L’Unione Europea rischia di diventare ostaggio della guerra ibrida russa. L’esperto Pierguido Iezzi lancia un appello per una difesa digitale più coordinata e forte
La decisione della Casa Bianca, seguita al confronto tra Donald Trump e Volodimir Zelensky, di ordinare al Cyber Command degli Stati Uniti di cessare le azioni offensive verso la Russia, ha immediatamente avuto ripercussioni sull’Europa. Con l’aumento degli attacchi informatici provenienti dal Cremlino, l’Europa appare ora più esposta a minacce nel cyberspazio. L’esperto di cybersecurity Pierguido Iezzi lancia un avvertimento: “Il re è nudo”, riferendosi alla fragilità digitale dell’Unione Europea di fronte a questa guerra per procura condotta dalla Russia.
Effetti immediati del passo indietro Usa
L’interruzione delle offensive cyber statunitensi sta già causando un aumento esponenziale degli attacchi informatici verso i paesi europei, in particolare contro enti locali, amministrazioni centrali e settori critici come finanza e trasporti. Iezzi sottolinea che gli Stati europei, tra cui l’Italia, stanno subendo un’ondata di attacchi DDoS che mirano a destabilizzare le infrastrutture. “Questi attacchi non solo paralizzano temporaneamente i siti, ma fanno parte di una strategia più ampia di guerra ibrida orchestrata dal Cremlino”, aggiunge Iezzi.
La guerra per procura nel cyberspazio
Nella guerra cibernetica, Mosca può contare su gruppi come “Noname057”, che agiscono come pedine della guerra per procura. Questi gruppi conducono attacchi DDoS, ma anche operazioni di ransomware e spionaggio avanzato, capaci di danneggiare gravemente il tessuto economico e produttivo europeo. Le cyber offensive russe sono progettate per essere difficilmente attribuibili direttamente al Cremlino, il che le rende strumenti di pressione politica e destabilizzazione.
Cyber attacchi: da DDoS a ransomware e spionaggio
I gruppi di hacker affiliati alla Russia utilizzano strumenti diversificati per danneggiare l’Europa: dai DDoS, che bloccano temporaneamente i siti, agli attacchi ransomware, in grado di paralizzare interi settori economici. Altrettanto pericolosi sono i wiper, capaci di distruggere interi database, e le operazioni di disinformazione, che mirano a manipolare l’opinione pubblica europea. L’Europa si trova a combattere anche contro gli APT (Advanced Persistent Threats), gruppi di hacker che infiltrano i sistemi informatici per sottrarre informazioni classificate.
La strategia europea per difendersi nel cyberspazio
Di fronte a una situazione di crescente instabilità digitale, Pierguido Iezzi sostiene la necessità di creare una difesa cyber europea integrata. L’idea proposta dal Ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, di istituire una “Forza Armata Cyber” risponde all’urgenza di costruire un sistema di difesa contro gli attacchi informatici statali e non. Una tale forza, secondo Iezzi, non solo fornirebbe una rapida risposta agli attacchi, ma costituirebbe anche un deterrente contro future aggressioni digitali.
Tuttavia, affinché l’Europa sia davvero efficace, occorre rivedere le normative sulla condivisione delle informazioni di sicurezza. Le attuali regole dell’Ue che delegano la sicurezza nazionale ai singoli Stati impediscono una vera integrazione delle difese cibernetiche. Solo superando queste limitazioni l’Unione potrà costruire un sistema di intelligence condiviso e coordinato, in grado di rispondere prontamente a qualsiasi minaccia.
Un’Europa federale: la necessità di una risposta coesa
Il disimpegno degli Stati Uniti, che per decenni hanno rappresentato il principale pilastro della difesa occidentale, obbliga l’Europa a riorganizzarsi. Iezzi vede in questa crisi una possibilità per l’Europa di rafforzarsi e diventare una vera unione federale, superando le divisioni tra i singoli Stati. “Ogni crisi è un’opportunità: se ieri la sfida era la pandemia, oggi è difendersi dalla guerra ibrida del Cremlino. Ne va della nostra libertà”, conclude Iezzi.
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(con fonte AdnKronos)
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