I derivati sottoscritti dal Comune di Vittorio Veneto nel 2005 sono stati dichiarati nulli con sentenza definitiva della Corte d’Appello di Venezia. Questo il grande traguardo in ambito patrimoniale raggiunto dal Comune vittoriese dopo una lunga battaglia legale.
Come noto, la sottoscrizione, nel 2005, di due contratti di derivato, ha comportato per il Comune forti disponibilità finanziarie in alcuni anni – fino al 2015 – e forti difficoltà nell’ambito della spesa corrente per gli anni successivi fino al 2024
Dal 2022 il Comune di Vittorio Veneto ha trattenuto le somme da corrispondere all’istituto di credito e le ha accantonate in via prudenziale per un totale di circa 4.800.000 euro sulla base del positivo esito della Sentenza del Tribunale di Venezia del 13 aprile 2022.
I 4 motivi di nullità dei derivati
Anzitutto i contratti, stipulati nel 2005 e nel 2006 per il Tribunale prima e la Corte d’Appello poi. non erano sottoscrivibili da un Ente locale in base alle norme del 2003. Secondariamente, i due contratti non sono stati approvati dal Consiglio Comunale, come la corretta procedura vorrebbe.
In terzo ma fondamentale luogo, i contratti sono privi di requisiti essenziali previsti dal codice civile: in particolare per assenza di causa e indeterminatezza dell’oggetto, causa la mancata indicazione del mark to market, l’omessa esplicitazione dei costi impliciti e dei c.d. “scenari probabilistici” del contratto.
Da ultimo sono nulli perché, quanto ai costi impliciti, seppur dichiarati inesistenti, c’erano e sono stati quantificati dai tecnici incaricati dall’Amministrazione in quasi 500.000 euro.
L’opposizione negli anni
Fin dall’inizio della consiliatura nell’amministrazione Da Re nel 2009, i gruppi consiliari di minoranza Pdl e del centro sinistra, sollevano forti dubbi sulla correttezza economica dell’operazione derivati. Per anni i consiglieri chiesero alla maggioranza di approfondire alcuni aspetti critici, senza mai però trovare riscontro.
Nel 2015 ( 16 settembre ) a seguito dell’esposto fatto dal consigliere Giorgio De Bastiani, la Corte dei Conti del Veneto chiedeva a riguardo, tenuto conto dell’orientamento giurisprudenziale favorevole agli enti pubblici nel contenzioso con gli istituti di credito coinvolti in operazioni di derivati senza rispetto della normativa nazionale ed internazionale, se il comune di Vittorio Veneto avesse effettuato nel frattempo richieste di rinegoziazione e/o transazioni volte a riequilibrare le proprie controprestazioni e ridurre la propria esposizione.
Nel 2016 l’amministrazione comunale diede mandato al Dirigente del servizio competente di procedere alla predisposizione di una gara per l’individuazione di idoneo soggetto che svolgesse un’analisi dei contratti posti in essere dal Comune, ne valutasse la legittimità e affiancasse il Comune nella trattativa con la controparte bancaria Intesa San Paolo per individuare percorsi di definizione della controversia con la banca stessa.
Nel 2017, a fronte dei pesanti rilievi sulla legittimità dei derivati evidenziati dallo Studio Legale Cedrini & Zamagni, individuato come consulente, il Comune, dopo il rifiuto di Intesa San Paolo al raggiungimento di una soluzione negoziale, diede avvio al tentativo obbligatorio di mediazione, anch’esso conclusosi negativamente per indisponibilità dell’Istituto di credito.
Nel 2018 il Comune conferì quindi mandato agli Avvocati Matteo Acciari, Federico Gambini e Luca Zamagni per la promozione dell’azione giudiziale avanti il Tribunale di Venezia. Il giudizio di primo grado prese avvio nel maggio 2019 e, dopo una complessa consulenza tecnica d’ufficio, si chiuse nell’aprile 20022.
Alla luce del negativo esito della sentenza di primo grado, Intesa San Paolo ne appellò i contenuti.
La sentenza della Corte d’Appello di Venezia pubblicata il 9 settembre 2024, che aveva confermato la sentenza del Tribunale di Venezia di aprile 2022, è divenuta definitiva, perché non impugnata da Intesa San Paolo, lo scorso 21 dicembre.
Il Comune dovrà ora attendere l’esito del giudizio d’appello che riguarda la seconda statuizione del Tribunale di Venezia, che ha determinato nel dettaglio i rapporti finanziari tra il Comune e Intesa San Paolo, in modo da poter stabilire con precisione gli importi che entreranno definitivamente nel bilancio del Comune.
I commenti
Mirella Balliana, Sindaco del Comune di Vittorio Veneto: “Siamo soddisfatti di poter mettere fine a questa vicenda finanziaria e giudiziaria, che abbiamo di fatto ereditato dalle giunte precedenti. Nel corso degli anni le amministrazioni hanno subito questa vicenda, che ha inciso non poco sui bilanci delle varie giunte: ora potremo restituire ai vittoriesi, attraverso una buona gestione del patrimonio, quanto rischiava di essere perso a causa di errate valutazioni e decisioni politiche. Mi sento di ringraziare chi fin dalla prima ora ha intravisto in questa operazione di “finanza creativa” un elevato danno economico all’intera collettività, a loro va riconosciuto il merito di aver dato inizio a tutte quelle azioni politiche, condotte con tanta convinzione e perseveranza che ci hanno condotto a questa importante sentenza”
Barbara De Nardi, Assessore agli affari legali del Comune di Vittorio Veneto: “Si chiude positivamente un percorso lungo e articolato, che potrà essere anche da stimolo per altri Enti locali che abbiano stipulato contratti con analoghe caratteristiche. La Corte d’Appello, tanto quanto il Tribunale di Venezia in precedenza, ha riconosciuto la fondatezza dei rilievi formulati dai consulenti esterni individuati dall’Amministrazione, sancendo infatti come, prima di ogni altro motivo di illegittimità, tali contratti siano categoricamente preclusi agli Enti locali. Un sentito ringraziamento va a tutti coloro che, dirigenti e funzionari comunali oltre che professionisti esterni, negli anni hanno collaborato alla riuscita di un’iniziativa caratterizzata da complessità e tecnicismi di grande rilievo”
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