Nocciolo, in Piemonte la fioritura 2025 fa ben sperare


(Foto di Antonio Marino)

Dopo un 2024 disastroso primi segnali incoraggianti dalla stagione in corso. Anche se gli esiti dell’impollinazione si vedranno solo a giugno

Grandi aspettative fra i corilicoltori del Basso Piemonte. L’ottima fioritura, che volge ormai al termine nei corileti, è un’iniezione di fiducia per il comparto dopo un biennio segnato dai rovesci del meteo e da vistosi cali di produzione. «I presupposti sono buoni – spiega il tecnico Antonio Marino – la presenza di fiori è abbondante anche nei noccioleti datati. Gli appezzamenti che fanno eccezione sono rari. L’esito dell’impollinazione, però, sarà visibile soltanto a giugno, ad allegagione terminata».

Quest’anno evitata la cascola

Gli amenti di cultivar precoci come la Biglini, fioriti a metà dicembre, e della Tonda Gentile, che si sono aperti a inizio gennaio, sono ormai privi di polline. «Rimangono quelli delle varietà tardive da impollinazione e delle popolazioni di selvatico, in pieno sviluppo». I fiori femminili, comparsi nella prima decade di gennaio «si stanno già ritirando nei noccioleti degli areali precoci, disseminati nella fascia fluviale dell’Albese, nell’Astigiano e nell’Alessandrino. I corileti dell’Alta Langa scontano un ritardo fisiologico di una settimana» aggiunge il tecnico.

Un quadro diverso rispetto alla primavera del 2024, quando si verificò una cascola di fiori maschili, già radi per gli effetti della siccità estiva sul processo di differenziazione degli amenti, che incomincia nel mese di giugno. «Le abbondanti piogge della scorsa annata, invece, unite a un autunno senza di sbalzi termici, hanno messo a disposizione delle piante acqua e i fertilizzanti non assimilati gli anni precedenti per la scarsa umidità. Gli effetti sono visibili nel rinnovato vigore vegetativo dei noccioli».

Piogge record dopo un biennio di siccità

Antonio Marino

Le precipitazioni record del 2024 – oltre 990 millimetri di pioggia rilevati ad Alba, nella Granda, contro i 570 del 2023; ben 1050 a Cravanzana, nelle Langhe cuneesi, contro i 640 dell’anno precedente – con picchi oltre i 100 millimetri nei mesi di febbraio e marzo non hanno archiviato i problemi generati da un biennio di siccità. «Lo stress idrico patito nel 2022 e 2023 ha indebolito le piante aprendo la strada all’agrilo, che ha intaccato anche pertiche giovani, mentre di solito era presente solo su quelle vecchie. I danni dell’insetto sono visibili anche nella parte distale delle chiome, dove ha causato disseccamenti inizialmente confusi con quelli prodotti dall’Oberea linearis». Contenuto l’impatto della citospora nel 2024, dopo i disseccamenti estesi prodotti negli anni precedenti: «In alcuni impianti si è deciso di tagliare a ceppaia le piante e riavviarle dai polloni», conclude Marino.

Bilancio 2024 ai limiti del disastro

Tracciato dai produttori, il bilancio della campagna 2024 ha tinte fosche, specie negli areali corilicoli storici del Cuneese: le Langhe, il Roero e l’Albese. Matteo Asteggiano coltiva 5 ettari di noccioleti a Bra, in frazione Pollenzo. «La scorsa campagna è stata un disastro, anche per l’abbondante cascola precoce dei frutti – ribadisce –. Ho venduto 23 quintali di nocciole a fronte dei 90-95 delle annate di produzione ordinaria: poco importa che le rese, attorno al 40 per cento, e i prezzi fossero più alti rispetto all’anno prima, non sono bastati a coprire le spese». Il crollo produttivo, manifesto in alcuni areali anche nel 2023, pone importati interrogativi sul futuro. «Alcune aziende pensano all’espianto perché la coltura non rende: il 2025 sarà l’anno della prova del nove».

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Agricoltura

 

Dario Sandri

Dario Sandri conduce 80 ettari di corileti in provincia di Cuneo, fra Alta Langa e Roero. «Non ho memoria, in circa 20 anni di attività, di un’annata così negativa – racconta – ho perso il 60% del raccolto. Lo scorso anno, in alcuni appezzamenti a Niella Belbo ho preferito non raccogliere per la scarsità di prodotto. L’unica eccezione, in positivo, sono stati i 10 quintali per ettaro di alcuni noccioleti a Dogliani: dato comunque inferiore ai 20 delle annate normali». Le piogge cadute a settembre mentre i frutti erano a terra, oltre a imporre un’interruzione dei lavori in campo, hanno avuto ripercussioni sulla qualità delle nocciole delle ultime partite. «Le rese del primo raccolto, attorno al 46 per cento, sono crollate nei passaggi seguenti sotto la soglia del 40».

nocciolo
Riccardo Antonuccio

È andata meglio a Riccardo Antonuccio, nipote del titolare di un’azienda corilicola a Valenza, nell’Alessandrino. I suoi impianti, estesi su 25 ettari, sono stati messi a dimora a partire dal 2010, sull’onda dell’espansione corilicola. «La produzione media si è attestata attorno ai 13 quintali per ettaro, con rese attorno al 38-39 per cento: non posso lamentarmi ma la Nocciola Piemonte ha maggiori potenzialità. Ho raccolto di meno rispetto al 2023 ma il fatturato è aumentato per via dei prezzi migliori». Se l’incidenza del cimiciato è stata contenuta, attorno all’1 per cento, «i problemi sono venuti dal marciume, presente in misura maggiore rispetto alle annate scorse, in conseguenza delle precipitazioni in fase di raccolta. Una nuova sfida per le prossime campagne».

 





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