Cultura – Storie di donne che sfidano i pregiudizi nel mondo del vino, celebrando la festa di sabato prossimo con un evento di sostegno e condivisione. Ecco tutti i dettagli
L’intraprendenza è Donna.
È generosa.
È solidale.
E si scorre tutta da un calice di vino.
Lidia Poet nel 1920, all’età di 65 anni, diventa ufficialmente la prima donna d’Italia ad essere ammessa a pieno titolo nell’Ordine degli Avvocati, in un’epoca contrassegnata dalla convinzione che le questioni di diritto non si confacciano alla sensibilità uterina di una donna.
Anna Allavena, nel 1935, diventa la prima portalettere di Lizzanello, dopo aver compiuto il gesto “rivoluzionario” di partecipare ad un concorso indetto dalle Poste.
Ma non soltanto nelle lettere, nelle discipline umanistiche e negli uffici, le donne si impongono con la loro colorata tenacia e quel piglio di cocciuta determinazione che le fa sfidare ogni pregiudizio, anche nel mondo artigianale e imprenditoriale, come quello del vino.
Nonostante, infatti, il mondo dei vignaioli sia un ambiente agricolo e, come tale storicamente a prevalenza maschile, qualcosa, anzi più di qualcosa, in termini di quote rose, si muove.
Nelle cantine di tutta Italia, ed in particolare in quelle della nostra terra Ciociara, si può osservare, vivida in tutta la sua capacità lungimirante, la traccia delle donne che sono a capo e presiedono importanti realtà vinicole, creando connessioni che spaziano dalla letteratura alla moda, dall’arte all’impegno sociale.
Hanno tutte l’esempio, più antico nel tempo, di Maddalena, detta “La Grisa”, quella,per intenderci , della “Grisa Brut “ e della “Grisa Brut Rose”, capostipite della famiglia vinicola degli Sparici Landini, che nel 1963 piantò le prime barbatelle e già volava da una parte e l’altra del mondo per promuovere i suoi vini.
Il settore si è così implementato nel corso del tempo , che a raggruppare e rappresentare le donne c’è una realtà specifica, ossia quella dell’ Associazione Nazionale delle donne del vino, nata nel 1988, con oltre 900 associate tra produttrici, ristoratrici, enotecarie, sommelier, giornaliste ed esperte del vino.
Non si poteva, quindi, non celebrare, proprio l’ 8 marzo, questa commistione affascinante fra la cura della vigna, il suo frutto e l’attenzione femminile, a riprova che le donne sanno conquistare ogni settore e sapranno anche incantare i presenti all’evento che si terrà sabato 8 marzo, dalle 10:30 fino al pomeriggio, presso Palazzo Tronconi, ospiti del produttore vinicolo Marco Marrocco, dove le produttrici Maria Ernesta Berucci, Patrizia Patini e Darya Longinenko racconteranno la loro esperienza, le sfide che hanno contraddistinto il loro ingresso nel mondo vinicolo e quelle che ancora oggi affrontano per resistervi con successo e gratificazione.
L’evento è stato promosso, ideato ed organizzato dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Cassino ( Presidente Avv. Giuseppe Di Mascio), in particolare dalla Commissione creata all’interno dello stesso, “Caffè giuridico letterario”, presieduta dalla Presidente Avv. Grazia Maria Sacco, unitamente al Comitato pari opportunità, con l’Avv. Diego Troiano e la Fidapa, Sezione di Cassino, nella persona della sua Presidente Avv. Maria Barbara Gradini.
Lo scopo è quello di indagare il mondo vinicolo dal punto di vista delle esperienze e dei racconti delle produttrici, con un approfondimento alla legislazione vinicola, grazie all’intervento delle relatrici Avvocate Bruna Toti e Sara Simone, ma anche quello di creare una rete di supporto attorno a quelle donne meno fortunate, che ancora non hanno avuto il coraggio di autodeterminarsi e vivono in contesti di violenza e prevaricazione.
Per questo l’evento si comporrà di un brunch, parte della cui quota verrà devoluta al progetto “Valigia salva mamma”, che verrà presentato dal Presidente del Consorzio dei Comuni del Cassinate per i servizi sociali, Dott. Simone Costanzo, e che si sostanzia nell’offrire un piano di emergenza a quelle donne che devono fuggire via da contesti violenti in condizioni di immediatezza, tale da non avere con sé neppure beni di prima necessità, quei beni che, appunto, sono contenuti nella valigia messa loro a disposizione, contenente una sorta di kit di beni essenziali.
Perché le donne che emergono nel mondo del lavoro hanno in sé anche e sempre una visione generosa del mondo e della società, tale per cui nessuna viene lasciata indietro e a tutte viene offerto quel soccorso indispensabile per iniziare a pensare che la vita ben può essere ispirata dal coraggio di realizzarsi e, quindi, di liberarsi da ogni retaggio che le tenga ostaggio di violenza ed umiliazione.
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