«Sui dazi Usa agiremo anche da soli». Verso la revisione del Pil


Ai dazi di Donald Trump la risposta non può essere solo europea. L’Italia potrebbe muoversi anche da sola per tutelare i propri interessi. Che sono tanti, visto che tra auto, farmaceutica e agroalimentare, generano un surplus di oltre quaranta miliardi verso gli Stati Uniti. Giancarlo Giorgetti non si scompone di fronte a chi gli chiede di commentare le mosse di Ursula von der Leyen (mi arrabbio solo quando perde il Southampton, ha detto), la presidente della Commissione europea che dopo l’annuncio di tariffe del 25 per cento da parte di Trump, ha iniziato a girare il mondo, dal Sudamerica all’India, alla ricerca di nuovi partner. «La Commissione europea esercita il suo ruolo e anzi lo deve fare», ha detto il ministro. «Poi», ha aggiunto, «noto anche che ogni singolo Paese Ue si muove anche per conto proprio. Questo è un dato di fatto». E se lo fanno gli altri, può farlo anche l’Italia. «Penso», dice ancora Giorgetti, «che (la trattativa, ndr) possa essere bilaterale».

NEL MIRINO

Tra le cose che Trump ha messo nel mirino c’è l’Iva. Una tassa che, secondo l’amministrazione americana equivale a un dazio.Trattandosi di una imposta europea però, su questo fronte l’Italia può fare poco. Dove si potrà muovere allora? L’altro tema caro a Trump è la difesa delle web company americane, da Amazon, a Apple, passando per Meta e X. Tra i primi ordini esecutivi che il Tycoon ha firmato non appena ritornato alla Casa Bianca, ce n’è uno intitolato: «Difendere le aziende e gli innovatori americani da estorsioni oltreconfine». E tra gli “estorsori”, che applicano web tax nazionali, accanto a Francia, Gran Bretagna. Austria, Spagna e Turchia, ha indicato anche l’Italia. Giorgetti ha già chiarito che nell’ultima manovra il governo ha già aggiustato il prelievo, facendo in modo che non fosse applicato solo alle multinazionali americane ma, almeno in parte, anche a quelle europee e italiane. Su questo, ha aggiunto, qualche altro aggiustamento si potrà fare.

Così come andrà capito se qualche intervento sarà possibile sul filone aperto dalla procura di Milano, che ha interpretato l’estrazione di dati fatta dalle piattaforme americane, come operazione soggetta all’Iva. Sono state per ora colpite Meta (Facebook, Instagram, Whatsapp), con una contestazione multimilionaria, e X di Elon Musk, per ora con una di soli 12 milioni. Più difficile invece, sarà intervenire sull’altro prelievo sulle multinazionali: la Global Tax del 15 per cento.

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

LA DIRETTIVA
In Italia è stata introdotta in recepimento di una direttiva Europea e a valle di un accordo Ocse dal quale Trump ha immediatamente ritirato gli Stati Uniti. Giorgetti ha sottolineato che su questo la trattativa dovrebbe rimanere in sede sovranazionale.

Sul commercio globale poi, Giorgetti ha voluto sottolineare un altro concetto. «È chiaro», ha spiegato, «che si entra in una fase storica totalmente nuova. Come ho detto al G20, ribadisco che la globalizzazione senza se e senza ma che ha alimentato anche una concorrenza sleale ai danni delle industria italiana, da parte soggetti che potevamo produrre e commercializzare senza rispettare diritti dei lavoratori e diritti ambientali, sia definitivamente chiusa».

IL CONTESTO

Il contesto globale è difficile. Non c’è dubbio. E l’Italia ne dovrà tenere conto anche nelle sue stime di crescita. Tra una settimana o poco più, ha sottolineato il ministro, «avremo i dati definitivi per il 2024» mentre per il 2025 e 2026 «dovremo sicuramente aggiornare le previsioni macroeconomiche: lo si fa ogni anno, lo dobbiamo fare a maggior ragione adesso». Il punto vero forse però è un altro. Ancora una volta l’Europa sembra viaggiare guardando nello specchietto retrovisore. Il nuovo Patto di Stabilità approvato poco più di un anno fa, e che impone un tetto alla spesa pubblica, appare già vecchio e non adatto ai tempi nuovi.

I lacci arrivano in un momento in cui l’economia ha virato verso il basso in tutta Europa (la Germania sono due anni che è in recessione) e con l’esigenza di aumentare le spese per la difesa dopo il cambio repentino di rotta americano. In questo momento servirebbero politiche espansive. E anche dal punto di vista monetario.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Dilazioni debiti fiscali

Assistenza fiscale

 





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Assistenza per i sovraindebitati

Saldo e stralcio

 

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link