Tutti i BTP e i BOT in arrivo a marzo 2025. Il calendario delle aste dei Titoli di Stato


In arrivo nel mese di marzo 2025 nuove aste del Tesoro aventi per oggetto BTP, BOT, BTP Short e BTP€i.

Non sono previste al momento emissioni di nuovi BTP Retail, dopo il mese caldo di febbraio, in cui il ministero dell’Economia e delle Finanze guidato da Giancarlo Giorgetti ha collocato sul MOT il BTP Più, quinta edizione del BTP Valore.

Il collocamento del nuovo titolo di Stato rivolto esclusivamente alla platea degli investitori retail, ma con la novità del rimborso anticipato, è partito lunedì 17 febbraio 2025, per concludersi in data venerdì scorso 21 febbraio 2025 quando, al termine del collocamento, il Tesoro ha anche fatto la storia dei BTP Valore, annunciando per la prima volta, per questa categoria di titoli, la decisione di ritoccare al rialzo i tassi cedolari minimi garantiti.

In tutto, con il BTP Più il Tesoro ha raccolto una somma pari a quasi 15 miliardi di euro.

Aste BTP e BOT a marzo 2025

Di seguito il calendario delle emissioni di BTP, BOT, BTOP Short e BTP€i che il Tesoro lancerà nel mese di marzo 2025.

  • Mercoledì 12 marzo 2025: Asta BOT.
  • Giovedì 13 marzo 2025: Asta Medio-Lungo .
  • Mercoledì 26 marzo 2025: Asta BTP Short – BTP€i.
  • Giovedì 27 marzo 2025: Asta BOT.
  • Venerdì 28 marzo 2025: Asta medio-lungo.



Il calendario delle aste dei titoli di Stato del Tesoro del mese di marzo
Le date in cui il MEF emetterà nuovi titoli di Stato italiano nel mese di marzo. Il calendario prevede emissioni di BOT, BTP a medio-lungo termine, BTP Short Term e BTP€i.




Aste BOT marzo 2025

Si parte ufficialmente mercoledì 12 marzo 2025 con la prima asta del mese dei BOT.

Contabilità

Buste paga

 

La seconda asta dei BOT è prevista per giovedì 27 marzo 2025.

Va ricordato che i BOT, o anche Buoni Ordinari del Tesoro sono titoli a breve termine, dunque con una durata non superiore a 1 anno, privi di cedole.

Il rendimento è dato dallo scarto di emissione, (ovvero dalla differenza tra il valore nominale ed il prezzo pagato).

Nel corso del 2024 le emissioni di BOT sono risultate pari a circa 171 miliardi di euro.

Per l’intero 2025, riguardo al comparto BOT, i titoli con scadenza a 12 mesi e quelli con scadenza 6 mesi saranno offerti mensilmente e rispettivamente nelle aste di metà e fine mese.

Nelle Linee Guida di Gestione del Debito pubblico, il Tesoro ha specificato che, con riferimento a collocamenti supplementari dei BOT, così come nel corso del 2024, le quote delle riaperture riservate agli Specialisti continueranno nel 2025 a essere di norma pari al 10% dell’ammontare nominale offerto nell’asta ordinaria.

Tuttavia, la quota da assegnare ad ogni operatore in proporzione a quanto sottoscritto nelle aste precedenti scende dal 5% al 2,5%, mentre la quota legata alla performance sul mercato secondario sale dal 5% al 7,5%.

Eventuali variazioni alla quota del 10% per i collocamenti supplementari dei BOT saranno valutate di volta in volta sulla base delle condizioni di mercato e della domanda espressa dagli operatori, e anche per finalità di gestione del debito, sempre in linea con l’esigenza di ottimizzare i volumi complessivamente emessi su questo segmento.

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Nelle Linee Guida è stato specificato anche che, nel corso del 2025, per quanto riguarda il comparto BOT, i titoli con scadenza a 12 mesi e quelli con scadenza 6 mesi saranno offerti mensilmente e rispettivamente nelle aste di metà e fine mese, il che significa che il primo BOT che sarà offerto in asta a marzo avrà una scadenza a 1 anno.

Per quanto riguarda l’offerta dei BOT a 3 mesi, delle riaperture di BOT in circolazione e dei BOT con scadenza flessibile, il Tesoro ha puntualizzato che, nel caso in cui le esigenze di cassa lo rendessero necessario, questi Buoni ordinari del Tesoro potranno essere proposti indifferentemente nelle aste di metà o di fine mese.

La modalità di svolgimento delle aste resterà immutata: per i BOT si manterrà la tipologia di asta competitiva sul rendimento.

Le emissioni dei BOT, ha precisato il MEF, saranno complessivamente in linea con i rimborsi in scadenza, (attualmente pari a 130,5 miliardi di euro, a cui dovranno aggiungersi gli eventuali rinnovi dei titoli semestrali emessi nel corso del 2025), e saranno tali da assicurare una liquidità sufficiente per ciascun titolo sul mercato secondario.

Di norma gli operatori potranno presentare, per ciascun titolo offerto, fino a cinque richieste espresse in termini di rendimento.

