gli appalti con la Difesa e il ruolo dell’imprenditore amico di Crosetto


L’imprenditrice Ranzato e l’ad di Sogei sono indagati per concorso di tentato peculato nel fascicolo sulla società controllata dal Tesoro. Commesse milionarie anche con la Difesa. Interrogato come persona informata dei fatti Carmine Saladino di Maticmind, vicino al ministro. Le accuse di uno degli indagati

Appalti sospetti, mazzette e relazioni pericolose. L’inchiesta della procura di Roma che a fine anno ha scoperchiato un sistema «corruttivo» in grado di minare il cuore dello Stato si allarga. Non solo Sogei, la società controllata al cento per cento dal Tesoro.

C’è anche Deas nello sviluppo dell’indagine dei pm capitolini. E cioè l’azienda “stella” della cybersicurezza, guidata dall’imprenditrice di origini venete Stefania Ranzato, oggi indagata insieme all’ad di Sogei, Cristiano Cannarsa, nello stesso procedimento. Entrambi sono accusati di concorso per tentato peculato: sotto la lente degli investigatori c’è «la proposta di fornitura da parte di Deas di una piattaforma per la gestione di un sistema documentate per oltre un milione e mezzo di euro, progetto in realtà realizzabile dalle strutture interne di Sogei con un costo non superiore a 200mila euro».

Per gli inquirenti, a leggere il decreto di perquisizione, i due sarebbero stati intenzionati ad «appropriarsi dell’importo corrispondente alla differenza tra i valori sopraindicati».

Martedì sono dunque scattate le perquisizioni e i sequestri dei vari dispositivi elettronici: sia nella sede di Sogei e Deas, sia nelle abitazioni private di Cannarsa e Ranzato. Il primo in una nota ha sottolineato di essere «sereno», mentre la seconda, contattata da Domani, ha preferito non rispondere.

Fondamentali per i nuovi sviluppi dell’indagine gli interrogatori resi ai magistrati dall’ex numero due di Sogei, Paolino Iorio, arrestato a ottobre 2024. Uno degli interrogatori, più in particolare, sembra decisivo. L’ex manager infatti riferisce ai pm di rapporti privilegiati tra Sogei e Deas. «Cannarsa tendeva ad avvantaggiare Deas per lo sviluppo della cybersecurity – si legge nel verbale – Seppi a settembre (…) che su richiesta di Cannarsa avrebbe dovuto fare un contratto con Deas per l’importo di un milione e 600 mila euro per realizzare un prodotto che poteva essere realizzato con non più di 200 mila euro».

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È così che l’ex manager si insospettisce. «Cannarsa chiese anche di istituire un gruppo per avere sicurezza in rete attraverso personale di Deas», continua Iorio che parla anche di «vari messaggi per favorire la Deas, tra cui un messaggio su un subappalto da dare alla Deas a luglio 2024».

Tutti gli appalti

Ma Ranzato ha fatto buoni affari non solo con Sogei. Deas dal 2021 a oggi – tra raggruppamenti di imprese o accordi quadro – ha stipulato 17 contratti con la società del ministero delle Finanze. E 14 con Consip dal 2020 al 2023 e cioè nello stesso arco di tempo in cui Cannarsa vi ricopriva il ruolo di amministratore delegato.

Intanto, come rivelato da Domani alcune settimane fa, Deas è “amata” anche all’interno del ministero della Difesa. La società tra il 2023 e il 2024 ha ricevuto 5,4 milioni di euro da Teledife, la sigla della direzione informatica, telematica e tecnologie avanzate del ministero della Difesa. 

La società di Ranzato si è anche occupata della realizzazione del Polo cibernetico all’interno di una struttura della Marina, a Roma, guidata dal capo di Stato maggiore Enrico Credendino. Sempre  per la Marina ha svolto lavori per due milioni di euro, nell’ambito di accordi quadro. E sempre attraverso la direzione di intendenza della Marina ha pure ottenuto affidamenti per circa 480mila euro.

L’amico del ministro dai pm

Così bilanci positivi e ricche commesse pubbliche, sempre in base a quanto ha rivelato questo giornale, convincono Ranzato a provare a capitalizzare vendendo la società. Fincantieri rifiuta. E a farsi avanti sarebbe Maticmind, società specializzata in cybersicurezza e fondata da Carmine Saladino, che a Domani ha dichiarato di «aver firmato ieri sera un exit dalla società».

In realtà dagli atti societari risulta ancora socio. Saladino è molto amico del ministro della Difesa Guido Crosetto e del suo testimone di nozze, Giancarlo Innocenzi Botti (in passato nel cda di Matimind). Gli altri soci di Maticmind sono il fondo Cvc e Cdp Equity. Da quanto risulta a Domani, mentre Cvc era pronta a fare un’offerta a Ranzato, Cdp avrebbe espresso parere negativo bloccando l’operazione, non convinta dai fondamentali di Deas.

Anche Iorio in sede di interrogatorio ha parlato dei movimenti attorno a Deas. «Credo che Cannarsa – dichiara Iorio – stesse dando una mano alla Deas (facendogli aumentare il fatturato grazie ai contratti con Sogei) per farla acquisire da Maticmind di Saladino o da altri, a condizioni favorevoli ai titolari: posso dire questo perchè in un primo momento Cannarsa mi diceva di non fare lavorare Maticmind per poi chiedermi, dopo poche settimane, se avessimo personale Maticmind in Sogei, chiedendomi di essere meno aggressivo e rigido nei loro confronti».

Nei verbali c’è anche il racconto di un pranzo a cui Iorio partecipa insieme agli ex vertici di Sogei e allo stesso Saladino. È il 2023. «Elogiarono Maticmind cercando di accreditarlo ma io affermai che lo stesso avrebbe dovuto passare per le gare Consip come tutti i fornitori», dice Iorio. Che in un secondo momento aggiunge: «In realtà l’intenzione era solo quella di presentarci».

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Sui fatti di Deas e Sogei, sempre in base a quanto risulta a Domani, Saladino è stato sentito dal pm di Roma come persona informata dei fatti. Agli atti c’è d’altronde un’intercettazione del 18 giugno 2024 in cui uno degli indagati dell’inchiesta Sogei, l’ufficiale della Marina Antonio Angelo Masala, riferisce al proprio interlocutore che Rossi (Massimo, arrestato a ottobre) e Saladino «si stavano incontrando in quanto Cannarsa stava spingendo entrambi a procedere all’acquisizione della Deas spa riferibile alla “fidanzata” di Cannarsa». Una circostanza smentita da Saladino ai magistrati che, comunque, stanno cercando di far chiarezza sui rapporti tra quest’ultimo e, appunto, Rossi, tra i principali indagati nel fascicolo Sogei.

L’inchiesta ha il suo culmine il 15 ottobre quando Iorio viene arrestato in flagranza per corruzione. Tangenti e incroci pericolosi che portano a iscrivere nel registro degli indagati anche un manager di Tim e di Ntt Data e, ancora, l’ex hacker Andrea Stroppa, meglio noto come l’uomo di Elon Musk in Italia.

Tra gli indagati dell’inchiesta romana c’è, come detto, Masala: l’ufficiale distaccato presso il sesto reparto dello stato maggiore della Difesa è accusato di aver ricevuto denaro in cambio dell’aggiudicazione di una gara da 180 milioni di euro all’impresa di Rossi.

In base a quanto apprende Domani, nella rete di conoscenze dell’ufficiale figura anche Stefania Ranzato. Insieme alla sua Deas, sulla quale l’indagine è solo all’inizio.

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