TRENTO. Da 70 anni palazzo Schrattenberg-Cresseri-Pedrotti, conosciuto come Saracini-Cresseri, è sede della Società alpinisti tridentini e la Sat ha celebrato questo importante anniversario e ha voluto ripercorrere la storia architettonica e di comunità in un libro.
“Una storia che non è solo cronaca di luoghi – scrive nella premessa Cristian Ferrari, presidente della Sat – ma il racconto di una comunità, un’idea condivisa di valori che si sono tramandati nel tempo, un luogo dove l’amicizia e la passione per l’alpinismo si intrecciano e continuano da oltre 150 anni”.
Un libro narrativo e illustrativo, “La Casa della Sat” è ricco di testimonianze e racconta la storia del palazzo, tra i più importanti della città, e ripercorre la storia trentina attraverso le diverse case che hanno ospitato la Società degli alpinisti tridentini.
Curato da Riccardo Decarli, responsabile della biblioteca e dell’archivio di Sat e autore di numerose biografie, “La Casa della Sat” vede la collaborazione del direttore Sat, Claudio Ambrosi, dell’architetta Giorgia Gentilini, di Andrea Petizzi, Silvia Miori, Daniela Pera, e il sostegno delle Casse Rurali Trentine.
“Il Fondo Comune delle Casse Rurali Trentine si prefigge l’obiettivo di consolidare la trentinità creando condizioni ideali per operare nel migliore dei modi al servizio delle comunità e dei territori”, così il presidente Silvio Mucchi: “Tra queste, anche la tutela e la valorizzazione dei beni storici e artistici è concretamente sostenuta dalle Casse Rurali Trentine e il Fondo ha voluto celebrare con orgoglio l’importante anniversario dei 70 anni dall’acquisto da parte di Sat di Palazzo Saracini-Cresseri”.
“La Casa della Sat” si compone di oltre 200 pagine, ricco di testimonianze fotografiche è suddiviso in cinque capitoli che ripercorrono come è nata la Sat (era il 2 settembre 1872 quando fu fondata la Società alpina del Trentino a Madonna di Campiglio per promuovere la conoscenza delle montane trentine, lo sviluppo turistico delle vallate e l’italianità del Trentino); le diverse sedi della società (Arco, Riva, Rovereto, Trento); la storia e il contributo di Giovanni Pedrotti, presidente Sat dal 1925 al 1928 (il Palazzo fu la sua residenza principale e “ancora oggi nei suoi spazi sono presenti fotografie, documenti, cimeli che riconducono a lui e agli anni in cui Sat si radicò nella comunità trentina”) ; la descrizione e la storia degli spazi del Palazzo (la facciata, le pertinenze esterne, il cavedio, la cantina, lo Spazio Alpino, l’atrio, i tre piani fino alla soffitta e alla mansarda sede del coro della Sat); i recenti restauri conservativi e di rifacimento (le porte lignee dipinte, le opere lapidee, le superfici decorate e della facciata).
“Palazzo Schrattenberg-Cresseri-Pedrotti ha subito nel tempo trasformazioni e adattamenti e questo libro non è solo la biografia di un palazzo e anche un po’ la biografia di chi lo ha abitato”, Decarli ricorda anche qualche curiosità: il Palazzo è conosciuto come Saracini Cresseri, ma i Saracini non vi abitarono né furono mai proprietari; quando ancora l’Adige scorreva in via Torre Verde, via Manci era la strada del mercato e da lì si portavano le mercanzie dalle chiatte che salivano lungo il fiume passando per l’attuale vicolo Sat; il Palazzo aveva dei portici che vennero abbattuti quando venne allargata la strada; il Palazzo in origine era molto più grande, si affacciava su via Manci fino a via Torre Verde.
“Per definizione la casa è il luogo di riferimento per eccellenza di ciascuno di noi e Palazzo Schrattenberg-Cresseri-Pedrotti, da 70 anni la casa della Sat, non fa eccezione”, aggiunge l’assessore Simone Marchiori. “Qui si sono intrecciate e si intrecciano ancora oggi le vite, le testimonianze e le esperienze di tantissimi alpinisti e associati. Racconti racchiusi nei volumi della biblioteca che conta un prezioso volume in più, incentrato proprio sulla storia e sulle persone che hanno abitato il palazzo divenuto casa della Sat”.
A portare il saluto del Comune di Trento, Monica Baggia, assessora all’ Urbanistica e Sviluppo economico. “E’ davvero importante la pubblicazione del volume dedicato alla storia di Palazzo Schrattenberg-Cresseri-Pedrotti e alle persone che hanno trasformato queste antiche mura nella casa della Sat. Quando è nata, nell’immediato secondo dopoguerra, l’associazione era l’antitesi di tutto ciò̀ che il periodo precedente aveva rappresentato. La Sat promuoveva quella socialità̀ spontanea che, nel Ventennio fascista, era praticamente abolita. La Sat si riappropriava della natura violentata dalla guerra, delle montagne che prima erano un ambiente insicuro e dunque impraticabile. La Sat rappresentava, nel 1947, l’emblema stesso della pace. Poi, nel corso degli anni, l’associazione è cresciuta diventando non solo una scuola di socialità̀, non solo un’accademia della montagna, ma anche un motore di attività̀ per la difesa, la promozione, la conoscenza di quell’ambiente montano in cui è immersa la città di Trento. La storia di Palazzo Schrattenberg-Cresseri-Pedrotti è dunque un pezzo importante della storia della città: grazie a chi l’ha raccontata e pubblicata in questo bel volume”.
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