Vale la pena di sottolineare che, nel mese di febbraio appena giunto a conclusione, il Tesoro ha riaperto le aste di 2 BOT in scadenza a 75 e 153 giorni.

Riaperti in particolare i termini di sottoscrizione il titolo con scadenza a 75 giorni con codice ISIN IT0005595605, con data emissione 14/05/2024 e scadenza al 14/05/2025 e il BOT con data emissione e scadenza rispettivamente al 31/01/2025 e al 31/07/2025, con codice ISIN IT0005633786. Occhio ai rendimenti.

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Il Tesoro riapre le aste di 2 BOT in scadenza tra 75 e 153 giorni. Quanto rendono?

Asta Medio-Lungo marzo 2025

Il MEF ha fissato le aste medio-lungo per le date del 13 e del 28 del mese.

Le aste a medio-lungo hanno per oggetto le emissioni dei BTP, Buoni del Tesoro Poliennali, titoli di Stato a medio-lungo termine, con una cedola fissa pagata semestralmente.

Nel 2024 il MEF ha lanciato emissioni di titoli a medio-lungo termine per un totale di poco inferiore ai 377 miliardi di euro, di cui 16 in concambio. Di conseguenza, le emissioni al netto dei concambi sono state pari a 361 miliardi di euro.

Per il 2025 il Tesoro, considerando i prestiti del pacchetto NGEU e dell’attività di gestione delle disponibilità di cassa, stima emissioni lorde complessive di titoli a medio lungo termine in un intervallo compreso tra i 330 ed i 350 miliardi di euro, dunque in riduzione rispetto a quelle del 2024.

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In generale, nel corso di questo anno, alla metà del mese verranno emessi i BTP a 3 e 7 anni e, a seconda delle condizioni, il Tesoro offrirà anche uno o più BTP a lungo termine sulle scadenze a 15, 20, 30 o 50 anni.

Nelle aste di fine mese, invece, sarà la volta dei BTP a 5 e 10 anni insieme ai CCTeu, questi ultimi non offerti nel mese di marzo.


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Asta BTP Short – BTP€i di marzo 2025

Ancora prima dell’asta avente per oggetto i BTP di medio e lungo termine mercoledì 26 marzo 2025 sarà il turno dell’asta BTP Short – BTP€i.

I BTP Short Term sono Titoli di Stato con cedole fisse semestrali e durata compresa tra 18 e 36 mesi, mentre il BTP€i è un BTP indicizzato all’inflazione europea, praticamente un Titolo di Stato che fornisce all’investitore una protezione contro l’aumento del livello dei prezzi.

Come spiega il Tesoro, nel caso dei BTP€i, sia il capitale rimborsato a scadenza sia le cedole pagate semestralmente sono rivalutati sulla base dell’inflazione dell’area euro, misurata dall’Eurostat attraverso l’Indice Armonizzato dei Prezzi al Consumo (Iapc) con esclusione del tabacco.

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Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha già reso noto che nel corso del 2025, continuerà ad offrire con regolarità i BTP Short Term nel ciclo d’asta ordinario di fine mese, insieme ai BTP indicizzati, precisando che, nel corso dell’anno, si assisterà tuttavia a una diminuzione graduale del peso dei BTP Short Term sul totale delle emissioni, con una conseguente ridistribuzione dei volumi sulle scadenze di medio termine.

In quest’ottica, gli importi che saranno collocati nel 2025 potranno essere inferiori rispetto a quelli del 2024 e “le emissioni nette sul comparto potranno risultare marginalmente negative”.


Dopo il BTP Più arriva il BTP Short Term e il BTP a 10 anni indicizzato all'inflazione

Così come avvenuto negli ultimi anni, il Tesoro ha sottolineato che i BTP Short Term potranno essere oggetto di eventuali operazioni di riacquisto, nel corso del 2025, (sia in via diretta che mediante concambi), con l’intento di contenere l’ammontare in scadenza nel prossimo biennio.

Per quanto riguarda i BTP indicizzati all’inflazione, nelle Linee Guida di gestione del debito pubblico per il 2025 il Tesoro ha scritto che anche quest’anno continuerà a offrire questi titoli di Stato con regolarità, tenendo in considerazione gli sviluppi del contesto macroeconomico e della domanda, così come l’andamento complessivo di questi titoli a livello europeo, oltre che alla “prevista e progressiva uscita dagli indici di mercato di alcuni titoli con scadenza nel 2026”.

La possibilità di introdurre nuovi benchmark sarà valutata tenendo in considerazione le condizioni dei singoli titoli che sono già in circolazione, sia in termini di flottante raggiunto da ciascuno di essi che in termini di vita residua, mentre la modalità di collocamento dei nuovi titoli con durata pari o maggiore a dieci anni sarà, come di consueto, il sindacato di collocamento.

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Il Tesoro ha precisato che, nel caso in cui dovesse decidere di lanciare nuovi benchmark, sulla base dei riscontri di mercato e delle esigenze di un’ottimale gestione dei flussi di cassa, valuterà l’opportunità di adottare cicli cedolari diversi dall’attuale ciclo maggio-novembre.


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