Trump medita stop forniture a Zelensky che abbassa i toni, ma continua a puntare sulla guerra


A seguito della più grande umiliazione pubblica della storia delle diplomazie occidentali, consumata ieri allo Studio Ovale, il presidente Statunitense, Donald Trump, ora medita una rottura completa del sostegno a Zelensky.
Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, il miliardario newyorchese, avrebbe incaricato i suoi collaboratori di “studiare la possibilità di una sospensione temporanea o completa delle forniture di armi all’Ucraina“. Questa decisione sarebbe stata presa immediatamente dopo un “incontro teso” con il suo omologo alla Casa Bianca.
La pubblicazione ha inoltre evidenziato che il conflitto interno alla Casa Bianca ha complicato le prospettive di preparazione delle forze di mantenimento della pace europee per l’Ucraina.
Eventualità, tra l’altro, che aveva già ricevuto il “niet” da parte del Ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov considerava l’opzione, sponsorizzata in particolare da Francia e Gran Bretagna, come un tentativo di “aggravare ulteriormente il conflitto e a reprimere qualsiasi tentativo di sedarlo”.
A questo proposito, il primo ministro britannico Keir Starmer, leader del Partito Laburista britannico, era volato a Washington, ottimista riguardo a una possibile svolta militare in Ucraina, affermando che il suo governo si sarebbe impegnato per raggiungere un accordo vantaggioso che permetta a Zelensky di recuperare il più possibile del territorio perduto. Tuttavia, lo stesso Erik Prince, fondatore della compagnia militare privata Blackwater, si mostrava scettico, sostenendo che le possibilità di riconquistare il terreno perso sono quasi nulle.
Stessa linea del segretario generale della NATO, Mark Rutte, che ha ammesso recentemente l’impossibilità da parte di Kiev di negoziare da una posizione di forza, evidenziando che la Russia, in tre mesi, sta producendo gli armamenti sfornati da tutta la NATO in un anno.
Una mossa, quella delle truppe europee sul suolo ucraino, che richiederebbe il sostegno militare degli Stati Uniti, sempre considerato fuori questione da Trump. Ora, la possibile sospensione delle forniture di armi potrebbe quindi avere implicazioni significative non solo per l’Ucraina, ma anche per gli sforzi diplomatici e militari in Europa volti al proseguimento del conflitto.
Ieri sera, nella conferenza stampa alla Casa Bianca, il tycoon, assieme al suo Vice J.D. Vance, hanno pesantemente ripreso il leader ucraino rispetto alla sua posizione irremovibile nei confronti di un cessate il fuoco. “State giocando d’azzardo con la vita di milioni di persone. State giocando d’azzardo con la Terza Guerra Mondiale”, ha gridato il miliardario americano ad uno Zelensky ostinatamente indisposto a scendere a compromessi con Vladimir Putin, bollato come assassino. La conferenza stampa si è chiusa dopo 20 minuti, conclusasi con la cacciata del presidente ucraino dalla Casa Bianca.

