quel ruolo importante fu ben ricordato proprio sul Resto del Carlino in occasione della cerimonia del 15 maggio 1952 allorché nell’ardica della basilica venne scoperta la lapide in memoria del maggiore Peniakoff nel frattempo deceduto. E forse proprio anche per quella lapide, unitamente alla dominante narrativa di quegli anni quando difficilmente si riconoscevano le imprese dei partigiani delle formazioni diverse da quelle del Pci, il ruolo di Guerrini finì nell’ombra. Fino al nuovo secolo grazie anche al contributo di uno storico come Guido Ceroni che, destreggiandosi fra più fonti, ha condotto un’accurata ricerca mettendo ordine su quell’evento. Un’impresa non facile, che ha trovato fondamento nella lunga testimonianza resa da Guerrino Ravaioli a don Molesi.

Popski era il comandante di una importante squadra di ‘guastatori’ (la Ppa, ovvero Popski’s Private Army) che operava in parallelo all’esercito inglese. Quando gli Alleati si attestarono nel Cervese, l’ufficiale fu incaricato di compiere azioni di disturbo e di fornire informazioni sul territorio ancora in mano al nemico. E ben sapeva che l’ordine del Comando era quello di radere al suolo qualsiasi struttura che potesse offrire ai tedeschi luoghi alti di tiro e che fra queste c’erano il campanile di Classe e la chiesa stessa. Popski ottenne dal comando una dilazione fino alle 24 del 18 novembre e si recò in una casa sede di una formazione partigiana per spiegare la situazione e Guerrino Ravaioli si offrì di andare a verificare quanto sapeva e cioè che nella basilica c’era solo gente sfollata. Popski acconsentì, Ravaioli riuscì a raggiungere prima lo zuccherificio dove trovò un solo tedesco e poi la basilica, piena di sfollati. Tornò, con difficoltà, alla base del Ppa e informò Popski, appena pochi minuti prima di mezzanotte. Giusto in tempo per il maggiore di informare il comando. E la basilica fu salva. Commenta Daniela Donati: “Guerrino è stato il principale protagonista della salvezza di Classe… quante volte me lo ha raccontato dopo che avevamo riallacciato i rapporti! Un evento che è diventato storia scritta, ma passato per anni sotto silenzio; il Comune nel 2005, dieci anni dopo la sua morte, gli ha intitolato una piazza a Classe accanto alla Basilica, un riconoscimento, seppur tardivo, del suo merito; un riconoscimento pubblico che Guerrino, in vita, non aveva mai cercato, era fatto così. Pensi che la mattina della consegna della medaglia d’oro a Boldrini in piazza a Ravenna, Guerrino si tolse la camicia per darla a lui…’non vorrai mica farti premiare con quella camicia tutta sporca’ gli disse! L’ha raccontato me e a nessun altro! L’avevo convinto a scrivere le proprie memorie, ma troppo tardi, morì poco dopo”.



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