Roma, rischio crolli nel palazzo occupato alla Magliana. Si valuta di liberare i piani alti: nell’edificio 400 persone


La situazione nell’ex scuola media Otto Marzo di via dell’Impruneta, alla Magliana, si aggrava. Le condizioni dell’edificio occupato ormai dal lontano 2001 sono sempre più fatiscenti e a metterlo nero su bianco sono gli esperti della commissione stabili pericolanti del Campidoglio nella relazione che segue al sopralluogo effettuato a fine gennaio insieme con i delegati del Municipio e gli operatori della Questura e dei vigili del fuoco. Lo scenario riportato nel documento lascia poco spazio ai dubbi e rispetto a una verifica dell’ottobre scorso evidenzia un sensibile peggioramento e «ulteriori inconvenienti» riscontrati ai piani superiori e sulla terrazza dove nel tempo sono stati aggiunti dagli abusivi volumi in maniera a dir poco selvaggia. E pericolosa. Sono oltre 400 gli “inquilini” censiti. E l’esito del sopralluogo impone, quantomeno, una soluzione alternativa immediata per coloro che vivono nelle parti più alte dell’edificio, quelle a maggiore rischio. Pochi giorni fa c’è stato un ulteriore monitoraggio.A sollecitare il nuovo intervento dei tecnici comunali, questa volta, è stata la Questura stessa e non è un caso che sul tavolo del prefetto Lamberto Giannini la vertenza dell’ex 8 marzo e dell’emergenza occupazioni nell’intero quadrante della Magliana, dove centinaia di appartamenti di proprietà degli enti sono finite in mano al racket delle occupazioni, sia tra i faldoni più attenzionati. Poiché implica anche problemi di ordine pubblico.

L’altro lunedì Palazzo Valentini ha accolto una delegazione di cittadini del quartiere, compresi alcuni amministratori dei palazzi ex Inps nel mirino dei professionisti delle occupazioni. Ad accompagnarli c’erano il parlamentare FdI, Luciano Ciocchetti e il vicepresidente del Consiglio dell’XI Municipio, Marco Palma. Un dato su tutti è emerso, inquietante: su dieci appartamenti dei palazzi che svettano su via dell’Impruneta, via Pescaglia e via Cutigliano quattro sono occupati abusivamente.

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Nell’ultimo sopralluogo all’interno dell’istituto (che, terminata la sua funzione scolastica, avrebbe dovuto ospitare un commissariato di polizia) i tecnici hanno avuto accesso al corpo ex palestra, al corpo di collegamento dello stabile e al terrazzo del corpo centrale. «Il report è chiaro – afferma la consigliera comunale Francesca Barbato – e non ha bisogno di commenti». Nell’ex palestra viene rilevata «la presenza di superfetazioni sul solaio dell’ultimo livello, in particolare tramezzature in blocchetti di cemento con sopra putrelle di acciaio e travi in legno atti a creare un ulteriore livello calpestabile (…) Tutto il corpo risulta adibito a unità abitative fatiscenti dal punto di vista igienico-sanitario e impiantistico», evidenziando «sovraccarichi sul solaio». Nella terrazza, inoltre, vengono individuate «abitazioni ulteriormente ampliate con pannellature e murature varie». La relazione parla anche di «intonaci e cornicioni in elevato stato di degrado con distacchi». Non basta. All’interno non mancano «cassoni in eternit rotti». Ma quel che preoccupa di più, in un contesto in cui, al termine della ricognizione, la Commissione «conferma – si legge – quanto riportato nei verbali precedenti dell’inagibilità totale dell’intero complesso», è l’aggravamento del rischio incendio «generato dalle precarie condizioni degli impianti elettrici e dall’utilizzo delle bombole di gas per usi vari», in una struttura che è priva di qualsiasi dispositivo antincendio, in cui sono ammassati materiali e rifiuti di vario tipo e dove, nel tempo, «le vie di esodo hanno subito alterazioni» o si presentano ostruite.

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I RESIDENTI

Il destino della Otto Marzo è legato a doppio filo a quello di quest’angolo della Magliana, trasformato in una polveriera sociale. È in via Pescaglia che nel febbraio 2023 venne scoperto il cadavere del pr barese Francesco Vitale, detto Ciccio Barbuto. Si pensò a un suicidio, invece si lanciò da un appartamento in via Pescaglia per sfuggire agli aguzzini che lo avevano sequestrato per un debito di droga. A settembre scorso un altro misterioso salto nel vuoto: quello dell’argentino Jorge Adrian D’Alessandro precipitato nel cortile di un palazzo ex Inps al civico 21 di via dell’Impruneta. «Queste occupazioni – affermano Ciocchetti e Palma – sono la naturale conseguenze dell’occupazione principale nell’ex scuola. Non è un caso che a occupare siano prevalentemente latinos». A breve sui tavoli della Prefettura arriverà un ulteriore dossier realizzato grazie alla disponibilità operativa degli amministratori e dei condomini, con il computo esatto delle occupazioni nel quartiere. L’Otto Marzo resta in cima alle occupazioni storiche da sgomberare a Roma.

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