La bilaterale tra presidente americano e ucraino finisce in lite: e la sinistra italiana ne approfitta per attaccare governo e premier e dispensare le immancabili “istruzioni per l’uso”
Tra Trump e Zelensky si consuma una lite senza precedenti: e la sinistra di casa nostra ci sguazza… Trump “strapazza” Zelensky? Per i soloni dem la colpa non può che essere – tanto per cambiare – di Giorgia Meloni, è chiaro. Almeno così si deduce visto che, neppure è finito il vertice di Washington che Magi, Picierno e compagnia cantante si mobilitano all’istante per convocare ancora una volta la premier, esortandola a riferire in Parlamento.
Venti minuti di lite accesa alla Casa Bianca annullano i toni di quella che sulle prime era apparsa come una occasione di dialogo possibile ma offrono all’opposizione di casa nostra di sfoderare la solita tiritera… Così, mentre nello Studio Ovale, di fronte ai giornalisti convenuti per lo storico incontro, il punto d’intesa sulla base di un compromesso possibile viene meno: e nel più veemente dei modi.
Così, con l’intesa su una possibile pace, salta anche la conferenza stampa in agenda: annullato – avverte la Casa Bianca – l’appuntamento con i media che avrebbe dovuto seguire l’incontro fra il Presidente degli Stati Uniti e il Presidente ucraino. Intanto, in casa nostra, la sinistra militante non perde tempo: e il coro improvvisato all’unisono torna a intonare le solite, stonatissime note: “E la Meloni che dice?”…
Trump Zelensky, la sinistra cavalca l’onda del dissenso
«Potrà tornare quando sarà pronto per la pace»: si conclude così il post di Donald Trump su Truth in cui il presidente americano riferisce del suo incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nello Studio ovale di Washington. «Oggi – scrive – abbiamo avuto un incontro molto significativo alla Casa Bianca. Sono state apprese molte cose che non si sarebbero mai potute capire senza una conversazione sotto una tale pressione. È sorprendente ciò che emerge attraverso le emozioni, e ho stabilito che il Presidente Zelensky non è pronto per la pace se l’America è coinvolta, perché ritiene che il nostro coinvolgimento gli dia un grande vantaggio nei negoziati. Non voglio vantaggi, voglio la Pace».
Trump-Zelensky, duro faccia a faccia: e la sinistra italiana tira in ballo governo e premier
Parole forti, quelle del presidente americano, come forti sono stati i toni usati nell’esprimerle. Toni che, pari pari, la sinistra non ha mancato di mutuare per declinare quanto accaduto Washington per attaccare – tanto per cambiare – premier e governo di casa nostra. Cambia l’angolazione, ma il mirino dei vari Picierno, Magi e compagnia cantante – e urlante – è sempre quello centrato su Palazzo Chigi. «Il bullismo di Stato di Trump&Vance nei confronti di Zelensky rappresenta il punto più basso della storia degli Usa. Il mondo libero e l’Europa agiscano senza tentennamenti: non è più tempo di giocare a nascondino, e anche per Giorgia Meloni è il momento di dire da che parte sta», ha sentenziato la vicepresidente del Parlamento Ue, Pina Picierno, sui social.
Dalla Picierno a Magi, la sinistra al delirio ci sguazza…
«Dopo quanto di inaudito è accaduto oggi nello studio ovale della Casa Bianca e il trattamento profondamente ingiusto riservato da Trump e Vance nei confronti del Presidente Zelensky, occorre che la Ue e l’Italia, con misura ma con assoluta fermezza, ribadiscano il sostegno pieno e leale all’Ucraina che si difende dall’aggressione putiniana», ha ribadito a stretto giro il deputato di +Europa, Benedetto Della Vedova.
Il quale poi ha anche sottolineato in calce: «Se Trump abdica al ruolo americano di difesa della democrazia e della libertà di un Paese sovrano e democratico, forse pensando che l’Ucraina sia lontana dai confini americani, l’Europa non può sottrarsi. Ne va del nostro futuro, del futuro della nostra sovranità. A questo punto, però, la presidente Meloni non potrà sottrarsi dal confronto con il Parlamento per chiarire qual è la posizione del suo governo, visto che sostiene giustamente la resistenza ucraina, ma che contemporaneamente cerca di coltivare un rapporto privilegiato con Trump».
Dalle opposizioni le solite “istruzioni per l’uso”
E se il segretario di Più Europa Riccardo Magi parla platealmente di «bullismo democratico» andato «plasticamente in scena nello Studio Ovale» interrogandosi retoricamente su come la pensi la premier sul punto, in una nota Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa verde e deputato di Alleanza verdi e sinistra, dopo aver bollato come «allucinanti» le parole di Trump sull’accordo siglato con l’Ucraina, definite «l’emblema dello sciacallaggio del presidente americano in nome della pace», allude senza mezzi termini «a una mercificazione inaccettabile che deve far riflettere sul ruolo che l’Europa ha assunto fino a oggi. Ora più che mai l’Unione europea è chiamata a intraprendere iniziative per la negoziazione della pace, scegliendo la via del dialogo e della diplomazia».
L’attacco di Calenda agli Usa: «Bulli»…
Nessun richiamo a governo e premier, ma una dura reprimenda al presidente americano quella che arriva infine da Carlo Calenda che, nero su bianco, a sua volta commenta: «Bulli che aggrediscono nello Studio Ovale, davanti alla stampa, un leader coraggioso che guida un popolo che difende la sua libertà dall’aggressione di un dittatore assassino. A questo sono ridotti gli Usa oggi. I leader europei dovrebbero mostrare meno compiacenza e più forza. I bulli si affrontano così», scrive il leader di Azione. E la soluzione, diplomatica o bellica che sia, sull’Ucraina, sembra allontanarsi ancora e l’opposizione ne approfitta, una volta di più, per spostare l’asse del dibattito politico di rilievo internazionale per portare avanti la sua personale guerra di “opposizione”…
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