Aeroporto di Genova, boom passeggeri nei primi due mesi del 2025


Il 17 marzo sarà inaugurata la nuova aerostazione, così il ‘Cristoforo Colombo’ potrà arrivare a 3-4 milioni di passeggeri

Genova – Gennaio e febbraio segnano l’inversione di tendenza per l’Aeroporto di Genova, con una crescita del 14,2% rispetto allo stesso periodo del 2024, facendo intravvedere la possibilità di doppiare, e forse superare, a fine anno, il record pre-Covid di 1,5 milioni di passeggeri. Inoltre i conti sono a posto e il 17 marzo sarà inaugurata la nuova ala est dell’aerostazione, di fatto un raddoppio degli spazi complessivi, che consentirà di partire con i lavori alla parte più vecchia della struttura da completare entro fine anno, per arrivare a far diventare il Cristoforo Colombo un aeroporto pronto ad accogliere fino a 3-4 milioni di passeggeri.

Se per ora non ci sono novità sulla privatizzazione o l’apertura del capitale a nuovi soci, che potrebbe segnare il vero salto in avanti, intanto l’Aeroporto di Genova si mette a posto dal punto di vista delle infrastrutture e aumenta i passeggeri.

Fra gennaio e febbraio sono stati movimentati 156 mila passeggeri (+6% rispetto al 2019). A gennaio sono stati 76.907 (+9% rispetto a gennaio 2024) e a febbraio 79.714 (+19,7% su febbraio 2024) e i movimenti dei voli sono aumentati del 12,8% grazie soprattutto all’incremento delle frequenze e della capacità di Klm (Amsterdam), il potenziamento del volo per Tirana,  il nuovo volo per Budapest e l’incremento della capacità da parte di Ryanair sulle rotte domestiche di Bari, Palermo e Catania oltre a Londra.

«Gli ottimi risultati conseguiti dall’Aeroporto di Genova in questi primi due mesi del 2025 consolidano il percorso di crescita intrapreso dallo scalo nell’ultimo anno» commenta  il presidente Enrico Musso. «Grazie alla ricapitalizzazione effettuata dai soci ora la società è in equilibrio dal punto di vista economico-finanziario e nelle condizioni per superare già a fine 2025, con un anno di anticipo rispetto al piano industriale, gli 1,5 milioni di passeggeri movimentati nel 2019, raggiungendo un nuovo record storico per lo scalo».

Il 17 marzo si inaugura l’estensione  dell’ala est della nuova aerostazione del Cristoforo Colombo: “La superficie aumenta a più di 20 mila metri quadrati, quasi raddoppiano i check-in da 12 a 22, raddoppiano le linee di controllo, le uscite imbarco passano da 7 a 10, le superfici commerciali aumento di 880 metri quadrati – elenca Musso –.  Quasi un raddoppio dell’aerostazione. Con questi lavori e quelli che inizieranno sull’aerostazione esistente appena la parte nuova verrà aperta, alla fine dell’anno avremo un aeroporto da 3-4 milioni di passeggeri come capacità. Poi bisognerà metterceli”.

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Il 2026 sarà l’anno invece l’anno del miglioramento della possibilità di raggiungere l’aeroporto. Attorno alla metà del prossimo anno infatti sarà pronta la nuova stazione ferroviaria e entro fine anno il tapis roulant che la collegherà all’aerostazione e a primavera sarà ultimato anche il collegamento pedonale coperto dalla stazione ferroviaria di Genova Principe alla Stazione Marittima da dove ci si imbarca per le crociere.

Il Cristoforo Colombo sarà più attrezzato, compresi i nuovi macchinari che consentiranno gli imbarchi senza dover togliere dalle valigie ai controlli i liquidi e il computer, più grande, e meglio collegato con treni ad alta frequenza con i terminal crociere di Genova e pure di Savona.

Resta aperto il nodo della ricerca di un nuovo socio, che potrebbe entrare o rilevando direttamente quote dagli attuali azionisti pubblici (Autorità di sistema portuale del Mar ligure occidentale 60% e Camera di commercio 40%) o più probabilmente con un aumento di capitale. Su questo fronte per ora non ci sono novità e non c’è ancora una data fissata.

“Noi abbiamo svolto alcune attività propedeutiche per aiutare le decisioni dei soci – spiega Musso -. Sappiamo che stanno  effettuando le complesse valutazioni del caso, che collegano insieme le scelte sul tipo di compagine azionaria che si vuole andare a costruire,  i soci,  le prospettive sulla durata della concessione. Non appena  avranno terminato le loro valutazioni noi siamo pronti a partire”.

E la privatizzazione si collega anche al nodo da sciogliere al più presto della concessione in scadenza a fine 2029, una scadenza troppo breve per incoraggiare investimenti da parte dei privati.

Per quanto riguarda i voli. “Con la stagione estiva avremo Budapest, Cracovia, Varsavia, raddoppiamo  Barcellona, aumentiamo Amsterdam e confermiamo Copenaghen  che in inverno era cessata” elenca Musso. 

“I voli li mettono le compagnie, noi dobbiamo pensare a renderci appetibili – spiega -. Le compagnie li mettono se l’aeroporto dà buoni servizi e soprattutto se c’è la domanda potenziale. Noi possiamo dare buoni servizi, la domanda potenziale bisogna valutino che ci sia. E spesso è spinta da incentivi a vario titolo, da riduzioni della fiscalità, eliminazione dell’addizionale regionale, sovvenzioni pubbliche eccezionali per la continuità territoriale, senza contare che un aeroporto privato può dare tutte le sovvenzioni che vuole. C’è una serie di possibilità per attrarre  le compagnie a stabilire collegamenti, per noi  una sarebbe se la Regione decidesse di eliminare l’addizionale regionale come hanno fatto l’Abruzzo, la Calabria, il Friuli e altre con immediati ritorni. Ma è una decisione che non compete ad aeroporto e ai soci, ma appunto alla Regione”.

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