Crisi Beko, monta la protesta: «Si rischia una catastrofe»


La manifestazione di stamattina a Fabriano

Anche l’amministrazione comunale di Matelica si schiera al fianco dei lavoratori della Beko. Stamattina a Fabriano si è svolta una manifestazione per dire no ai tagli annunciato dalla multinazionale, tagli che avrebbero coinvolto anche parte dei dipendenti attivi nelle sedi di Fabriano, dove lavorano anche diversi matelicesi.

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Il sindaco di Matelica Denis Cingolani

Alla manifestazione erano presenti il sindaco Denis Cingolani, il presidente del consiglio comunale Sauro Falzetti e l’assessore Filippo Maria Conti, oltre al presidente della Regione Francesco Acquaroli, al vescovo Francesco Massara e ad altri parlamentari, europarlamentari, consiglieri regionali e sindaci della zona. «In un territorio già colpito dal sisma e da altre crisi occupazionali del settore industriale – ha spiegato Cingolani – la perdita di eventuali altri posti di lavoro sarebbe una catastrofe non solo per quanto riguarda direttamente la Beko, ma anche per tutto l’indotto che gira intorno a questa azienda. Un problema non solo, dunque, per il territorio fabrianese, ma anche per quello matelicese. Esprimo tutta la mia vicinanza ai lavoratori e massimo sostegno a sindacati, Comune di Fabriano e Regione Marche che si sono attivati in tutti i tavoli istituzionali. È fondamentale salvaguardare questi importanti posti di lavoro».

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Anche Acquaroli si è schierato al fianco dei lavoratori. «Bisogna restare uniti e coesi nella difesa del lavoro degli impiegati e degli operai, delle sedi e dei siti produttivi della nostra regione – ha detto il presidente della Regione – siamo al fianco dei lavoratori per la tutela dell’occupazione e di un distretto che ha fatto la storia della manifattura marchigiana e italiana nel mondo. Un patrimonio che difenderemo restando compatti.

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Il presidente della Regione Francesco Acquaroli

Siamo qui per ribadire il nostro impegno e la nostra solidarietà di fronte a una crisi grave e preoccupante. La trattativa sul piano industriale prosegue senza sosta: ora è cruciale la salvaguardia del settore impiegatizio di Fabriano e di quello della Ricerca e sviluppo, la cui tutela è essenziale per il distretto marchigiano e dell’intero Centro Italia. Questi siti rappresentano la storia dell’industria e siamo certi che possano avere un ruolo strategico per la Beko su scala europea ed anche globale. Per questo, continuiamo a lavorare insieme al Governo ed il Mimit affinché si costruisca una soluzione sostenibile. Li ringraziamo per i passi avanti finora compiuti e per il grande impegno da subito dimostrato in questa vertenza di cui hanno compreso la portata per il nostro territorio. Gli esuberi non sono accettabili: ci aspettiamo che Beko riveda il piano industriale garantendo una prospettiva concreta per questo territorio. Il Governo e la Regione sono pronti a mettere in campo politiche attive per sostenere l’occupazione, ma questo distretto e il patrimonio che esso rappresenta ed esprime per noi è irrinunciabile e ha ancora tantissimo da dare a livello globale». Rivolgendosi a sindacati e istituzioni, tra cui i sindaci dei territori coinvolti, ha poi concluso. «Vi ringrazio per la compattezza fin qui dimostrata: il nostro primo obiettivo è combattere per migliorare ulteriormente il piano industriale, salvaguardando tutti i posti di lavoro, che il distretto non sarebbe in grado di riassorbire, e garantendo competitività. Restiamo uniti: la nostra manifattura ha un grandissimo valore che continueremo a far valere in ogni sede».

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Il Pd marchigiano a Fabriano

Sul posto anche una delegazione del Pd marchigiano, con in testa il candidato alle regionali in pectore Matteo Ricci e presenti anche i maceratesi Irene Manzi, deputata dem, e Romano Carancini, consigliere regionale. «Abbiamo voluto essere per ribadire la necessità di interventi volti a tutelare le Marche dai sempre più marcati processi di deindustrializzazione che stanno cancellando migliaia di posti di lavoro – ha rimarcato la capogruppo in Regione Anna Casini – crediamo che la vertenza Beko, diventata un simbolo di questa battaglia, debba raccogliere intorno a sé tutta la società marchigiana. Lo stallo del confronto tra le parti, con la conferma di 225 esuberi tra gli impiegati di Fabriano e 68 tra gli operai di Melano, è per noi fonte di grande preoccupazione, specialmente se consideriamo che a essere colpito dai licenziamenti è anche il settore ricerca e sviluppo. Ciò, purtroppo, sembra anticipare un disimpegno totale dell’azienda che porterebbe a un drammatico peggioramento delle prospettive future circa il mantenimento della produzione. C’è il rischio di dare un ulteriore pesante colpo a questo territorio che da molti anni subisce un’emorragia inarrestabile di posti di lavoro e peraltro vive tutte le contraddizioni e le difficoltà delle nostre aree interne e delle conseguenze del sisma del 2016».

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Il vescovo di Fabriano-Matelica Francesco Massara

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