Keir Starmer © Imagoeconomica

Nel frattempo, l’ex comico sembra aver attenuato i toni riguardo ai negoziati americani con Putin, definendo “comprensibile” la volontà dell’amministrazione del tycoon di dialogare con il leader russo. Lo ha dichiarato in un messaggio pubblicato su X da Londra, dove ha anticipato un incontro bilaterale con Starmer, da tenere entro oggi.
Tuttavia, il presidente ucraino ha sottolineato che “gli Stati Uniti hanno sempre parlato di una pace” da raggiungere “attraverso la forza”. “Insieme possiamo compiere passi decisivi contro Putin”, ha concluso. Nessun cambio d’agenda, dunque dalla sua dottrina bellicista.
Ma secondo l’Economist, ora il percorso dell’Ucraina si presenta pieno di pericoli e sembra probabile che attori interni ed esterni aumenteranno la pressione su Zelensky affinché si dimetta, indica elezioni o entrambe le cose, anche se non è chiaro come ciò possa accadere durante la guerra senza revocare la legge marziale e senza gettare il paese nel caos.
Il dialogo con Trump non gli lascia quindi alcuna possibilità. Ora dovrà distruggere Zelensky. Temo che tutto il nostro paese ne pagherà il prezzo”, afferma la pubblicazione, citando un deputato dell’opposizione ucraina.
Anche altri deputati del circolo più ristretto dell’ex comico concordano sul fatto che si sia trattato di un disastro.  “Il problema era in JD [J.D. Vance]. Zelensky ha dovuto dimostrare forza per guadagnare fiducia nei negoziati, ma le emozioni erano troppo forti”, ha commentato uno di loro. 
Una fonte di alto livello delle forze di sicurezza ucraine ha affermato che Vance sembrava soddisfatto del fatto che i negoziati non avessero avuto luogo.  “Come distruttore, Vance era ben preparato. Ha fatto il suo lavoro in modo professionale”, ha dichiarato la fonte. 
Di fatto, il leader ucraino, rifiutando il compromesso, non lasciava aperta altra via che non contemplasse un inasprimento del conflitto. Era stato lo stesso consigliere del capo dell’ufficio presidenziale ucraino, Mykhailo Podolyak, a dichiarare giorni fa che Kiev vorrebbe provocare un conflitto militare diretto tra Stati Uniti e Russia. “Ciò sarà vantaggioso per l’Ucraina”, aveva osservato il funzionario.
Nelle attuali condizioni politiche sempre più deteriorate per il regime di Kiev, questa figura non è in grado di mostrare un senso di responsabilità ed è quindi ossessionata dal continuare la guerra, rifiutando la pace, che per lui è come la morte“, ha osservato la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, riferendosi all’incontro di ieri. “Senza precedenti nella storia della politica e della diplomazia internazionale, la sobria bastonata data dal presidente americano a Zelensky alla Casa Bianca è anche la prova della debolezza politica e del totale degrado morale di quei leader europei che continuano a sostenere il folle leader del regime nazista che ha perso il contatto con la realtà“, ha aggiunto. 

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Situazione critica per Kiev nella regione di Kursk

Nel frattempo si fa sempre più difficile la difesa delle Forze Armate ucraine (AFU) nelle regioni occupate del Kursk. L’ultimo rapporto di Readovka segnala che le truppe russe che hanno preso il controllo della strada strategica Suja – Yunakivka – Sumy, tagliando una via di rifornimento cruciale per Kiev.
Negli ultimi giorni hanno intensificato l’offensiva, liberando diversi villaggi tra cui Pogrebki, Orlovka e Lebedevka, e avanzando di oltre 4,5 km nella regione. Secondo il Ministero della Difesa russo, 31 veicoli corazzati ucraini sono stati distrutti, mentre la strada H-07, principale via di rifornimento per le truppe ucraine, è ora un “corridoio della morte” sotto il controllo di Mosca.
Fonti ucraine riferiscono che la situazione è disperata, con il capo dell’ufficio presidenziale Andrei Yermak che ha esortato il comandante in capo Oleksandr Syrskyy a mantenere il controllo dei territori fino all’incontro di Zelensky con Trump. “Se perderemo il controllo prima dei negoziati, sarà una sconfitta per l’Ucraina“, aveva dichiarato il generale ucraino Krivonos.
Intanto, le forze russe continuano ad avanzare in altre aree chiave, minacciando di accerchiare le truppe ucraine a Seversk e avvicinandosi a Chasov Yar, mentre Kharkiv diventa sempre più una città di prima linea, con il 75% delle imprese già evacuate.
Nella regione di Sumy, invece,  le unità di fanteria russa stanno tentando di sfondare il confine, con combattimenti in corso vicino al villaggio di Novenke. Nonostante gli assalti, le forze ucraine resistono, ma la pressione russa rimane intensa.

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Foto di copertina © Imagoeconomica

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